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La bella e la bestia

Creato il 18 luglio 2013 da Webnewsman @lenews1

LA BELLA E LA BESTIA

Scritto da Mathias MougouéGiovedì 18 Luglio 2013 02:04

Tre giorni fa pubblicavo su una pagina ospitata da un noto social network la fotografia che fa da supporto al presente articolo accompagnandola con il commento che segue: “Oggi in Italia il vice presidente del Senato ha detto dell’unico Ministro Nero che abbiamo (Ministro per l’Integrazione) che può essere Ministro ma nel suo Paese di origine. Avrebbe anche aggiunto che ciò che lo consola è che ama gli animali e nessuno può essere in disaccordo con lui quando dice che la Signora Kyenge assomiglia a un orango. Così il Vice presidente del Senato italiano prende di mira un Ministro del governo del Paese di cui si suppone sia un saggio garante. Guardate voi stessi e ditemi chi è la Bella e chi la bestia. Non penso che il bello sia quello vagamente candido.”  

In realtà, dall’audio che è circolato si evince che Calderoli ha detto: “rispetto al ministro Kyenge, veramente voglio dirgli, sarebbe un ottimo ministro, forse lo è. Ma dovrebbe esserlo in Congo… Mi rallegro un pochino l’anima, perché rispetto a quello che io vivo ogni volta, ogni tanto smanettando con Internet, apro “il governo italiano”, e cazzo cosa mi viene fuori? La Kyenge. Io resto secco. Io sono anche un amante degli animali eh… Però quando vedo uscire delle – non dico che – delle sembianze di oranghi io resto ancora.»

Nessuna mia proposta su un social network ha avuto mai tante condivisioni. È stata immediatamente ripresa da 25 persone in paesi diversi: Dubai, Francia, Germania, Trinidad & Tobago, Antille Francesi, Regno Unito, Benin, Marocco, Egitto, Camerun, Stati Uniti, Togo, Senegal, Svizzera, Norvegia, Jamaica… E ogni Condivisione dava adito a una nuova catena si Sant’Antonio. Al punto che è ora difficile fermare il tam tam che si è creato su internet.

Insomma, Calderoli l’ha combinata grossa. Ha perso un’atra occasione per tacere. Si era già illustrato in passato ma questa volta considerando le ripercussioni indecorose per l’Italia si potrebbe anche prospettare per lui che il Paese scelga di non andare avanti con la sua presenza imbarazzante come palla al piede.

Non siamo soliti trattare di casi di razzismo cosi frequentemente come da quando la Signora Kyenge è stata nominata Ministro ma da quando ha preso l’incarico stanno venendo fuori delle cose di cui l’Italia poteva decisamente fare a meno è non è detto che tutto venga per nuocere. Forse la Signora più che un Ministro è un avvento. L’occasione che abbiamo di toglierci definitivamente dei sassolini taglienti dalla scarpa.

Il presente non è proprio un articolo in cui facciamo un’analisi trasversale. Per render conto della dimensione della sciagura che sta diventando nel Mondo la “barzelletta” di Calderoli, scegliamo di sottoporre al vostro giudizio alcuni pezzi forti delle reazioni che ancora vanno avanti a proposito dell’infelice battuta. Alcuni commenti sono forti, scioccanti al limite dell’offesa ma ci sforzeremo insieme a voi di farli rimanere entro il quadro asettico della controversia politica che deve o non deve essere. Vorremmo che fosse cosi quanto meno in questo spazio dopodiché in una prospettiva sociale ognuno trarrà le proprie conclusioni nella speranza che dal punto di vista repubblicano chi dirige il Paese trovi definitivamente la strada maestra per un cambiamento vero che deve iniziare dall’educazione alla mentalità giusta.

“Ho paura, ho paura per la mia bambina e i bambini della mia bambina. Ho paura per tutti quelli che osano opporsi all’odio. Ci si può ancora chiedere chi è lecito considerare come “selvaggio” e non “civilizzato”? Non si sceglie da dove si viene ma si sceglie ciò che si diventa.” Il commento espresso dalla Martinica trae la sua fonte dai vicini Stati Uniti che proprio questi giorni hanno avuto la loro dose di discutibili decisioni a sfondo razziale se si considera come si è concluso il processo di Zimmerman il poliziotto Bianco che mise fine sparandogli alla vita dell’esile diciasettenne Nero Trayvon Martin apparentemente colpevole di nulla che vada oltre il colore della sua pelle. Il caso di giustizia razzialmente orientata si somma a quello di Marissa Alexander, quella giovane madre Afroamericana di Jacksonville in Florida che si è presa 20 anni di galera per aver sparato dei colpi in aria nello scopo di intimidire il marito che la stava aggredendo e di cui si sa che in passato l’aveva selvaggiamente picchiata. Sostanzialmente vi è una recrudescenza in quella parte del Mondo di casi di razzismo proprio da quando alla Casa Bianca c’è un Presidente di diretta discendenza africana esattamente come la Signora Kyenge in Italia è di diretta provenienza africana.

