«La carota fa bene alla vista »,
«La carota fa crescere i bimbi sani e forti». Si dicono un sacco di belle cose sulla carota, anche se poi spesso non sempre la sappiamo coltivare ed usare nel modo migliore. Ad esempio molti non sanno che le vitamine se ne vanno quando la si pulisce grattandola in superficie. Lo strato superiore è infatti il più vitaminizzato e non si dovrebbe mai toglierlo: per pulirlo basta strofinarlo energicamente con uno spazzolino a setole dure.Le carote contengono una sostanza, chiamata beta-carotene, che il nostro corpo trasforma in vitamina A. Bastano sessantacinque grammi, cioè una piccola carota, per darci tutta la vitamina A di cui abbiamo bisogno in una giornata. Impariamo quindi delle semplici regole per coltivare questo ortaggio, uno degli alimenti più sani da portare in tavola.Detto ciò vediamo come coltivarla.La carota va seminata in un posto al sole e soprattutto in un terreno ben drenato, quasi sabbioso. Questo vuol dire che dovremo lavorarlo un po’ per evitare ristagni d’acqua e mischiare sabbia in abbondanza mentre zappiamo e vanghiamo per ammorbidire la terra. Il drenaggio sarà ancora migliore se con un badile avremo sagomato una bella aiuola larga circa un metro, con sponde alte una decina di centimetri. Dal momento che la terra smossa è più voluminosa di quella compressa, non sarà necessario aggiungerne altra. Terminata l’aiuola però è meglio pressare un po’ la terra usando il badile o, se l’abbiamo, un rullo. La carota infatti non vuole stare in un terreno troppo soffice ma deve avere la radice ben fasciata. Quanto alla concimazione, la migliore che possiamo fare è mettere, per ogni metro quadrato di terra, cento grammi di un concime detto “ternario” perchè contiene azoto, fosforo e potassio. La proporzione tra questi elementi varia da concime a concime ed è indicata sulla confezione da una combinazione di tre numeri.Quelli giusti per le carote sono 15-10-18, che indicano, rispettivamente, la quantità di azoto, fosforo potassio. Evitiamo invece di concimare aggiungendo letame al terreno, perché farebbe crescere carote di forma irregolare. Meglio però se seminiamo in un’aiuola che è stata concimata con letame e coltivata con altre piante l’anno prima, così il letame avrà avuto tutto il tempo per decomporsi perfettamente.
La semina
Preparato il terreno passiamo alla semina. Le carote possono essere seminate un po’ tutto l’anno, tranne che nei mesi che vanno da ottobre a febbraio. Questo quindi è il momento giusto per farla, ricordando comunque che la carota si sviluppa bene fino a quando la temperatura non va sotto i dieci gradi e che le crescite migliori le abbiamo con temperature tra i tredici e i diciotto gradi. Mettiamo i semi in solchi profondi circa un centimetro e distanziati venticinque/trenta centimetri. Poi richiudiamoli, passandoci sopra il rastrello e, subito dopo, bagnamo con un getto a pioggia molto fine, per non spostare la terra.Attenzione: i semi della carota sono piccolissimi (un migliaio pesa appena un grammo), quindi l’unica maniera per maneggiarli e distribuirli abbastanza distanziati è di “mischiarli” mettendone un pizzico in un pugno di sabbia e spargendo poi nel solco questo miscuglio sabbia/semi. Un trucco per far sviluppare i semi più in fretta è metterli in terra subito dopo averli tenuti per un giorno e una notte in un panno umido. Quando le piantine hanno raggiunto i sette/otto centimetri di altezza, dobbiamo tirarne via qualcuna con le mani e lasciarne una ogni cinque/dieci centimetri.Questo lavoro si chiama diradamento e il momento migliore per farlo è quando il terreno è umido. Con il terreno asciutto infatti rischieremmo di rompere la radice o comunque di sollevare, attorno alla carota in formazione, una zolla di terra, finendo per danneggiare anche quelle che crescono vicine. Quando si coltivano le carote, un buon diradamento è più importante che con altri ortaggi, perché se le carote crescono troppo e vanno a toccarsi l’una con l’altra, il raccolto sarà pessimo.In seguito dovremo fare delle “sarchiature”, cioè rompere la crosta di terreno duro e compatto che si forma in superficie e nello stesso tempo strappare le erbacce che soffocano le piantine. Per questa operazione si usa un attrezzo con degli uncini che si chiama appunto “sarchiatore”.Bisognerà poi annaffiare per mantenere il terreno umido, senza però esagerare. Ricordiamoci infatti che le carote che mangiamo sono essenzialmente delle radici, anche se sarebbe più preciso chiamarle fittoni, e quindi non possiamo rischiare che marciscano per troppa umidità.
Il raccolto
Un buon raccolto di carote si aggira sui due o tre chili ogni metro quadrato: non male per una valanga di vitamine. Non dobbiamo però farci ingolosire dalla possibilità di raccogliere carote più grandi: le carote è meglio raccoglierle prima che finiscano di crescere, altrimenti ce le ritroveremo dure e piene di lunghe spaccature. Arrivato il momento giusto raccogliamole quindi senza paura anche tutte insieme. Non abbiamo infatti da temere che vadano a male: in frigorifero si conservano per mesi. Sempre che non ce ne sia qualcuna già ammuffita, in tal caso diffonderebbe la muffa anche a quelle vicino. Quindi, facciamo attenzione.Quindi da oggi non manchi mai carote nella nostra dieta alimentare,co questo termino il mio appuntamento consueto del martedì con il sottoscritto Andrea che come sempre vi augura un buon giardinaggio a tutti.