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La Camera degli imputati

Creato il 03 marzo 2015 da Giorgiocaccamo
Non più di venti giorni fa esprimeva giudizi netti sull'operato della giunta comunale di Palermo: Leoluca Orlando ha fatto alcune cose positive, ha buoni e cattivi assessori, ma lo stato del settore del commercio è drammatico. Così diceva qualche settimana fa Roberto Helg, presidente della Camera di Commercio e di Confcommercio del capoluogo-capitale. Helg, cognome perlomeno curioso per un palermitano, è da decenni un pezzo da novanta, uno che può dunque permettersi anche giudizi "politici" sulla sua città, ché poi è molto più di una città.
La Camera degli imputatiLa notizia dell'arresto di Helg in flagranza di reato, per aver intascato una tangente da 100mila euro da un commerciante ristoratore all'aeroporto di Palermo, a Punta Raisi (dedicato, ricordiamolo, a Falcone e Borsellino...), è una di quelle che aprono scenari inquietanti. Perché il tentativo di giustificazione da parte di Helg – «L'ho fatto per bisogno, ho la casa pignorata» – è quasi peggio del fatto in sé, gravissimo. Ai vertici palermitani delle associazioni del commercio, settore tra i più vulnerabili e soggetti a pressioni e minacce, da circa 18 anni (28 aprile 1997) c'è lui, inamovibile, per cinque mandati consecutivi e incontrastati. Eppure l'imprenditore del settore "articoli da regalo", diplomato con la media del 7+, Cavaliere del Lavoro, per un decennio console onorario della Slovacchia in Sicilia, aveva dichiarato fallimento a fine 2012 e nonostante questo è rimasto in sella. E voleva approfittare della sua posizione (è anche vicepresidente della Gesap, l'ente di gestione dello scalo di Palermo). Ora il suo avvocato chiede i domiciliari, perché avrebbe problemi di salute.
Ma il punto è un altro. L'anno scorso Helg, al premio intitolato a Libero Grassi, ammoniva che «racket e usura potranno essere sconfitti solo se le vittime denunceranno e collaboreranno con le istituzioni». Appunto quello che ha fatto il pasticciere dell'aeroporto. E a fine 2014 Helg polemizzava con Giuseppe Todaro di Confindustria e Addiopizzo, negando che il 90% dei commercianti palermitani paga il pizzo. Quello che colpisce dunque è il pericoloso e scivoloso binario di incoerenza (se non molto peggio) su cui viaggiano questi nuovi interpreti della svolta legalitaria delle associazioni di categoria in Sicilia. Quanto ci si può fidare di certi proclami? Duole fare questa domanda, ma è d'obbligo. La Camera di Commercio a guida Helg ha adottato nel 2014 un piano triennale di prevenzione della corruzione, con tanto di sportelli della legalità. Però, una volta che si è trovato in "condizione di bisogno", Helg ha optato per l'estorsione aggravata. «Caro estortore», scriveva Libero Grassi prima di morire...

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