Questa considerazione trova eco nel parere che segue dalla Svizzera: “Mentre negli Stati Uniti i problemi razziali non sono mancati recentemente, niente può essere paragonato all’Italia, dove non solo il primo Ministro Nero del Paese (Ministro Per l’Integrazione) di origini congolesi Cécile Kyenge è stata accostata ad un orangotango da Roberto Calderoli Vice Presidente del Senato Italiano e membro influente del parlamento nonché perno della Lega Nord Partito anti immigrazionista ma in seguito, durante una visita nella città di Pescara la Ministra ha dovuto fronteggiare una protesta con cappi simbolici appesi ai lampioni alle cui estremità sono stati posti dei manifestini firmati Forza Nuova contro l'immigrazione e contro qualsiasi forma di Ius Soli.” L’internauta svizzero prosegue: “La Lega e Forza Italia di Silvio Berlusconi sono note per vedute razziste. Hanno una certa popolarità tra gli Italiani che in genere sono incollati alle reti televisive di Berlusconi che diffondono programmi di cattivo gusto e sessisti.”

Nella versione in rete del New York Times del 15 luglio si poteva leggere come sulla stessa scia gli Americani si preoccupavano meno del razzismo di casa loro per dare risonanza al polverone italiano, il quale desta più preoccupazione: “La Signora Kyenge ha anche confermato di essere incorsa in un numero indefinito di minacce da quando ha preso le sue funzioni in Aprile.” “Tutti i giorni, attraverso ogni canale –lettere, e-mail, telefonate. Le peggiori comprese minacce di morte arrivano online. Non vi è ancora una legge, e ce ne dovrebbe essere una. L’istigazione al razzismo si sta trasformando in istigazione alla violenza. È la stessa cosa per tutti. Sto pensando agli attacchi alla comunità ebraica. Ci dovremo lavorare sopra.” Intanto è sommossa nelle maggiori città americane. Gli Americani si sa non sempre sono esemplari ma nulla ci vieta di sfruttare i loro errori.

Continuiamo con le reazioni alla foto che metteva a confronto la Kyenge e Il vice presidente Calderoli. Gli Africani soprattutto motivati dalla dichiarazione di quest’ultimo sono in genere stati poco teneri nelle loro valutazioni. Un esempio viene dal Camerun: “Chi ha detto a quel Signore che ‘Amo gli animali’ e ‘Sono un animale’ erano sinonimi? Chi gli ha detto che ‘Sono un orango’ e ‘Lei assomiglia a un orango’ sono la stessa cosa?” Qui ci poniamo un interrogativo a nostro parere fondamentale prima di continuare a srotolare il papiro delle reazioni coriacee nei confronti del Sig. Calderoli: “Vengono fuori dalla rabbia o alcune evidenze fanno strada con noi da un pezzo senza che accettiamo di vederle?”

Se da parte di una Signora Canadese Bianca si è potuto leggere “Lei è troppo Bella per esser messa a fianco a un mostro come quello”, dal Nord della Francia invece è di difficile contegno l’umore d’una Ex residente in Italia: “Quello deve prima cominciare a guardarsi allo specchio, dopodiché potrebbe venire a paragonarsi lui a uno scimmione albino come lui. Pensare che all’inizio io la mettevo sul conto dell’ignoranza, io che consideravo l’Italia come la mia seconda casa. Poi sono stata io stessa ripetutamente vittima di razzismo ma quando diventa ricorrente può darsi che sia cultura assodata invece.”

