Conosco un proverbio russo che dice: La brevità è sorella del talento. La ragione per cui conosco un proverbio russo non è una cosa tanto interessante. Però, se fosse vero quel proverbio, immagino che questi sarebbero i tempi giusti per una fioritura di talenti; talenti dell’informazione, per esempio, dal momento che l’informazione si è fatta breve come il battito d’ali di una libellula. Ho scoperto invece che i talenti fioriscono fra i titolisti, autentici fenomeni di comicità involontaria. Ci vuole poco per capirlo, basta aprire le pagine di un quotidiano online e buttare un’occhiata ai titoli delle notizie, dove la sintassi è oppressa dal termine massimo di 50 battute spazi inclusi, cercando di mettere in circolo un po’ di spirito caustico. Io stamattina l’ho fatto e ho letto della roba così:
“Pincio, crolla il Valadier” (Poveretto, sarà il caldo che gli ha dato sui nervi);
“Usa, scoperta intervista a Luther King. Era in una soffitta del Tennessee” (C’è speranza che Elvis lavori veramente in una pompa di benzina dell’Arizona);
“Togo, sciopero del sesso per rovesciare il presidente” (Citazione di secondo livello: “per rimanere incinte è meglio sopra o sotto?” – la posta di Cioè);
“Canada, sposa annega durante foto ricordo. Il vestito a contatto con l’acqua è diventato pesante” (Jeffrey Eugenides ci ha scritto un romanzone su questo, si intitola La trama del matrimonio).
“Orrore in Afghanistan, 17 decapitati sorpresi a ballare a una festa” (George Romero ringrazia per la dritta)
P.S. I commenti tra parentesi sono miei.