Gabrielle Maison, al secolo Gabriella dell’Albani, non è una fashion blogger, è un supereroe volante (con i calzini!) venuto a liberare la donna dagli infausti strumenti della sua anacronistica schiavitù domestica (attaccapanni e cesta della biancheria sporca).
A parte l’originalità devastante degli “scatti in volo” (come li chiama lei, e come li chiama chiunque parli italiano, presumo), la giovane Gabriella/e è praticamente un bigino, un frullatone proteico, una lista della spesa di tutto ciò che è “in” nel mondo delle tizie che hanno ipotecato la nonna per comprarsi una reflex e adesso si sentono in dovere di usarla sempre e comunque, ma senza mai uscire dal ferragnesco seminato. (Che poi anche la Ferragni, a propria volta, copia senza risparmio… morale: da qualche parte in Francia c’è una ragazza che si sta scattando per sbaglio una foto in cui accosta un dito alla narice, ignara di stare per scatenare una marea montante di immagini di fescion aicon nostrane tutte prese a scaccolarsi). Una noia senza confini. E pensare invece che una volta avevamo gente del calibro di Angelicuccia nostra, lei così anarchica, lei così originale, lei così insofferente alle regole del buon senso… ah, quante cose cambiano in neanche due mesi. Torna, Angelicuccia, ci manchi! Guarda cosa mi sono ridotta a fare, da quando non ci sei più tu. Non hai cuore? Eh?
::: ITALIAN FESCION BLOGGHE CIECHLIST :::
1) Foto “volanti”
L’ideale sarebbe riuscire effettivamente a staccarsi dal suolo, ma l’intenzione -se forte- può bastare. I capelli in movimento donano tantissimo, quindi, ragazze, sciogliete quelle chiome!
(e ho i miei dubbi anche sulla sicurezza dell'impianto elettrico)
2) Headband
Il senso non sarebbe quello di avere il cadavere di una moffetta sulla sommità del capo, in teoria. In pratica, al mondo esistono circa sei persone a cui stia bene un laccetto avvolto intorno alla testa, e la maggior parte di loro ha sessantacinque anni e dei trascorsi come groupie dei Grateful Dead. Non dite che non ve l’avevo detto.
3) Starbucks
Fa fico principalmente perché in Italia non c’è, quindi sfoggiare qualcosa con il marchio della più grande catena di distribuzione di sciacquatura di piatti del mondo equivale a dichiarare “ho oltrepassato i confini nazionali (io, o qualcuno che conosco)!”. Sotto sotto stanno tutte sperando fortissimo che non venga mai aperta una succursale in Italia, come è capitato con Abercrombie che sapeva tanto di Londra/NYC e adesso, cazzo, basta andare a Milano e ce l’hanno tutti. (Ce l’avevano tutti anche prima, in realtà, ma facciamo finta che no).
Il telecomandino della macchina fotografica è il bonus ('gnoranti)
4) Junk food
L’ostentazione di una dieta a base di schifezze iperglicemiche e troiate assortite è sommamente irritante quando viene da una con l’indice di massa corporea minorenne, ma quando a perorare la causa del deep fried è gente che deve avere un tasso di zucchero nel sangue da poterci candire i cedri, allora la cosa diventa semplicemente demenziale. E molto, molto ridicola.
Il primo che capisce cosa *cazzo* ha in bocca vince un premio
5) Acconciature asimmetriche
Sono uscite direttamente dall’inferno. Volevo dire, dagli anni ‘80. Ok, dall’inferno. Mal si conciliano con le scalature estreme che andavano fino alla stagione scorsa. La ragazza modaiola media, vista da dietro, sembra un cespuglio di erba della pampa. Esiste in versione coda di cavallo sghemba o in versione treccia laterale. Sono atroci entrambi.
6) Abbinamenti azzardati
Azzardatissimi. Chiunque abbia deciso che liquid leggins, felpa con la zip, scarpe da ginnastica e piccoli accessori femminei siano un abbinamento plausibile meriterebbe di essere squartato da due pariglie di cavalli selvaggi. Certo, cercare di abbinare tra loro i colori potrebbe mitigare leggerissimamente la condanna. I cavalli potrebbero ricevere un breve addestramento, prima della procedura di squartamento.
Alcuni di quei colori credevo esistessero soltanto nella tavolozza di Paint
7) Innecessarie incursioni nel privato
Testimonianze video dei particolari più insignificanti ed improbabili del vissuto quotidiano. Casomai qualcuno avesse il sospetto che lavarsi i denti sia passato di moda.
8) Uso creativo del denim
Pare sia una tendenza di stagione, e l’imperativo è: non essere banali! Results may vary.
Stoffa: a chi troppa, a chi troppo poca
9) Nudità accennata
Con la primavera imminente, difficile resistere alla tentazione di mostrare le proprie grazie. Al rogo i reggiseni!
Pochine ma, uh, buone
10) Disprezzo feroce per qualsiasi convenzione sintattico-grammaticale (English version!)
Quasi tutte le donne di oggi sono convinte che se prima di uscire di casa, non si calzino scarpe con dei tacchi vertiginosi, la giornata non è degna di essere vissuta.Io la vedo un po diversamente e apprezzo molto di più le donne camaleontiche poichè dotate di coraggio per indossare anche scarpe raso terra tutte le volte che lo desiderano lasciandosi alle spalle le formalità [Gabrielle Maison]
A soon post before leaving. [The Blonde Salad]
Un ringraziamento a Chiara Ferragni e Gabriella dell’Albani, che si sono prestate (loro malgrado, naturalmente) ad illustrare questo mio studiatissimo decalogo. Ho usato foto della Ferragni per due ragioni:
1) esistono foto di lei in ogni atteggiamento umanamente immaginabile, quindi ho avuto gioco facile;
2) la trovo esteticamente “a dir poco deliziosa”, quindi mi fa bel vedere.
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Ps. Quando dicevo di quella cosa delle dita nel naso, non stavo mica scherzando. Illusi.