Qualcuno su un blog di solidarietà con Calderoli si è appellato alle teorie in voga 50 anni fa quando a detta sua chiamare scimmia un Nero era roba normale tanto è evidente sempre secondo lui la somiglianza con i nostri progenitori. Si è scagliato per così dire contro l’ipocrisia di non riconoscere che se l’Uomo discende dalle scimmie è innegabile che i Neri ci somiglino di più.  Potremmo dal canto nostro arguire memori dell’osservazione fatta da un Italianissimo professore di Antropologia qualche anno fa in Abruzzo che a giudicare dall’abbondante pelosità e basandoci sulle razze è chiaro chi tra il Bianco e il Nero è rimasto più scimmiesco. Ma eviteremo di versare nella caduta di stile. A seguire, dal Congo, casa della Signora Kyenge, abbiamo potuto leggere: “Un razzista come quel signore è un rifiuto delle natura. È qualcuno che inneggia all’odio perché incapace di affrontare l’altro; incapace di discutere; incapace di comprendere che le differenze sono una ricchezza”. Spezzando la prescrizione di adottare un comportamento pacifico durante il mese del Ramadan un Senegalese ha infierito: “Calderoli dice di aver sempre innocentemente paragonato le persone agli animali? È lui piuttosto che è un porco ingrassato, sporco e mal educato mentre l’orango è mite e ben educato.” Non è da meno quest’altra reazione dal Marocco: “Pare che sia aperta una competizione per determinare chi si farà più offensivo nei confronti della Kyenge. Ciò va di là dell’ignoranza. Si tratta d’indecenza e mancanza di educazione, cose ben più gravi. In ogni caso il Sig. Calderoli farebbe meglio a guardarsi allo specchio prima di aprire il muso. Sono certa che scoprirebbe qualcosa di ben più orrendo di un orangotango”. Da Londra ci si è informati sul percorso accademico di Calderoli visto che qualcuno preferisce la Kyenge Medico piuttosto che impegnata in politica: “Ah Calderoli è dentista di formazione? Con l'ignoranza congenita immagino che abbia scelto la carriera per macellare quelli che la sua indole lo spingeva a detestare ma purtroppo per lui in genere hanno denti sani, cosa che a lui nemmeno è rimasta e non è di certo per la quantità di veleno che sputa. I soldi e il suo prestigio da senatore non potranno mai farci niente.”

Più che lo scagliarsi scontro un uomo, le persone in giro per il Mondo (e non solo gente della comunità Nera) si sono sciolte in un vero e proprio massacro dell’Italia e dell’Italiano medio. Ne è venuta fuori una radiografia totale del razzismo, delle possibili reazioni logiche e non e anche delle possibili soluzioni, comprese quelle per certi versi più inattese. È il risultato che deve mettere la pulce all’orecchio delle autorità del Paese affinché l’azione giusta venga presa nei confronti di chi ha sbagliato. Da “Quell’uomo è patetico” si è rapidamente passati all’allargamento del discorso all’Italia ed è qui che gli esponenti politici Italiani devono usare di tutta la loro abilità diplomatica per trovare una soluzione che non penalizzi la Nazione di cui hanno cura dello splendore. Dalla Germania qualcuno si è espresso così: “È di notorietà universale che gli Italiani sono razzisti ma provenendo da un signore con incarico istituzionale e a maggior ragione contro un Ministro membro del governo abbiamo superato ogni possibile limite. Con grande tristezza ho visto durante i miei trascorsi in Italia degli animali come lui dare la caccia ai Neri pretestando che questi ultimi gli rubavano lavoro.” La dose viene rincarata: “Quando sento le persone dire “Ah L’Italia, il calcio, la moda, le spiagge, la pasta, il gelato e la Musica… Come sono sexy gli Italiani, come sono accoglienti soprattutto rispetto a Francesi e Tedeschi veri razzisti” vorrei che estrare il cervello e flagellarlo pubblicamente fosse una punizione legalmente possibile. Non si può generalizzare il male ma generalizzare la bontà a priori, fare l’elogio del buonismo chiedendo agli oppressi di chiudere la bocca e piantarla è ancora meno intelligente.”

