La seconda pellicola diretta da De Matteo è una critica alla borghesia italiana, in questo caso abbiamo quella benpensante e di sinistra. La coppia in questione mossa da amorevole compassione decide di aiutare una povera ragazza ucraina costretta a vendersi, accolgono la suddetta in casa, le fanno promesse per un futuro migliore ma nel giro di poco, e con l'entrata in scena del rampollo di famiglia, la povera creatura si trasforma da povera innocente vittima in "una di quelle".
Una tematica forte quella affrontata da De Matteo il quale, con una lucida analisi, affronta l'ipocrisia individualista e quella mentalità del mantenere la facciata, aspetto forse tipico delle classi elevate (ma non solo e non solo di sinistra). La cosa ho più apprezzato della pellicola è il suo non giudicare mai, il non prendere le parti, il non usare patetismi da quattro soldi e il non cercare di truffare lo spettatore. Uno spettatore che, alla fine, si troverà non con la coscienza a posto per aver patteggiato per il "cattivo" ma, bensì, pieno di domande e dubbi su se stesso.
Cast ottimo e anche molto bravo quello messo in campo dal regista romano, con la bella coppia formata da Monica Guerritore e Antonio Catania, il figlio di questi Elio Germano, la ragazza Victoria Larchenko e in aggiunta Iaia Forte, Giorgio Gobbi e Myriam Catania.
Da vedere.
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