Uno scorcio della mia città....
Che bello vedere la tua città, il tuo paese, il tuo popolo attraverso gli occhi degli altri. E’ una cosa impagabile, qualcosa che non so come descrivere. Apri gli occhi per davvero, una volta tanto.
Siamo bombardati ogni giorno da notizie, fatti e persone che non fanno che ricordarci le cose che vanno male dalle nostre parti. Dalla politica ai fatti quotidiani, se provate a mettere sulla bilancia quello che non va e quello che va, già indovinate quale sarà il piatto più pesante.
Che non è vero che è così pesante, ma a noi italiani piace pensare che sia così… Lo dico perché a farmi capire quanto sia bello e contraddittorio il mio paese è stata, pensate un po’, l’Australia!
Qualche giorno fa ricevo un messaggio via face book: la mia amica aussie Claire mi dice che tra poco sarà a Genova per qualche giorno e che le piacerebbe salutarmi! Le rispondo che non posso mancare!
Claire è una ragazza stupenda, una vera australiana: alta, bionda con gli occhi azzurri. Sembra un’attrice…ed è davvero una bella persona. Ci siamo conosciute, pensate, tramite una ragazza italiana, Francesca, che io avevo contattato su Facebook prima di partire per la mia avventura australiana. Avevo trovato un gruppo su Fb di ragazzi italiani in Australia e avevo chiesto informazioni. Francesca mi aveva risposto, dandomi il contatto di Claire.
E così ho conosciuto la mia prima amica aussie. E pensare che invece Francesca non l’ho mai incontrata di persona! In Australia ci siamo divertite alla grande. Non ci siamo viste quanto avremmo voluto, ma siamo state bene. Lei aveva passato, sei anni fa, un anno in Italia, a Genova, per frequentare l’università locale. Una sorta di Erasmus internazionale.
Claire si è innamorata di Genova. Si è innamorata dell’Italia e degli italiani. E quando ero in Australia non faceva che chiedermi che caspita ci facessi in Australia quando avevo avuto la fortuna di nascere nel paese più bello del mondo! Io le rispondevo che turisticamente era certamente eccezionale il Belpaese, ma per il resto era un disastro.
E lei ogni volta faceva no con la testa, mi diceva che certo avevamo dei problemi (non aveva capito e ancora non capisce come mai Berlusconi è primo ministro)l’Italia era…come dire…l’Italia. Punto. Non si poteva non amare un posto del genere, secondo lei. E io a quei tempi le ridevo in faccia, le dicevo che era lei quella fortunata, che viveva davvero nel paese migliore del mondo.
E Claire ogni volta mi guardava come una madre guarda una figlia che fa i capricci per nulla: annuisce con la testa per assecondarla, ma negli occhi si legge una nota malinconica, un’ombra di amorevole incomprensione. Per che cavolo stai piangendo? Così ogni volta le nostre discussioni seguivano questo copione: da una parte io che elogiavo l’Australia e insultavo l’Italia e dall’altra lei che decantava il mio paese e mi elencava i difetti del suo, che a quanto pare non sono pochi.
Bene, Claire è tornata. O meglio, ha deciso nelle sue vacanze estive (in realtà a Sydney è inverno ma lei ormai è tarata sulle vacanza estive italiane, quindi va in vacanza nei nostri mesi estivi…) di passare cinque giorni nella sua amata Genova.
Così la settimana scorsa mi ha mandato il famoso messaggio su Facebook: ci sarebbe stata dal 22 al 27 giugno, ci potevamo vedere? E come facevo a dirle di no? L’appuntamento era per venerdì scorso. Ero agitata come una ragazzina….dopo quasi un anno rivedevo Claire! Ma questa volta non eravamo davanti l’Opera House o all’Establishment in George street…ma davanti la cattedrale di San Lorenzo nel centro storico di Genova!
Nel pomeriggio mi ha mandato un messaggio: “Ci sono altri miei amici australiani…è un problema? Siamo in sei!” E figurati! Io non vedevo l’ora di buttarmi a fare casino con loro, più eravamo e meglio era! Se c’è una cosa che abbiamo in comune noi italiani con gli australiani è che, se siamo in una bella compagnia, facciamo un casino pazzesco! Sono rumorosi come noi, gli aussie! Ci vediamo davanti la cattedrale. Vedo Claire, la riconosco da lontano.
