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La canzone demenziale italiana

Creato il 18 ottobre 2013 da Marvigar4

le figlie del vente

Forse di derivazione futurista, con i vari Natalino Otto e suoi imitatori, probabilmente influenzata dalle avanguardie artistiche d’oltralpe, dadaismo e surrealismo in testa, la canzone demenziale italiana è molto più antica di quel che possa sembrare a tutta prima, è un genere non ben assembrabile proprio perché vi sono autori e interpreti non deliberatamente demenziali. Baglioni o certi cantautori impegnati degli anni ’70 non vengono classificati come demenziali, ma forse lo sono più e meglio di quelli che si sono fregiati del titolo (ditemi voi se non è demenziale una canzone che inizia così: “passerotto non andare via/ nei tuoi occhi il sole muore giù/ scusa se la colpa è un poco mia/ se non so tenerti ancora qua”…). Roberto “Freak” Antoni [1] coniò il termine nel 1978, così sembra, per indicare un tipo di musicale popolare, non solo di derivazione rock, relativa alle lezioni artistiche precedenti e anche alla recente rivoluzione punk britannica, che aveva rimesso in discussione i testi e le linee melodiche delle canzoni proponendo una visione anarchica, provocatoria, aggressiva. Gli italiani, diversamente-punk, si sono dati al “demenziale”, al testo umoristico, al calembour, al nonsense, intendendo comunque rompere una tradizione mielosa, monotona e asfittica tipica del Festival di Sanremo, delle manifestazioni canore in genere, tutta tesa ipocritamente a promuovere i buoni sentimenti, il deliquio dell’innamorato, l’indolenza del piccolo borghese, la deficienza del mammone italico. Purtroppo tutto questo non è servito, nonostante il boom a partire dalla fine degli anni ’70 fino a tutti gli ’80 e l’iniziativa del Festival di Sanscemo [2], la canzone italiana si è nuovamente adagiata, assopita sui suoi vecchi schemi stantii, anche la sperimentazione attuale, pop, folk, rock, è sostanzialmente un rimescolio di tutto ciò che si è visto e sentito negli ultimi 40 anni (se tanto mi dà tanto, sono meglio i neomelodici partenopei rispetto agli zang tumb tumb di quarta serie).

A questo punto è interessante mostrare un esempio di demenziale ante litteram che osò addirittura calcare il palco del Salone delle feste del Casinò durante il Festival di Sanremo nel 1973. Il gruppo era Le Figlie del Vento, composto da Rosa Giannoccaro di Bari, Tonia Tassari di Taranto, Ledi Codognati di Milano, e Piera Lecce di Lizzano (TA), quattro ragazze che si segnalarono per le loro notevoli qualità canore e per i testi ovviamente assurdi. La canzone Sugli sugli bane bane fu, nonostante tutto, un discreto tormentone dell’Italia dell’austerity, varcò addirittura le frontiere e la troviamo citata in un film del 1988 di Emir Kusturica, Il tempo dei gitani, in cui una zingara di un gruppo in viaggio dalla Bosnia verso Milano canta Sugli sugli bane bane e aggiunge “ce ne andiamo in Italia, nostra bella Italia”. Ah, tra parentesi, pare, non sono sicuro, che il testo e la musica siano di Roberto Vecchioni…

Sugli Sugli Bane Bane

Sugli sugli bane bane

tu miscugli le banane,

le miscugli in salsa verde

chi le mangia nulla perde.

Sugli sugli bane bane

tu miscugli le banane,

le miscugli in salsa verde

chi le mangia nulla perde.

Chi le lascia lascia il gatto

ma dev’essere un po’ matto,

lo diceva un livornese

che tornò da quel paese.

Chi le lascia lascia il gatto

ma dev’essere un po’ matto,

lo diceva un livornese

che tornò da quel paese.

Questa è la filastrocca

dell’isola di Bali,

la raccontava sempre

un vecchio marinaio.

Diceva: “Sugli sugli

è un piatto prelibato,

lo mangia volentieri

anche chi ha già mangiato”.

Diceva: “Sugli sugli

ti fa ringiovanire

e poi col bane bane

tu lo potrai condire”.

Diceva: “Sugli sugli

se impari a cucinare,

in fronte la fortuna

presto ti bacierà”.

Sugli sugli bane bane

tu miscugli le banane…

Sugli sugli bane bane

tu miscugli le banane…

Le miscugli in salsa verde

chi le mangia nulla perde…

Le miscugli in salsa verde

chi le mangia nulla perde…

Sugli sugli bane bane

tu miscugli le banane,

le miscugli in salsa verde

chi le mangia nulla perde.

Sugli sugli bane bane

tu miscugli le banane,

le miscugli in salsa verde

chi le mangia nulla perde.

[1] http://it.wikipedia.org/wiki/Roberto_%22Freak%22_Antoni

[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Festival_di_Sanscemo



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