C’è un’odissea sconosciuta che la bellezza è costretta a percorrere nel nostro corpo dopo l’annuncio degli occhi. Dura pochi istanti, forse meno: è tortuosa, complicata, eppure impalpabile. Noi vediamo il bello e la retina, subito, urla un allarme chiamando in causa l’ stinto e ordinando poi alla pupilla di fissarlo senza distrarsi. Il nostro sguardo si incanta, ghermisce le forme, immagina; improvvisamente comincia a spedire al cuore, attraverso la gola, quella sostanza aerea di cui sono fatti i sogni e che crea languore. La centrale cardiaca, per non compromettere i battiti, getta ovunque le sensazioni ricevute: ai muscoli, nelle vene, nelle nostre zone segrete.
La bellezza è fisica, totalmente affidata alla carne, ma ha bisogno di strade segrete che corrono sotto la nostra pelle per farsi riconoscere. I filosofi hanno raccomandato per secoli di cercarla nello spirito, il mondo contemporaneo vorrebbe scoprirla soltanto sul corpo.
Noi, indipendentemente dall’ epoca che ci ospita, ne abbiamo bisogno come dell’aria e dell’ acqua. Forse perché siamo convinti dell’ eterna verità racchiusa in una frase di Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”.
Armando Torno
Dall'introduzione alla sezione “Bellezza” della mostra di Steve McCurry.
Milano, Palazzo della Ragione, via dei Mercanti 1.
Siete in tempo fino al 31 gennaio per visitare questa grandiosa mostra.
[fotoreporter]