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“La calligrafia come arte della guerra” – Andrea Tarabbia

Creato il 21 aprile 2012 da Temperamente

“La calligrafia come arte della guerra” – Andrea TarabbiaSiamo nell’anno X, che da alcuni dettagli percepiamo non troppo lontano dal nostro, e le cose vanno terribilmente male. C’è la guerra, una guerra totale e a senso unico che mette a repentaglio tutti. La strategia militare è pazzesca (ma per questo tanto più credibile): si basa su codici di scrittura cifrati decalcati sui missili e bombe da ragazzine istruite per questo motivo. Ci sono scuole, come quella dove lavora Horatio, magister calligraphiae appena arirvato nella città di H., in cui bambine e ragazze al massimo adolescenti vengono addestrate a calligrafare i messaggi di guerra. Tutte le scolare sono orfane e sole al mondo, e si presuppone che sia questo il motivo che le costringe a fare questa scelta di vita. Calligrafare è difficile: ci vogliono anni per imparare e una certa dose di talento naturale e pazienza. Con una bellissima immagine che ci regala Horatio calligrafare significa scrivere tenendo fermo un uovo tra le dita.

Tarabbia descrive un mondo con efficacia e leggerezza un mondo pernicioso e strano, che in qualche maniera assomiglia al nostro. Il romanzo parte in quarta, cavalca insieme ad Horatio e alla sua tristezza dopo la morte della moglie e alla sua passione per le stelle. Ogni pagina lancia dei piccoli segnali, sulla guerra, sull’arte della calligrafia, sui codici di comunicazione, su quello che succederà dopo. La domanda “SUCCEDERÀ?” è una domanda retorica, perché sappiamo che succederà, basta solo aspettare quando.

E quando succede, il romanzo, sfortunatamente, si incanta. La tensione si srotola e l’estetica si perde. Non che diventi brutto, ma rispetto alla prima estatica parte, la seconda e la sua finale conclusione non sono all’altezza. Colpa di alcune scelte non proprio comprensibili dell’autore – il farlo diventare un romanzo corale, che spezza l’armonia della prima parte, o i riferimenti un po’ scontati e comunque decontestualizzati alla nostra epoca, come il rimando ai reality show e alla tv spazzatura – che tolgono quell’aura misteriosa e magnetica che il romanzo possedeva in prima battuta.

Nonostante questo, La calligrafia come arte della guerra è un libro che merita la lettura, anche perché è impossibile trovare qualcosa di simile in giro. Ed essendo un’opera prima, sappiamo che l’autore riserverà altre buone sorprese nel futuro – vedi il successivo Il demone di Beslan.

Azzurra Scattarella

Andrea Tarabbia, La calligrafia come arte della guerra, Transeuropa, 2010, € 16.50


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