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La bufala del “Moon hoax”: il complotto lunare

Creato il 30 luglio 2013 da Redatagli

Sbarco sulla luna

Oggi parliamo di una bufala storica, al pari di quella delle scie chimiche e di quelle sul 9/11: quella detta “Moon hoax”, o teoria del complotto lunare: la teoria che sosterrebbe che l’uomo non è mai stato sulla Luna.

Cosa sosterrebbe questa balzana teoria: le missioni Apollo in realtà non erano dirette sulla Luna, ma sarebbero rimaste in orbita terrestre e poi sarebbero atterrate dopo alcuni giorni, mentre le foto sulla Luna sarebbero state scattate in un set fotografico, con gli effetti speciali creati dal grande Stanley Kubrick. Ad aumentare questa suggestione ha contribuito il film “Capricorn One”, nel quale la NASA a corto di fondi decide di simulare una missione su Marte usando uno studio televisivo.

Uno tra i sostenitori più accaniti della teoria è Bart Sibrel (immancabilmente comparso nella trasmissione “Mistero” di qualche tempo fa), regista statunitense che nel suo tempo libero insegue gli astronauti chiedendo loro di giurare sulla Bibbia di essere stati sulla Luna. Celebre è l’episodio con Buzz Aldrin: al rifiuto dell’astronauta, egli lo apostrofò come “ladro, codardo e bugiardo”. Buzz Aldrin, trent’anni più vecchio e qualche centimetro più basso, per tutta risposta gli mollò un pugno in pieno volto.

Ci sono però delle prove schiaccianti a favore del fatto che effettivamente l’uomo è andato sulla Luna. Nel 2009 infatti è partita un razzo contenente un satellite orbitante intorno alla Luna, per studiarne la topografia e l’eventuale presenza di acqua solida ai poli, dove potrebbe esserci del ghiaccio. Questa missione ha scattato delle meravigliose fotografie

La bufala del “Moon hoax”: il complotto lunare

che mostrano i vari siti di atterraggio delle missioni Apollo sul suolo lunare. In questa foto, riguardante il luogo di atterraggio di Apollo 14, si vede ancora il percorso lasciato dalle orme degli astronauti che va dalla strumentazione scientifica alla parte del modulo di atterraggio rimasto sulla superficie lunare.

L’anno precedente era stata la volta della sonda SELENE, che è stata una missione giapponese per studiare la Luna e anche questa per cercare del ghiaccio o dell’acqua nel sottosuolo. La sonda era dotata di spettrometri X e gamma, ma anche nel campo del visibile.

In questa foto della NASA vediamo il Rover dell’Apollo 15,

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nella foto successiva vediamo la ricostruzione della sonda SELENE:

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i due luoghi sono gli stessi, nei minimi dettagli. Com’è possibile che un regista sia stato così accurato da ricostruire dei luoghi in un modo perfetto? Soprattutto bisogna tenere in considerazione che negli anni ’60-’70 non era possibile ottenere delle foto dettagliate del suolo lunare.

Un altro dettaglio non trascurabile è il fatto che le missioni Apollo venivano tracciate dai radar sovietici. Se la navicella fosse rimasta in orbita o se fosse stata fatta atterrare prima di andare in orbita certamente i sovietici se ne sarebbero accorti. Ed essendo in corso la Guerra Fredda non avrebbero esitato a spiattellarlo in giro ai quattro venti, causando una perdita di credibilità degli USA. Inoltre i dati provenienti da americani e russi vennero rielaborati dal professor Heinz Kaminski, ingegnere chimico, fondatore dell’Osservatorio di Bochum e radioamatore, che confermò il tragitto della missione Apollo 11, che fu la prima a mandare degli uomini a toccare il suolo lunare. Nel Regno Unito, inoltre, venne usato l’Osservatorio Astronomico di Jodrell Bank per osservare la missione da Terra. Un radioamatore americano riuscì, indipendentemente, a registrare le conversazioni tra gli astronauti sulla Luna e la Terra.

Ma il Moon Hoax non è finito qui. Se da una parte si nega l’allunaggio, esistono dei fanatici (ufologi) che credono che siano state fatte delle missioni, chiamate Apollo 19 e Apollo 20, per costruire delle basi segrete nel sottosuolo lunare, alcuni azzardano a sostenere che Apollo 19 finì tragicamente con la morte di tutto l’equipaggio a causa di un oggetto non identificato nell’atmosfera terrestre.

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Il razzo che lanciò l’Apollo 11, non proprio facile da nascondere…

Inutile dire che anche qui siamo in presenza di farneticazioni: come sarebbe stato possibile tenere segrete due missioni, se il razzo Saturn V, usato per le missioni Apollo è alto 110 m (quasi come la Mole Antonelliana di Torino)? E nessuno, proprio nessuno, avrebbe visto un’esplosione della navicella?

Anche qui il tutto è derubricabile a bufala. Se volete saperne di più sul complotto lunare, riguardo anche alle fotografie della Luna, che per molti sono false, qui (http://complottilunari.blogspot.co.uk/) trovate tutte le risposte del caso e anche il libro (gratuito) che Paolo Attivissimo ha scritto riguardo lo sbarco sulla Luna e su come demolire i complottisti.

Alessandro Sabatino

@twitTagli

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