Ve l’ho detto, sembra un’attrice. Con lei vedo un’altra stangona bionda..( e che cavolo, che ingiustizia miseria! Io ero una nanetta in mezzo a loro due…si capiva chi delle tre era italiana
). Claire e Sofie. Ci baciamo, urliamo, ridiamo mentre turisti e altri miei connazionali ci guardano un po’ storto…ma chissenefrega!!!Genova è bella ragazzi miei…ma è famosa per la sua mentalità alquanto ristretta…una città con una personalità paesanotta…per carità ne faccio parte pure io e pure io spesso mi sono trovata in quegli atteggiamenti un po’ bigotti (prima della “cura” australiana”) quindi non favo caso alle occhiatacce e men che meno ci facevano caso le due australiane che incarnano l’essenza del take it easy…
Sofie in particolare sembrava Alice nel paese delle meraviglie…tra lei e la terra non c’era nessun contatto diretto…glielo leggevi negli occhi….aveva quel sorriso etereo sempre stampato in faccia, della serie:chi sono io? E che ne so, che me ne importa….
Grande Sofie!Siamo andati a mangiare in una bella trattoria del centro storico. Il resto del gruppo ci ha raggiunto poco dopo. Benché la trattoria avesse il menu in inglese, ad ordinare ci abbiamo messo qualcosa come mezz’ora!! I camerieri avevano la bava alla bocca, non so se per l’attesa o per le aussie girls…
Che poi c’era pure un ragazzo tra di noi, il bravo Anthony che io ho chiamato Antonio per tutta la sera perché sembrava più italiano lui di tutti i ragazzi che conosco! Moro, occhi scuri, carnagione olivastra…non fosse stato per l’accento australiano (leggermente pesante…
) avrei detto che fosse italiano.Lui mi ha confessato di avere origini greche…ecco spiegato il suo aspetto! Italiani e greci si somigliano molto in effetti…. Io ho preso totani alla piastra con verdure…loro si sono scatenati con i primi: lasagne al pesto, gnocchi al gorgonzola, spaghetti alle vongole…
Mentre aspettavamo l’arrivo delle portate, Claire e le sue amiche (c’erano anche Daniela e Sofie, omonima dell’altra ragazza) mi hanno raccontato di come si sono conosciute a Genova sei anni fa, di quanto siano innamorate di questa città, di quanto sia bella…e Anthony, che a Genova non c’era mai stato, mi dice che cinque giorni sono pochi, che ci deve tornare perché questa città è”absolutely fantastic”. E io li guardo con l’espressione attonita da Sailor Moon in faccia…ma il cuore segretamente colmo di gioia.
Mentre mi raccontavano dei giri nel centro storico, delle vie particolari della città, delle cose buone che hanno gustato e delle persone che hanno conosciuto, io dentro di me mi chiedevo se per caso non avessero sbagliato posto. Io amo la mia città ma non l’avevo mai vista sotto questi punto di vista. Amo Genova e il suo centro, ma non mi sono mai emozionata tanto quanto si sono emozionate loro.
Da quando sono in Italia è come se fosse calata un’ombra sui miei sentimenti, è come se tutto si fosse ingrigito, è come se avessi smarrito la luce che illuminava i miei pensieri. Sarà la realtà contro cui sbatto ogni giorno che mi fa capire che il paese va a fondo e c’è poco da essere felici…o sarà forse il pessimismo dilagante in Italia che prova a farmi vedere tutto nero e contri cui combatto ostinatamente ogni giorno?
Perché chi viene da fuori, come io stessa quando sono rientrata dopo un anno e mezzo di assenza, vede questo paese in modo stupendo? Come mai la prima impressione è così fantastica? Sono scemi i turisti e gli italiani “esteri” o siamo noi a volerci fare del male a tutti i costi? Come sempre, dico io, la verità sta nel mezzo…
Mentre ero immersa in questi pensieri sono arrivate le prime portate.
