Una delle immagini più suggestive – a mio parere – dell’intera serie. Si intitola “L’Uomo guidato dall’Eterno” (n. 97) e in prima istanza si riferisce a Isaia 42,6: “Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano”, ma il soggetto e il titolo rimandano chiaramente a un significato più universale, simbolico. Distinguerei almeno 5 livelli di interpretazione, in un orizzonte via via più vasto.
1. L’angelo ha volto femminile. Sul piano autobiografico, sembra una ripresa del tema della donna-guida-angelo che torna continuamente nella pittura di Chagall. Tanto più che, quando lavorava all’edizione definitiva di queste incisioni, aveva già perso l’adorata moglie Bella.
2. Sul piano culturale si intravede un riferimento al “magico mondo” delle saghe e leggende popolari. In particolare, il personaggio condotto per mano da una fata fa pensare ad alcune scene del “Sogno di una notte di mezza estate” o anche della “Tempesta” (già varie volte si sono notati dei richiami a Shakespeare, e addirittura il suo ritratto nell’illustrazione n. 22).
3. Sembra poi esserci un richiamo molto particolare alle leggende angeliche, ossia la figura di Uriel, che in antiche rappresentazioni cristiane era mostrato come l’angelo che guidò Giovanni il Battista nel deserto (notare anche l’aureola dell’uomo). Il culto di Uriel venne proibito dalla Chiesa cattolica fin dall’VIII secolo, ufficialmente perché non era menzionato nella Bibbia, in realtà perché cominciava a formarsi una “pericolosa” spiritualità New Age ante litteram. Uriel restò comunque presente nell’arte della Chiese est-europee, grande fonte di ispirazione per Chagall. Nel Seicento questo angelo avrà un ruolo di un certo rilievo nel poema “Paradiso perduto” di John Milton.
4. Con questa immagine, Chagall “recupera” inoltre un episodio biblico escluso dal Tanak ebraico, ma accolto nelle Scritture cristiane: il viaggio di Tobia accompagnato dall’arcangelo Raffaele. Un tema amatissimo dai pittori del Rinascimento. Ancora in Milton, Raffaele è l’intermediario per eccellenza tra Dio e Adamo, l’Uomo.
5. Infine, il titolo dell’opera può essere messo in relazione con Esodo 33,23-30: l’Uomo è guidato dall’Eterno, Lo segue, ma di Lui vede solo le spalle. Tuttavia, con un altro dei suoi capovolgimenti rocamboleschi, Chagall fa sì che Dio ruoti la testa di 180°, in modo che l’Uomo possa vederlo sia di spalle che di faccia! In più, si tratta di un Volto femminile: Dio nella sua “interfaccia” femminile, la Shekinà, la Presenza. Amore materno di un Dio che non abbandona l’umanità smarrita nelle tenebre.
dhr