Oggi inauguriamo una nuova rubrica, proposta e curata da dhr, fedele amico del Blog delle Ragazze, e assiduo lettore e commentatore dei nostri post. Si tratta di una serie di schede sulla Bibbia di Marc Chagall, accompagnate naturalmente dalle fotografie delle Opere, e commentate da dhr sia dal punto di vista estetico che da quello contenutistico. Abbiamo scelto la domenica, giorno per tradizione dedicato alle visite a mostre e musei, in modo che possiate farlo, se volete, anche senza uscire da casa
Speriamo sia un’idea gradita a voi, come lo è per noi. I vostri commenti, saranno, come al solito molto apprezzati. Cogliamo l’occasione per ringraziare dhr per la sua proposta!
Le Ragazze
Ringrazio di tutto cuore le Ragazze per avermi dato l’opportunità di tenere una “rubrica culturale domenicale” dedicata all’arte!
Il tema sarà quello – già accennato – della Bibbia illustrata da Marc Chagall: 150 incisioni realizzate negli anni Trenta, ma poi rielaborate e pubblicate solo negli anni Cinquanta (e in mezzo era successo sappiamo cosa).
Non verranno ovviamente presentate tutte le opere, ma una percentuale significativa. Il volume di riferimento è Enzo Di Martino (cur.), “Marc Chagall. La Bibbia”, Priuli & Verlucca editori, Ivrea 1999.
Ogni commento, aggiunta, contro-interpretazione saranno i benvenuti.
E cominciamo… subito male, cioè con la prima acquaforte, “La creazione dell’uomo”, che è una delle più enigmatiche. Nell’interpretazione si andrà a tentoni.
Una prima idea è che qui Chagall abbia “laicizzato” il concetto cristiano di Trinità. Dio Padre fa uscire da sé il proprio figlio, con la effe minuscola, ossia l’uomo; e lo avvolge con la potenza dello spirito, con la esse minuscola, ossia l’angelo.
Una seconda ipotesi, un filino più probabile, è che il russo Chagall si riferisca, qui e in tutta la sua Bibbia, a una visione teologica tipica della Chiesa ortodossa russa che in Dio distingue l’Essenza (assolutamente inconoscibile) e l’Energia (che agisce nei singoli e nella storia).
Chagall ebraicizza il tutto, mostrando l’Essenza come una sfera luminosa in cui è scritto il Nome impronunciabile di Dio, e l’Energia come un angelo. Tantopiù che nel testo ebraico del Tanakh l’espressione “angelo di Dio” non indica un messaggero celeste intermedio ma Dio stesso in quanto si manifesta. Tramite la sua Energia, Dio crea, sorregge, accompagna l’umanità lungo la sua storia, tra luci e ombre. Da notare come il braccio destro di Adamo possa anche essere visto come il braccio dell’angelo che lo solleva.
Questa doppia presenza, sfera luminosa e angelo, uniti ma distinti, tornerà in tutta la serie di incisioni. Con una clamorosa eccezione, come si vedrà.
dhr