La briscola in cinque (Malvaldi)

Creato il 18 settembre 2014 da Athenae Noctua @AthenaeNoctua
Dopo la trascinante avventura di Argento vivo, ho iniziato finalmente la serie dei gialli del BarLume con l'opera di esordio di Marco Malvaldi: La briscola in cinque (Sellerio 2007). Un giallo agile, ricco di verve umoristica, siparietti e frecciatine che arriva alla soluzione tutto d'un fiato, un po'per la semplicità della trama (che non è affatto un difetto), un po'per lo stile pungente e leggero dell'autore.
Siamo alla prima indagine del curioso circolo dei vecchietti che si radunano nel locale di Massimo Viviani, l'irritabile e caustico nipote di uno di loro, che non prepara il caffè se fa troppo caldo un po'per non scomodarsi, un po'per salvaguardare la salute dei suoi clienti. Siamo a Pineta, una località turistica della Toscana, all'indomani del ritrovamento del cadavere di una sedicenne denunciato proprio da Massimo, giunto sul luogo in compagnia del giovane alticcio che lo ha scoperto e cui, però, la polizia non ha dato retta. La giovane Alina, però, sembra non avere un assassino, perché i principali sospettati o hanno un alibi o non dispongono di un movente. Dati il suo ruolo nella vicenda, la conoscenza con il medico legale e il giro di personaggi che frequentano il BarLume, Massimo è l'ideale sostituto del commissario Fusco, decisamente troppo incapace per giungere da solo alla verità. E il cinico barista, attento ai dettagli e costantemente punzecchiato dai pettegolezzi degli arzilli vecchietti Ampelio, Pilade, Aldo e Gino, mette insieme i pezzi del puzzle ispirandosi proprio al gioco della briscola in cinque appreso dal nonno.
Con La briscola in cinque, Malvaldi ci regala un concentrato di gag e curiosità, suggerendoci un modo ironico e distaccato di guardare ad un genere fortemente codificato come quello del giallo: nelle indagini non ci sono i cliché delle indagini all'americana o grandi colpi di scena, ma è interessante e spassoso vedere come la lingua lunga dei pensionati di Pineta e l'apparente distacco di Massimo dalle vicende dei comuni mortali riescano a sostenere un romanzo dalle premesse fino all'epilogo senza mai risultare inutili complementi della trama. Sicuramente continuerò la serie dei delitti del BarLume e che mancherò di condividere con voi le mie impressioni, certa che saranno belle sorprese!

C.M.

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