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La Caritas di Alessandria in aiuto di Giappone e Libia

Creato il 24 marzo 2011 da Lapulceonline

terremoto giapponeDopo il terremoto e lo tsunami che hanno colpito le terre nipponiche lo scorso 11 marzo e i recenti avvenimenti in Libia, la Caritas alessandrina sta cercando di aiutare le popolazioni in difficoltà attraverso interventi mirati. Per sostenerli  è possibile inviare delle offerte attraverso il conto attivato presso il Banco di Desio e della Brianza (IBAN: IT82M0344010400000000121700).

La situazione in Giappone è critica: “Facciamo tutto quanto ci è possibile”, dice padre Daisuke Narui, direttore Caritas Giappone. Consapevole che ogni sforzo è solo un piccolissimo tassello nell’enormità dei bisogni, ma c’è anche un grande senso di unità, solidarietà, condivisione. A Sendai è stato aperto nei giorni scorsi un centro di aiuti per i sopravvissuti del terremoto e dello tsunami. Nelle parrocchie e in molte scuole cristiane è stata avviata una raccolta fondi da utilizzare per gli aiuti d’urgenza e, in un secondo momento, nel piano di ricostruzione delle case colpite. Caritas Italiana ha messo a disposizione un primo contributo e ha lanciato una raccolta fondi per continuare a sostenere gli interventi di Caritas Giappone.

La situazione nel paese nord africano è di estrema difficoltà e i volontari fanno fatica a dare il loro contributo. “La nostra comunità, i lavoratori cristiani sono ancora qui e non possiamo abbandonarli. Prego e spero che tutto questo finisca prima possibile”. È l’ultima comunicazione di monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vescovo di Tripoli, prima che si interrompessero. Sempre a Tripoli i religiosi aiutano come possono tutti quelli che si rivolgono a loro, in coordinamento con le organizzazioni locali di assistenza. Sono sostenuti da volontari, ex lavoratori immigrati che si sono messi a disposizione. Caritas Tunisia ha già installato un posto di accoglienza sul confine, in collaborazione con altre Caritas nazionali e in particolare con il sostegno di operatori di Caritas Libano che parlano arabo. Svolgono attività di informazione, cura e smistamento dei casi più vulnerabili, oltre che di accoglienza fraterna, nella consapevolezza che si tratta di persone traumatizzate, non solo bisognose di viveri e sicurezza. Sul confine egiziano, un altro staff aiuta anche nella distribuzione di viveri. È in arrivo anche un gruppo di operatori di Caritas Bangladesh, poiché sono migliaia i rifugiati di origine bengalese in attesa di rimpatrio. Inoltre nel Niger uno staff si è attivato per facilitare il rientro a oltre tremila immigrati riusciti ad attraversare il deserto del Sahara. Caritas Italiana resta in costante contatto con lo staff della Chiesa rimasto in Libia e ne sostiene le attività di assistenza, in particolare a favore degli immigrati, nonostante l’attuale difficoltà nei collegamenti e nel far giungere aiuti diretti. Una prima somma è stata destinata per acquisto di aiuti d’urgenza, ma i bisogni sono purtroppo destinati a moltiplicarsi.

Per informazioni ci si può rivolgere agli uffici di via delle Orfanelle 25 (0131 253119), aperti dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 12,30.


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