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la biblioteca

Creato il 21 ottobre 2011 da Lafenice
non sopporto i ragazzi.li trovo sciatti, mediocri, senza sapore.preferisco l'aroma aggressivo e marcato di un uomo.non deve essere per forza di cose oggettivamente bello: nella mia mente la sua immagine è ben radicata.ha i capelli corti, mossi, gli occhiali agli occhi e lo stile trasandato di chi trascorre più tempo a leggere un libro piuttosto che a curare il suo aspetto.il suono della sua voce ti incanta:è un fascino che non riesco a spiegare, è la dolcezza della conoscenza unita al salato della carnalità più bassa, è guerra è un suono di una violenza ai limiti della sopportazione, un amo che affonda nella tua carne e ti trascina nei meandri della perdizione.la sua voce è il vizio che non puoi interrompere, la malattia che non riesci a guarire, il cancro che scava nei meandri del tuo corpo.
la bibliotecaalla sera la biblioteca è completamente diversa.saranno le luci dei lampioni che filtrano dalle finestre alte fino al soffitto, o l'odore stagnante di libri e polvere, la luce fioca.. sarà la stanchezza, dopo una lunga giornata trascorsa a correre da una parte all'altra, senza sosta.sarà, ma mi pare magica.é come piombare tra le pagine di un libro, tra quelle righe che formano una storia. è come diventare il personaggio principale di un film, di un'avventura senza paragoni. è come se parte di quell'aria che respiri ti stesse dicendo che qualcosa di incredibile sta per accadere.Accarezzo dolcemente il mio viso, socchiudo gli occhi e cerco di farmi coraggio.sono le nove di sera, un'ora e potrò alzarmi ed andarmene dalla biblioteca. un'ora e chiuderò i miei libri, smetterò di studiare e, finalmente, potrò andarmene a casa, fare una lunga doccia calda e cullarmi nel morbido abbraccio delle mie coperte, del mio comodo e piccolo letto.apro gli occhi non appena sento un rumore.qualcuno è entrato nello stanzino che sto occupando, disturbando la mia nebulosa quiete.non riesco a vederlo in viso, sono alle sue spalle.è un uomo, i capelli mossi e scuri gli sfiorano la nuca, costringendo i miei occhi a posarsi sulle sue spalle larghe, così come la schiena, ricurva verso il tavolo.all'ultimo istante si alza nuovamente: si dirige verso gli scaffali colmi di libri che ha davanti, fa scorrere il dito indice sui loro dorsi, in modo lento e metodico.ne estrae uno e poi si siede, questa volta rivolto verso di me.sospiro, guardandolo sprofondare tra le pagine del suo libro e mi impongo di continuare a studiare.guardarlo leggere, però, sembra una prospettiva più allettante.sono combattuta: vorrei guardarlo, abbandonare la mia sedia e correre verso di lui.si, è proprio questo che voglio fare.Ma la ragione interviene, rimettendomi in riga.mi mordo le labbra fino a sentire dolore: voglio smettere di guardarlo ma non voglio al contempo.proprio in quel momento alza lo sguardo.schiudo le labbra per la sorpresa, mentre il cuore batte sempre più veloce. i suoi occhi sono dentro i miei, i miei respiri sempre più concitati, il sangue corre a velocità supersonica verso le mie estremità.non accenna ad abbassare lo sguardo, a liberarmi dall'incantesimo che mi ha appena fatto, perché si signori, lui mi ha stregato.l'attrazione che esercita nei miei confronti è talmente forte da impedirmi di ragionare, di pensare razionalmente, di adottare una condotta consona.è la gravità.mi costringe ad alzarmi dalla sedia, lasciando cadere il maglione di lana che tenevo appoggiato sulle spalle che, cadendo, urta la sedia senza fare rumore, attirando la sua attenzione per qualche istante..fino a che i suoi occhi non tornano su di me.mi avvicino.stranamente non sono impacciata o goffa. é lui, è la forza che il suo corpo emana a segnarmi la strada a tracciare degli invisibili ed inevitabili binari che magicamente mi conducono davanti alla sua sedia nel silenzio di una biblioteca vuota, mentre l'unico rumore che avverto è quello del mio cuore che pompa disperatamente sangue verso un cervello che ha smesso completamente di funzionare.ha le mani grandi.me ne rendo conto mentre sfiora con un dito il mio mento, avvicinandolo al suo viso. me ne rendo conto mentre accarezza prima le mie braccia, poi i miei fianchi, per poi esplorare tutto ciò che di nascosto può esserci nel mio corpo.ha le labbra calde, labbra esperte di chi potrebbe farmi fare qualsiasi cosa.mi bacia con violenza, con un'urgenza che non credevo possibile, un trasporto mai provato, ed una foga unica.mi ritrovo tra le sue braccia vigorose, stretta in un abbraccio che sa di disperazione, sa di pazzia di.. di.. necessità come respirare, nutrirsi, vivere.è una necessità che non credevo avrei mai provato:unirmi suo corpo, diventare una cosa sola con la sua bellezza.una bellezza che sa di mare, di vento, di sole, di musica, di dolore, di luce, di piacere, quella somma esperienza in grado di plasmare la notte rendendola uno splendido, torrido ed interminabile giorno.un grido luminoso che squarcia il nero silenzio della mia mente, rendendola un cono di luce accecante..

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