E’ l’eroe di New York. Ha una sua filosofia “Vedete qualcosa? Dite qualcosa”. E’ l’uomo che ha avvisato la polizia di qualcosa che non andava nella Nissan parcheggiata a Times Square, è l’uomo della bancarella dei souvenir.
Lance Orton è sfinito, frastornato dopo l’allarme bomba ma è ancora lì a presidiare la sua bancarella. E’ suo l’angolo del Times Square , tra il musical The Lion King di Walt Disney e l’Hotel Marriott, un pezzo di asfalto prezioso anche per vendere preservativi con facce dio Obama.
Ha salvato una piazza e una marea di turisti anonimi dalla strage pianificata di qualche terrorista. Nero, 57 anni, reduce del Vietnam , Orton si appoggia a un bastone , zoppica leggermente per una vecchia ferita di guerra.
Erano le 18.30 di sabato , l’ora di punta prima dell’inizio dei musical , quando Orton ricorda di essersi insospettito “ Ehi, mi sono detto, chi cavolo posteggia qui in zona vietata, proprio davanti alla mia bancarella ? Coi lampeggianti , il motore acceso , e nessuno a bordo , in piena Times Square? Mi avvicino al finestrino e c’è una chiave nel cruscotto. Poi vedo fumo che esce dal finestrino di dietro e non perdo un istante , chiamo un poliziotto a cavallo”.
L’ufficiale Wayne Rhatigan , uno dei veterani che passano le loro giornate in sella a farsi fotografare dai turisti. Raccoglie per primo l’appello di Orton, chiama i rinforzi , compresi gli artificieri per quell’odore di polvere da sparo. L’eroe si allontana “La mia macchina era lì a fianco – racconta – e piena di mercanzia. Mica potevo lasciarla a due passi da una bomba. Dopo, quando sono tornato , li ritrovo tutti addosso me. Gli agenti veterani di Times Square mi conoscono da una vita , è una vita che lavoro qua , dopo la guerra più che l’ambulante non sono riuscito a fare. E allora l’atra sera tutti a chiedermi : di chi è quella macchina, cosa hai visto, chi c’era? Cosa volete che ne sappia io. Niente panico , però : ce l’abbiamo anche stavolta”
I vari allarmi ricevuti di recente erano uno scherzo in confronto a quello che poteva succedere l’altra sera. Un terrorista dilettante può provocare un altro 11 settembre.
Per la densità, la notorietà , la forza simbolica di questo luogo : una dozzina di morti a Times Square può bastare a mettere l’America in ginocchio. E’ la piazza più luminosa , più visitata , più televisiva. Tutto il sogno americano che attira milioni di turisti , è concentrato fra la 42a strada e la 44a strada, tra Broadway e l’Ottava Avenue.
Gli studi Abc da dove va in onda Good morning America . Il ristorante Planet Hollywood e una dozzina megastore da M&M a Toys R Us. Le gradinata coi palchi costruite per godersi questo spettacolo di gente che cerca spettacolo: l’orgia di pubblicità, la massa umana che si accalca agli ingressi dei teatri.
“Qualche ritardo ma neppure un musical è stato cancellato” annuncia con orgoglio il portavoce dei teatri di Broadway. I turisti erano accalcati nelle transenne a fotografare gli artificieri che portavano via la bomba “C’ero anch’io, se scoppiava ero in mezzo”. Scampato il pericolo Times Square digerisce tutto, e trasforma l’autobomba in uno show.
Lance Orton ormai esausto s’infila in testa il panama bianco e sale su un taxi per andare a casa. Domani sarà un nuovo show
madyur