ll comune residente straniero in Italia si riconoscerà in questo: “Ti alzi per cedere il posto in autobus ad una anzianissima Nonnina, ma lei ti risponde con aria tanto seria da mettere paura: “No grazie. Non è quello che aspettiamo da voi qui. Se ci tenete a farci piacere, tornatevene nei vostri paesi” Non credi né ai tuoi occhi né alle tue orecchie eppure buona parte del debito pubblico italiano viene pagato con il lavoro degli “extracomunitari” come ci chiamano qui.” Pensando di riconoscere la sua situazione, un migrante da Dubai ha avuto queste parole: “No, quella gente non sopporta che la Signora Kyenge sia Ministra ma in compenso per uno spazzino non avrebbero detto nulla”. “Ciò che fa paura a Calderoli come a tanti è che la Signora approdi nella nomenclatura privilegiata del potere. Immaginiamo che la signora faccia un lavoro eccellente nella sua posizione ministeriale, ciò porterebbe un colpo severo alle sue teorie razziste che mal si nascondono dietro l’apprezzamento dei Neri finché sono simpatici e mansueti come i primati.” Un attivista Francese residente nei Pirenei e sensibile ai Diritti Umani insorge e fa esplodere la sua rabbia: “C’è una Lega Nord in Italia che fa il buono e il cattivo tempo permettendosi anche di far cadere dei governi. Ciò che non si capisce è perché sembra non esserci una Lega Antirazzismo in Italia. La loro latitanza dà a credere che alcune cose nel Pese di Balotelli si possono dire senza correre il rischio di essere legalmente citati a giudizio (ora si sa che Calderoli è indagato dalla procura di Bergamo per propositi razzisti ndr). L’Italia e la Grecia m’inquietano veramente. Marine Le Pen, leader dell’Estrema Destra Francese ha voluto giocare con le parole, ha avuto ruolo politico europeo e pensava dicendo le sue assurdità che niente le sarebbe accaduto per via della sua immunità parlamentare europea ma l’Europa gliel’ha levata e dovrà comparire davanti ad un giudice su citazione del MRAP, Lega Antirazzismo di Francia.” Poi, l’internauta insiste: “Chiedono a questo Signore di scusarsi, ma come fa una persona che si esprime in tal modo a scusarsi quando la ragione stessa di esistere della sua posizione politica si basa sullo ius sangui e quindi su esclusione e razzismo? Non capisco perché in Italia si possano dire certe cose e chiedere scusa invece di perdere il diritto di presentarsi come candidato per una qualsivoglia posizione politica.”

E l’Italia continua a prendere schiaffi. Sfruttando le poche ore di elettricità in un villaggio sperduto del Camerun un altro ha detto la sua: “Ma da un Italiano poco importa l’illusione che si ha di ciò che rappresenta dal punto di vista sociopolitico o tutte le verniciature dell’ignoranza che volete, nulla mi sorprende. Ho lasciato quel paese a metà degli anni 80 e sono tornato nel mio villaggio. Sapevo che le cose non si sarebbero sistemate”. Gli fa eco una Ruandese: “È un paese pieno di idioti. Sono i campioni dell’ignoranza che si coniuga con l’imbecillità. Gente che non può dirti 5 Capitali nel Mondo comprese quelle dei Paesi limitrofi al loro. E Sono sicuro che ciò valga per la maggioranza.” Come per riportare la Signora Kyenge al centro della controversia e non lasciare che ci si dilunghi sull’Italia, l’empatia da parte di un Ciadiano del Québec è giunta chiosando: “Poverella. Ne prende talmente tante ma forse è il suo fardello perché le cose cambino. In un paese civile, nella posizione di Calderoli non gli si chiede di presentare le scuse. Gli si intima: se ne vada a casa per sempre!” Commento immediatamente seguito da quello di un Milanese DOC con trascorsi in Australia: “In un paese civile....cosa che L’Italia non è”. Provando a riallacciare i commenti all’inizio del nostro articolo, dalla Spagna troviamo questo nesso con la signora che interveniva dai caraibi: “Ho visto, preso, incamerato, digerito, vissuto, sono sopravvissuto e sono cresciuto. Credo purtroppo di avere le basi per dire a mio figlio che possiamo fare quanto ci pare ma è sempre l’oppresso che si pone il problema del miglioramento sociale; non l’oppressore.” Pessimismo immediatamente raddrizzato da oltreoceano: “Si invece, ce la caveremo e siamo sulla buona strada. Questa è la realtà. Guarda la bellezza della Signora e Il suo look da persona sicura, equilibrata e cosciente. Soltanto una persona frustrata sarà mai capace di dire quelle cose prive di senso in proposito. In effetti, a questi le cose gli stanno scappando e ne escono pazzi come un bambino che vede scappargli la sua caramellina”

Vogliamo pensare che per solidarietà continentale o razziale Calderoli non vada assolutamente a genio agli Africani in particolare ma per un’interpretazione delle vie d’uscita dalla situazione ingarbugliata che si è creata, è alquanto singolare che alcuni giungano esattamente a quello che lui stesso ipotizzava nella sua “provocazione” al comizio. Da lì a pensare che Calderoli abbia dei sostenitori in Africa o nella comunità africana è poco probabile. Non è esattamente ciò che ci è stato dato di vedere ma attenzione, stranamente sulla territorialità Calderoli potrebbe aver fortuitamente trovato degli alleati laddove meno lo si poteva sospettare. Si parte alla Norvegia con “Non è che noi difendiamo un ministro in Italia noi che né siamo italiani né viviamo in Italia ma denunciamo dei propositi razzisti e mettiamo in evidenza un sistema elaborato fino nei meccanismi psichici.” In Belgio c’è chi ha notato questo: “Il giorno steso nessun telegiornale di Francia o Belgio riferì dell’accaduto. Neanche i più eminenti come France24. Ora difficilmente si potranno difendere dall’accusa di essere organi di propaganda.”