Ho condito i mie totani con il limone e un filo di olio. Basta quello, no? A loro no.
Avevano un piatto fumante di lasagne davanti la faccia, spaghetti alle vongole il cui profumo giungeva fin nella strada, gnocchetti al gorgonzola che parlavano da soli e ravioli di pesce che non ve li posso descrivere…e loro che fanno? Sofie (quella che sembrava Alice nel paese delle meraviglie) aveva un’insalata come contorno. Secondo voi dove ha messo l’insalata? Io l’avrei lasciata nel piatto. Lei invece ha messo l’insalata sopra i ravioli di pesce!!
Miseria ladra zozza.
Mi è andato un totano di traverso.
A quella vista il viso di Claire si è illuminato: “Posso prendere un po’ d insalata Sofie?” Sofie-Alice ha annuito con il solito sorriso stampato e Claire si è servita: ha messo l’insalata su quel ben di Dio di lasagne al pesto.
Ho sentito una lacrima sul mio viso. Ho cercato di asciugarla per non farmi vedere. Stavo assistendo a una tragedia.
L’Altra Sofie ha seguito l’esempio, inondando di lattuga gli gnocchi al gorgonzola e, non contenta, ha chiesto del peperoncino al cameriere. Perché gli aussie, questo me lo ricordo, mettono il “chilli” da tutte le parti! Pure sugli gnocchi al gorgonzola..nooooooooooooooooooooo
Antonio-Anthony ha fatto lo stesso con gli spaghetti alle vongole….e magari ci può pure stare un po’ di peperoncino sulle vongole…ma anche lui ci ha messo l’insalata sopra…nooooooooooooooooooooooo
Grazie al cielo Daniela aveva preso solo una tagliata alla rucola…ha mangiato tutto ma ha lasciato il parmigiano…
Ma miseria ladra zozza (parte seconda)…..
Ma che volete farci…sono Australiani…. La parte migliore è venuta dopo.
Siamo andati a bere in un locale in piazza delle Erbe, sempre nel centro storico. Abbiamo preso un tavolino proprio davanti l’entrata del bar. Non vi dico gli sguardi che si sono girati sulle ragazze aussie….potete immaginarvi, delle stangone alte e magre, tutte insieme nello stesso gruppo. E quando mai si vede una cosa del genere a Genova?
Io, la piccolina, me ne stavo in fondo, giusto per “non dare nell’occhio”
Una volta sedute,abbiamo ordinato velocemente le consumazioni. Ed è iniziato il teatrino.Quello del venerdì sera nel centro storico di Genova e penso nel centro di qualsiasi città-paese italiano, a cui noi italici siamo abituati: l’ubriacone di turno che ci prova, l’immigrato che tenta di venderti la rosa o il braccialetto…per noi, è normale amministrazione.
Per loro è una roba inconcepibile.
Prima è arrivato un tipo con una Becks (vuota). Si è lanciato su Sofie (quella “normale) chiedendole se voleva la sua Becks. Lei ha detto di no, ma rideva perché gli aussie ridono sempre soprattutto quando vedono altri ubriaconi (empatia?
che stronza…) quindi il tipo chissà cosa deve aver pensato perché ha continuato a insistere.Io gli ho detto di sparire e Claire, che in un anno di permanenza a Genova ha imparato abbastanza bene la nostra lingua, gli ha detto “No, G-R-A-Z-I-E V-A-D-A V-I-A P-E-R P-I-A-C-E-R-E” con un accento australiano pauroso…talmente pauroso che a quello gli ha fatto paura davvero perché è scappato via con la Becks (vuota)” Poi, per due o tre volte, sono passati i soliti Vu cumprà con rose e altre chincaglierie. Gli Aussie devono aver capito l’andazzo, nessuno rideva più quando questi signori arrivavano e io e Claire facevamo tipo poliziotto buono e poliziotto cattivo: io dicevo loro gentilmente di andarsene, lei ripeteva quella frase con il solito accento e quelli si dileguavano! Grande Claire!!
Mi hanno chiesto se era normale tutto questo. Ecco un sunto della conversazione:
Aussie girls: “Ma perché ti disturbano mentre sei a tavola?”.
