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La capanna danzante di Baba Yaga

Creato il 09 marzo 2013 da Mcnab75

la capanna danzante di baba yaga

Uno dei posti più singolari in cui sono stato è senz’altro la Capanna Danzante di Baba Yaga.
Si tratta, se non lo sapete, di una casetta in legno a pianta circolare o quadrata (ehm, sì, capirete fra poco), dalle dimensioni apparenti di circa 4 metri e mezzo di diametro, in tutto e per tutto simile a una piccola dacia russa, costruita solidamente, ma priva di qualunque fronzolo.
Tuttavia la capanna è in realtà un pocket dimensionale, un po’ come la cabina-astronave del Dottor Who. Al suo interno è grande dieci volte tanto, al punto da avere molte stanze, disposte su più livelli. Il bello è che la capanna è in grado di viaggiare su più piani d’esistenza (portando con sé i suoi passeggeri), apparendo leggermente diversa a secondo di dove va a finire. Perfino il suo arredamento e gli oggetti che contiene possono cambiare forma (o anche quantità!) in base alla dimensione attraversata di volta in volta dalla magica casetta.
Ciò che non cambia mai è l’incredibile impenetrabilità della capanna. A dispetto dell’apparente fragilità, essa è robustissima, nonché protetta dagli incantesimi difensivi della sua temibile padrona, la potentissima strega Baba Yaga.
La particolarità che la definisce “danzante” è dovuta a due enormi zampe di gallina, che possono spuntare a comando, da sotto il basamento della capanna, permettendole di camminare o di volare.
Eppure entrarci non è impossibile, a vostro rischio e pericolo. Io, come vi dicevo, ci sono già stato. Due volte.

baba yaga

Sto parlando di The Dancing hut of Baba Yaga, uno dei moduli più divertenti in assoluto, pubblicato nel contesto di Advanced Dungeons & Dragons – Second Edition. Da esso è stato tratto anche un librogame, pubblicato in Italia dalla validissima (nonché storica) E.Elle Edizioni.
La singolare natura della capanna danzante, e la spaventosa potenza e bizzarria della sua padrona, riescono a creare un’atmosfera da fiaba cupa, non priva di trovate davvero singolari e inedite, soprattutto per un gioco di ruolo solitamente improntato su classiche atmosfere da fantasy high power.
Ci sono dei punti in comune con già recensito setting di Ravenloft, come per esempio la location extradimensionale della capanna. Per la serie: ci si entra per sbaglio, ma uscirne sarà davvero un’impresa. A differenza del semipiano oscuro, la casa di Baba Yaga è un vero e proprio microverso fatato, pieno di meraviglie e di cose terribili. Immaginatevi un Paese delle Meraviglie contenuto in un edificio in cui perfino la collocazione delle stanze può cambiare da un momento all’altro. Avrete soltanto una piccola idea di cosa vi spetta durante l’esplorazione.

La stessa Baba Yaga, creatura presa in prestito dal folklore russo, è una sorta di dungeon master dentro il dungeon master. Così potente, esperta e astuta da risultare praticamente invincibile, rappresenta una vera e propria divinità nel contesto della sua casa. Il suo controllo sulla capanna è totale, così come lo è quello sulle creature che la popolano. Tra golem, elementali, demoni evocati dai Nove Inferni, serre abitate da treant schiavizzati, imp, laboratori alchemici, fontane fatate e moltro altro ancora, c’è da rimanere spesso e volentieri con gli occhi sgranati dallo stupore.
Il bello dell’avventura è che, una volta tanto, la missione non è quella di uccidere Baba Yaga, bensì uscire sani e salvi dalla capanna, magari utilizzando più l’astuzia che non la forza bruta.

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Il modulo d’avventura, e per alcuni versi anche il librogame, hanno il raro potere dell’immaginazione, quella vera. Leggendo e giocando questi due volumi ho provato un forte senso di immedesimazione. Quasi come se in quella capanna ci fossi finito per davvero. Una sensazione che avrà accumunato – credo – molti lettori di libri quali Il Mago di Oz o Alice nel Paese delle Meraviglie.
Poco importa se molti giudicano queste forme di evasione mentali inutili, o perfino pericolose. Io dalla capanna di Baba Yaga sono uscito vivo e arricchito di tanti bei ricordi, del tutto simili a quelli dei tanti veri viaggi fatti in prima persona.
Sono trascorsi molti anni dall’ultima volta che ci son stato, eppure ricordo ancora benissimo quel posto. Qualcosa vorrà pur dire.

Nel mentre Baba Yaga l’ho ritrovata in posti impensabili.
Innanzitutto nel titolo di un film di Corrado Farina, che mischia erotismo e horror. Magari ne riparleremo più nello specifico, in futuro.
L’ho poi incontrata nel fumetto di Mike Mignola, Hellboy. In questo contesto la strega è stata caratterizzata come una delle più potenti avversarie del ragazzo-demone. Qui trovate (in inglese) un interessante pagina che racconta la sua storia, i suoi rapporti con Grigori Rasputin, i suoi poteri  tutte le comparsate che fa in diversi numeri del comic.
Chiudo con una piccola e sciocca nota personale: la capanna danzante di Baba Yaga mi ha fornito lo spunto iniziale per la mia game novel, Tomato Moth. Mi interessava proprio riprendere questo genere di suggestioni, salvo poi magari andare a parare ben lontano dalle atmosfere di AD&D. Devo ammettere di essere soddisfatto della scelta fatta. Spero sia di buon auspicio.

Baba Yaga disegnata da Mike Mignola.

Baba Yaga disegnata da Mike Mignola.

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