Magazine Diario personale

La Caduta di Hyperion

Da Gloutchov
La Caduta di Hyperion Secondo libro della saga più famosa di Simmons. Come ben sapete ho letto il primo volume e ne sono rimasto entusiasta. La caduta di Hyperion, ahimè, non è altrettanto efficace... del resto mi avevano avvisato di questo lento calare.
In questo libro, era ovvio, non si poteva ripetere la strategia dei racconti racchiusi all'interno di un altro racconto. Qui si dovevano dare spiegazioni e... mostrare ciò che accade una volta aperte le porte del tempo. Lo Shrike è libero di muoversi, ma uccide in maniera "calcolata". Si percepisce un progetto, ma non lo si riesce a comprendere appieno. Del resto il POV è solido e costretto a ciò che i personaggi vivono, se non anche alle loro esperienze personali, per cui non è possibile avere una visione d'insieme completa, se non alla fine... o meglio "quasi completa"... perché alcune domande rimangono non risposte, e altre sorgono proprio nelle ultime pagine. I nostri sette pellegrini sono ancora la chiave di volta della storia... ma il focus, ora, è allargato alla struttura politica dell'Egemonia. Non poteva essere altrimenti. Gli Ouster hanno attaccato Hyperion. Lo Shrike si è risvegliato ed è libero di agire, ora più che mai, come meglio crede. Il Nucleo sta rivelando i suoi misteriosi calcoli... e la razza umana, quella che ha vissuto per secoli nella bambagia, forse in una dolce decadenza che ricorda l'impero romano flaccido degl'ultimi decenni, sembra davvero essere di troppo. 
La trama è davvero ricca di ingredienti, e per sbrogliarla Simmons sfrutta nuovi trucchetti narrattivi (nuovi rispetto al primo volume). Qui è presente molto infodump; era necessario, per cui non storcete troppo le vostre espressioni di disgusto. Simmons ce lo offre però in una maniera elegante. Tutti gli esseri umani, nell'Egemonia, sono collegati alla "rete" attraverso i ComLog. Questi piccoli dispositivi permettono alle persone di fare ricerche in tempo reale nella rete, e di essere a conoscenza di ciò che a loro serve nell'istante stesso in cui esso serve. E' il ComLog che fornirà al lettore le giuste informazioni, nel momento giusto. Durante i ricevimenti, i consigli di guerra, o dialoghi tra personaggi, c'è spesso e volentieri, se non sempre, qualcuno che... per non fare una figuraccia, o per necessità di ulteriori ragguagli, interroga il ComLog, e questo risponde al volo, fornendo così ragguagli anche al lettore, che altrimenti avrebbe navigato a vista tra i complessi eventi narrati in questo volume. Un infodump intelligente, quindi... e del tutto esente dai soliti effetti fastidiosi di questa strategia narrativa. Il libro però non scorre come il precedente. Sembra più una sorta di sinusoide. Si passa da momenti di strategia politica pura a momenti di azione convulsa. Mantenere accesa l'attenzione è un lavoro da lettori con gli amenicoli, lettori che hanno amato il Ciclo dell'Impero di Asimov... per intenderci. Il finale sembra un "vero finale". E c'è persino una sorta di lieto fine. Però il ciclo di Hyperion possiede ancora due libri... e la faccenda dello Shrike non è ancora del tutto chiarita. Insomma... cosa accadrà nelle prossime puntate?
Temo che dovrò procurarmi i due volumi mancanti!

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