Allora inizia la carreggiata di rivendicazioni a difesa dell’africanità senza sconti per nessuno. La prima dal Ghana: “Cécile Kyenge è Ministro in uno Stato che in un passato coloniale ha aggredito l’Africa e recentemente ci ha bombardato in Libia e voi la difendete. È lei che ha tradito e la sostenete. Un’ebrea Ministro in Germania ce la vedete? Il caso Trayvon non vi parla abbastanza in un paese come gli Stati uniti dove si pensava che tutto questo fosse superato? Non potete continuare ad attendere l’accondiscendenza dei vostri Boia.” Sappiamo che non è proprio così ma ecco che sopraggiunge dunque il puro sentimentalismo africano. Non solo proteste, indignazione e rabbia ma addirittura risentimento di tipo nazionalistico ed è questo che la reazione politica italiana deve mirare a mitigare senza permettere che venga alimentata né da dentro né da fuori. Forse ancora lacerata dentro dal dolore per Abba il ragazzo Burkinabe che venne ucciso a sprangate da padre e figlio a Milano il 14 settembre 2008 per delle patatine, da una cittadina del Burkina Faso un appello è stato: “Carissimi fratelli miei, evitate parole come “evoluzione” “emancipazione” “Cultura” et via dicendo quando parlate dell’Italia. Qui viviamo così e lo teniamo dentro. La Mancanza d’istruzione noi la subiamo tutti i giorni. Per l’Italiano basta essere bianco e magicamente hai acquisito la conoscenza. Il sapere. A noi chiedono ancora se siamo Dottori veri.” E su questo devo purtroppo riconoscere che parlando di mia moglie che nella città in cui vive si è distinta per aver immobilizzato e consegnato alla polizia un rapinatore armato di pistola che aveva fatto irruzione in farmacia brutalizzando tutti finendo per far perdere I sensi al titolare i miei stessi colleghi chiedono “ma è farmacista o lavora in farmacia sai… Così…”

Forse è vero che anche per alcuni Africani la figuraccia di Calderoli rappresenta un diversivo su cui non attardarsi troppo. Un Camerunense di Milano usa l’ironia e la fede nei suoi obiettivi: “chi non aspetta niente da nessuno non è mai deluso… Personalmente io sono in Italia per raggiungere un obiettivo ricordando sempre quando ce n’è bisogno a tutti che sono fiero di essere Nero. Giustificano con le loro ridondanti domande a sfondo razziale l’arroganza con cui gli dico che hanno inventato la radio, gli elicotteri ma sociologicamente sono rimasti indietro. E a volte sfoggiando tutto il mio humor bantù gli chiedo Signori che cosa vi fa di sapere che le vostre figlie, sorelle e a volte mogli stanno diventando zoofile perché abbagliate dalla bellezza degli oranghi che finiscono per sposare e con cui procreano perfino? Che io sappia la zoofilia non è autorizzata in Italia o sbaglio? Ecco cosa risponderei a Calderoli cha ama gli animali e trova che la Kyenge fa tenerezza perché non dissimile ad un orango”

