Non ti ricorderò come si fa con chi è partito.
Non ti ricorderò come si fa con chi è morto.
Tu vivi e vivrai in ciò che mi hai donato. Mi hai insegnato ad amare. Di un amore fatto di piccoli gesti, piccole cose, piccole attenzioni per chi sia ama. Mi hai insegnato che se vuoi essere amato devi saperti anche rendere amabile. Mi hai insegnato che non è bene essere una bandieruola che cambia con il cambiare del vento. Mi hai insegnato a tacere al momento giusto e ad urlare quando è necessario. Mi hai insegnato che la fede ha bisogno di essere alimentata e che non ha nulla a che vedere con il sentimentalismo. Mi hai insegnato che l'esempio vale più di mille parole e che la conoscenza argina il male che deriva dall'ignoranza. Mi hai insegnato a non accontentarmi, ad essere ambiziosa, ed al tempo stesso a mortificarmi perchè solo se riconosco di essere niente posso essere davvero utile a Dio. Mi hai insegnato che non esistono idoli, nè ideali, ma valori concreti e una sola via e una sola verità. Questi ultimi giorni trascorsi assieme hai portato una croce pesantissima. Non un'imprecazione, non una bestemmia, non un grido di ribellione. Hai accolto la malattia come un privilegio, come una carezza di Dio, così hai scritto nella lettera in cui la tua anima ha parlato ed il tuo cuore si è aperto. E nel vederti salutarci, nel tuo ultimo respiro, la serenità ha permeato il mio cuore, sapendoti al cospetto di Dio, partecipe del Suo immenso Amore.
Non ti ricorderò come si fa con le persone che sono lontane.
Non ti ricorderò come di fa con chi è partito.
Non ti ricorderò come si fa con chi è morto.
Tu vivi e vivrai in ciò che ci hai donato.
Grazie mio dolcissimo Papà...ci sono persone che si devono accontentare di un solo padre...io ho avuto la fortuna di averne due, il Papà che mi ha generato, per sette bellissimi anni, e Te, mio Papà putativo e spirituale, per ben venticinque anni...è solo una questione di tempo...formeremo un domani una numerosissima famiglia...
Grazie di tutto!