Io: “Ehmm….cercano di vendere qualcosa. Penso”
Aussie girls: “Ma è legale questo tipo di vendita?”
Io: “………………..”
Aussie girls: “Pagano le tasse come venditori ambulanti?”
Io: “………………….”seguito da grassa risata
Aussie girls: “Come mai allora continuano a farlo?
Io: vi lascio immaginare la mia espressione
A quel punto Anthony-Antonio se ne esce con: “Ma è vero che gli italiani non pagano le tasse?”
Io: “Diciamo che c’è una buona evasione fiscale, ecco…”
Antonio: “E perché?”
Io:”Bella domanda, bravo”.:-D
Antonio: “Siete troppo forti! Ve ne fregate proprio….in Australia vai in prigione se non paghi le tasse, lo sapevi?”
Io: “Si….siete avanti voi. A noi invece piace prendere in giro e farci prendere in giro, che vuoi farci…”
Antonio: “ Se tutti pagassero le tasse, i servizi sarebbero migliori, le strade sarebbero più pulite e…”
Io “Antoniooooooooooooooooo……com’è il mojito che stai bevendo? Buono? Sono contenta!”
Che dovevo dirgli? Mi stava spiegando la scoperta dell’acqua calda…
Dopo poco mi sono congedata, ero pezzi, ma davvero contenta per quella serata stupenda.
Abbiamo parlato di tante cose, e quelle ragazze ( e pure Antonio) si sono dimostrate più profonde di quanto immaginassi, diverse dalle australiane e australiani che avevo conosciuto laggiù. Magari è solo colpa mia. Magari quando ero laggiù non mi sono lasciata andare come avrei voluto, non ho cercato di capirli più a fondo, ho fatto l’errore di generalizzare. E’ vero, buona parte degli aussie sono un po’, come dire, vuoti o hanno poco da dire. Ma ce ne sono tanti che invece non sono così, ci sono molte persone profonde, con interessi, buone e, come dire, capaci di emozionarsi e stupirsi come fossero bambini.
Sono queste le persone che stimo di più in assoluto. Quelle che non smettono mai di stupirsi, per le cose belle e per quelle brutte. Quel gruppo di australiani si è stupito per la bellezza della mia città e al tempo stesso, è rimasto come dire deluso da certi comportamenti sociali che noi invece tolleriamo (i vu cumprà e l’evasione fiscale). Con altri italiani avrei riso di quei venditori ambulanti stranieri e sull’evasione fiscale ci saremmo solo fatti una grassa risata, senza pensarci troppo. Gli australiani invece mi hanno fatto riflettere che forse quello che ci sta facendo male è proprio quello a cui diamo meno peso. E non parlo dei vu cumprà in se stessi, ci mancherebbe, ma della società in generale, di comportamenti come l’evasione fiscale o il commercio illegale che da noi non solo sono tollerati, ma direi pure accettati.
Dovremmo tutti tornare un po’ a stupirci ogni tanto. E a indignarci. Ma non solo di quello che passa in tv o alla radio o sui giornali. Ma soprattutto di quello che questi mezzi di comunicazione non dicono. Sono i comportamenti illegali che tolleriamo. Come,oltre agli esempi prima citati, il fatto che nel centro storico della mia città non gira nemmeno un poliziotto perché i poliziotti hanno paura a girarci. Vi sembra normale? Ne ha mai parlato nessuno? No.
O meglio, si parla della conseguenza ( non ci sono poliziotti per le strade, pochi pagano le tasse, non ci sono servizi, etc…) ma nessuno va al sodo del problema. E siccome questi problemi sono gli stessi da anni, ormai abbiamo smesso di stupirci.
E siccome viviamo in un paese esteticamente e storicamente meraviglioso da quando siamo nati, abbiamo smesso di emozionarci vedendolo. Abbiamo smesso di meravigliarci per quanto sia bello.
Ci volevano gli australiani per svegliarmi! Ma ora Claire parte e tra poco, lo so, ricadrò nel solito torpore italiano…e smetterò nuovamente di stupirmi.
La Maga
Aussie girls. Da sinistra: Claire, io, Sofie, Daniela, Sofie (Alice)