Di Nuovo dal Belgio, la considerazione che pone il vero problema in maniera chiara dal punto di vista degli Africani consapevoli in una discussione aperta in un forum multietnico: “La prima cosa da ritenere di tutto questo è l’indispensabilità di costruire da noi. Leggo i pareri degli uni e gli altri. Bisogna essere di una meschineria intellettuale indicibile per essere Bianco e qualificare un membro di un’altra razza che si difende legittimamente di razzista. Sarebbe un’impostura inqualificabile. Alcuni parlano dell’evoluzione del Mondo. Vi sbagliate clamorosamente. Il Mondo non si evolve. Lo si fa progredire nel senso in cui noi decidiamo di concentrare le energie. Se non vi fossero state le rivoluzioni in Haiti, la lotta americana per i diritti civili (da distinguere dal razzismo), se non si fossero sacrificati Malcolm X, i Black Panthers che taluni hanno qualificato di radicali, razzisti ecc.…. Se non vi fossero stati i vari Um Nyobe, Lumumba e Mandela ecc.… Verremmo forse ancora presi a frustrate come dei sommari… Abbiamo bisogno di strategie di decolonizzazione delle mentalità. Una strategia di costruzione da noi, i nostri paesi, i nostri focolari, inizia con la strategia individuale di colui che rimanda l’ingiuria al mittente sicché possa imparare e eviti di proferirne un’altra.” Replica da Roma: “Ebbene sì. Prendiamo quanto di buono possiamo prendere (diplomi, stipendi, ecc.) e scappiamo a sviluppare i nostri Paesi lasciando l’Italia al suo destino, magari in preda a chi evade la fiscalità impiegando gli stranieri in nero” È vero dice un altro dal Piemonte: “Pochissimi Africani scelgono ormai di rimanere in Italia. Della mia generazione siamo rimasti un pugno. Io stesso non ci trascorro un mese intero da 12 anni. I Nigeriani molto numerosi 20 anni fa stanno scomparendo. Idem per gli Etiopi. Se vedi qualcuno che te ne sembra uno, si tratta quasi sicuramente di un Eritreo. I Maghrebini che in altri tempi hanno contribuito con una presenza massiccia a farci identificare tutti come “marocchini”, se non fosse per la primavera araba sarebbero in netto calo. Chi si laurea trova assurdo di rimanere per essere un eterno operaio in un Paese, dove tra l’altro oramai le imprese o chiudono producendo ulteriore disoccupazione o delocalizzano altrove. Persino i migranti dei gommoni scendono in Italia semplicemente in transito per altrove. Il ritorno o quanto meno la partenza fa sempre parte dei nostri progetti. La Signora Kyenge tra poco come Ministro per l’Integrazione poco avrà da integrare e se questo è il loro sogno possono stare tranquilli. Quelli che hanno scelto di rimanere amano forse il dolore o essere trattati male. Non tutti siamo masochisti né tutti preparano consapevolmente (penso a chi si sposa) dei figli da sacrificare ad una società che non li accetterà, giacché accettare di scolarizzare i bambini in un paese cosi ostile significa scegliere di generare un ignorante. Dopo qualche anno (e questa è la scelta di molti) bisognerà mandarlo rapidamente altrove non solamente per scoprire che il Mondo non è come dicono ma soprattutto che fuori dall’Italia il Mondo esiste”

Calderoli con il suo scivolone ha avuto forse come effetto anche di radicalizzare delle posizioni che si stanno cristallizzando e bisogna trovare il modo per fermare questo.

In Camerun, altri si sono fatti venire in mente un professore universitario, ex studente in Europa che una volta disse: “Gli Europei non lasciano ripartire i veri talenti Neri che si laureano nei loro paesi e ciò facendo contribuiscono a smembrare l’Africa con la fuga dei cervelli. La domanda che è quella di sapere se quelli che tornano lo fanno per amor di Patria o perché son il rifiuto dell’Europa.”

L’ultima battuta di quelle che abbiamo scelto di raggruppare in questa logica darebbe soddisfazione a Calderoli. Viene formulata da un’intervenente Africana in Africa: “Visto come mi state spiegando le cose e visto come si stanno mettendo per la nostra gente, io al posto della Signora Kyenge mi sarei dimessa!”

Tuttavia, com’è noto, i cosiddetti progressisti la pensano diversamente.  Progressista è questa studentessa di Trieste: “Cosa vuole dire la signora è Africana? Lei vive in Italia. I suoi figli sono Italiani, suo marito Italiano. Non costringe nessuno ad amarla. Non ha corrotto nessuno per aver il posto di Ministro. Le osservazioni di Calderoli sono fuori luogo punto!” Altra campana della stessa chiesa a Perugia: “La signora ha chiesto di essere ministro? No. Il suo coraggio è lodevole e nonostante gli insulti dovrebbe addirittura portare alla suprema corte europea dei Diritti Umani chi l’ha offesa. oggi quella donna è Italiana, non Africana. Pertanto ha fatto bene a non dimettersi. Che rimanga e si batta, affinché tra 50 anni, dei tipi cosi luridi e brutti non osino più guardando una persona Nera insinuare che per la sua carnagione non possa essere bella.”

Non possiamo aspettare dai politici che siano persone perfette e forse nemmeno devono essere esemplari. Tuttavia devono avere piena consapevolezza della loro influenza sulla massa proprio in virtù del ruolo socialmente prominente che occupavo e adottare più criterio nella loro comunicazione. Dicevamo che urge una soluzione esemplare che punisca Calderoli perché non si può lasciare leggendo le reazioni di cui vi abbiamo dato possibilità di condivisione che per un politico seppur prestigioso venga messo a mezz’asta in prestigio del paese. Non si può permettere che per un individuo ci si accanisca e si stracci l’immagine di 57 Milioni di individui, cittadini che meritano e devono impegnarsi per una considerazione decisamente migliore.

Già nel mio articolo del 15 Giugno mettevo l’accento sul fatto che non amo sentir parlare del mio paese di residenza in un certo modo scrivendo testualmente: “quando viaggi per il Mondo e senti sempre più parlare del tuo paese di residenza in maniera negativa sei pervaso da inquietudine e interrogativi”. Allora si trattava già di un esponente politico che offendeva la Ministra Kyenge, augurandosi che venisse stuprata. Oggi sappiamo che Dolores Volandro è stata condannata a un anno e un mese di reclusione (pena sospesa) e all'interdizione per 3 anni dai pubblici uffici.

Calderoli resiste ma parliamo di Kazaki che hanno già provocato delle dimissioni. Lungi da noi l’illusione di cambiare il cuore delle persone e per converso portare all’estinzione il razzismo che è un sentimento. Ma gli si può infierire un colpo non indifferente permettendo con decisione che le attitudini di stampo razzistico vengano represse. Ci si arriva con la forza delle leggi che si applicano, non che rimangono scritte. Cosi i vari Calderoli ci penseranno bene prima di agire.  

“Io penso che il passato della Kyenge sia un orgoglio per un buon numero di persone Nere nella misura in cui se vi fosse nutrita incoerenza, lei avrebbe subìto la stessa sorte dell’ex Ministra Josefa Idem giacché si trova nell’occhio del ciclone dell’estrema destra Italiana dalla sua nomina.” Sfruttiamo questo commento di un sindacalista Camerunense del Friuli per aprire una nuova pista di argomentazione. In effetti, un cambiamento sociale sta prendendo piede in Italia, coinvolgendo un gran numero di immigrati. Già Nel 2000 ce n’erano un milione. Oggi sono intorno a 5 Milioni ovvero 8% della popolazione”.  Tanti immigrati come Cécile Kyenge sono cittadini con una storia di successo, eppure tanti Italiani continuano a voler vedere una donna come lei nelle vesti di una docile sguattera come nei Film Hollywoodiani degli anni 30. Alla stregua di altri Paesi dell’Europa Meridionale, tante famiglie Italiane di tutte le estrazioni non se la passano bene economicamente, quindi le tensioni sono inevitabili e fungono da mangime per i partiti di destra. Una Volta Berlusconi disse che Milano gli ricordava una città africana.

Eppure il Sig. Calderoli fu costretto a dimettersi dal Gabinetto dello stesso Berlusconi allora Presidente del Consiglio dopo che nel 2006 aveva aperto la sua camicia in diretta televisiva per rivelare un fumetto ingiurioso nei confronti del profeta Mohamed. Il gesto scatenò rabbia in Libia dove 11 persone vennero uccise durante l’assalto dei dimostranti al Consolato Italiano a Benghazi che costrinse le forze dell’ordine ad aprire il fuoco.

Roma, 16 lug - ''Calderoli, l'epoca dell’impunità è finita''. Così il Direttore di Famiglia Cristiana, Don Antonio Sciortino, con un editoriale pubblicato sul sito del settimanale.

Limitarci alle scuse significa rimanere nella solita letteratura politica italiana di non curanza del vero problema ma chi conosce bene il Paese sa che potrebbe essere superficialmente interpretato come “io sono solidale della povera signora Africana e faccio vedere al Mondo che da gentile Italiano dal cuore buono sono disposto e pronto anche a darle la mia spalla per piangere. Ecco, finché non smuove i nostri equilibri perché no? Limitiamoci ad esigere da Calderoli scuse e nient’altro che scuse magari pretendendo che scherzava (cosa che tra l’altro ha detto) et quindi scuse accettate.” Ah però! Si può veramente parlare di scuse in questi casi anche? Si possono concepire e accettare scherzo e sciocchezze sul razzismo in comunicazione politica? La buona anima di mio Padre, insegnante e perciò educatore risponderebbe: “visto che chiedi scusa, ho il diritto di scegliere se accettare le tue scuse o meno. Scuse respinte caro signore. Sciocco tu che non sei altro. Sei recidivo e quindi abituati tu alla saggezza del silenzio del giorno prima piuttosto che le scuse del giorno dopo.” A quando le punizioni? Voi siete il governo e avete potere decisionale o sbaglio?”

La principale interessata ha dichiarato domenica scorsa all’agenzia italiana Ansa “non me la prendo personalmente per le parole di Calderoli, ma m’intristiscono a causa dell’immagine che danno dell’Italia. Credo che tutte le forze politiche debbano riflettere sull’uso che fanno della Comunicazione”

La signora Kyenge ha dato secondo noi risposta ancor più elegante quando ha dichiarato “Faccio finta di non essere al corrente di nulla. È il paese che deve preoccuparsi per la sua immagine. In quanto al signore in questione, attendo che venga a confrontarsi su questioni puramente politiche”.

Non è chiaro e non lo sarà mai se Calderoli ha ispirato tutti i pareri non propriamente ortodossi e lusinghieri su la sua gente e l’Italia che ci siamo proposti di farvi leggere cosi come sicuramente non sarà mai possibile stabilire quanto di pensato o inventato vi sia o quanto contenuto di ciò che riferiamo nasca da una lunga e profonda osservazione di gente ferita e sincera che finalmente ci sta mandando un messaggio che non è il solito diversivo che Beppe Grillo ha ipotizzato per distogliere l’attenzione dalla problematica più pressante dell’espulsione della moglie del dissidente Kazako, cosa secondo lui che dovrebbe preoccupare i più. Una cosa è certa, Calderoli con le sue dichiarazioni si è reso responsabile di un putiferio che sta danneggiando l’Italia e la consapevolezza che l’Italiano medio ha di sé, imponendo nello stesso tempo la necessità di un’azione tempestiva e autorevole da parte delle forze vive della nazione. Ribadiamo che non siamo ingenui al punto di pensare che il razzismo possa essere debellato in un batter d’occhio. Ci sentiamo tuttavia di dire che per attenuarne gli effetti perversi sulla quiete sociale servono leggi forti che implichino un’applicabilità a tolleranza zero.

Il nostro parere è che è opportuno non dare l’impressione che in Italia si sta di nuovo tergiversando, il tempo di fare calmare le acque e passare la vicenda al dimenticatoio. Ci sono stati dei segnali che ci fanno credere che questo timore non sussiste. Altrimenti Maroni avrebbe ragione. Solo in Italia si può mancare di rispetto al Capo dello Stato garante supremo della costituzione. Inoltrarsi in un braccio di ferro con lui non è decente cosi come è insopportabile che Salvini abbia attaccato Napolitano con il suo "stia zitto" . Ma qui stiamo parlando di un signore di 87 ani che come lavoro fa il Presidente della Repubblica. Salvini però si è scusato col Capo dello Stato. Lui poteva ottenere il perdono ma Maroni sbaglia a proteggere Calderoli impedendo che si dimetta. Così dalla Bella e la bestia si è passati al buono il bruto e il cattivo e non va nemmeno bene.

Ammesso e non concesso che sia vero che il parlamento della Repubblica che fa e disfa le leggi non abbia strumenti tecnicamente validi per favorire e provocare irrimediabilmente le dimissioni del Vice Presidente del Senato, rassicurati dal numero di teste guarda caso che stanno cadendo da quando la vicenda del politico Kazako è venuta alla ribalta, vogliamo credere che il buonsenso guidi il Sig. Calderoli e che capisca che nel nome del suo paese gli è rimasta una sola cosa da fare. Una cosa onorevole. Non ci sono alternative. Si deve dimettere e basta. Speriamo che lo faccia e scompaia definitivamente dal panorama politico del paese a livello locale come a livello nazionale. È così che percepiamo il postulato che accompagna l’indignazione del mondo e confortati dalla manifestazione che si è tenuta a Napoli su iniziativa di Italiani coerenti con il destino e la costituzione del loro paese aggiungiamo che nel momento in cui stiamo perfezionando questo articolo-documento per la pubblicazione ci viene annunciata una petizione di Africani residenti in Italia, gente perlopiù accademicamente qualificata con situazione regolare e cioè che paga le tasse. Le rivendicazioni di cui si fanno portavoce vanno in una sola direzione. Chiederanno le dimissioni pure e semplici del Vice Presidente Calderoli.

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