L’evento
In occasione della giornata dedicata a tutte le donne, è stata promossa la Carta di Intenti : IO PARLO E NON DISCRIMINO. Nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale si è parlato della lotta alla discriminazione di genere attraverso il linguaggio. Il linguaggio è uno strumento, è un veicolo strategico o un “asse portante” come è stato definito dai relatori presenti in aula di fronte alla platea di studenti e di uditori.
I relatori
A moderare la discussione la giornalista Milena Boccadoro, che ha avviato la conferenza introducendo il video di Piero Fassino. Alle parole di esordio del Sindaco di Torino che ha detto “ La parità di genere deve ispirare non solo il comportamento collettivo ma anche quello privato”, è seguito l’intervento di Monica Cerutti. Secondo l’Assessora alle Politiche di Pari Opportunità di Torino, la Carta di Intenti insieme ad un’altra mozione che il Consiglio Regionale sta esaminando in questi giorni, deve contribuire a superare gli stereotipi ed educare all ’affettività.
Infatti, il Consiglio Comunale di Torino e il Consiglio Regionale del Piemonte hanno deciso di approvare delle Mozioni legate all’adozione di un linguaggio che prendano atto del rispetto delle donne e che abbattano le discriminazioni di genere. I tempi per portare avanti la nuova partita sono maturi: bisogna partire dall’educazione dei giovani che rappresentano il futuro e procedere con corsi di formazione e sensibilizzazione per i dipendenti.
Gli interventi
Anche il mondo dell’università ha dato la sua risposta come provano gli studi di Cecilia Robustelli, professoressa presso l’Università degli Studi di Modena e di Reggio Emilia. Secondo la linguista, il maschile non è un genere neutro e quindi può essere declinato anche al femminile. “ Non ci nascondiamo dietro al pretesto della bellezza fonetica delle parole per non declinarle” ha aggiunto. A questo si somma il background della lingua italiana che è ricca di espressioni proverbiali legate ad insegnamenti della cultura popolare quanto alla mentalità patriarcale e maschilista.
Nemmeno i media aiutano, però , nella battaglia, piuttosto producono ambiguità. A questo proposito è intervenuta Claudia Padovani, coordinatrice per l’Italia del Global Media Monitoring Project 2015 che insieme all’Università di Padova ha condotto una ricerca sul rapporto tra genere e media nel contesto internazionale. Inoltre, è stato menzionato Il piano d’azione Pechino 1995 per la Conferenza Mondiale sulle donne, ricordando due obiettivi in particolare che dovrebbero essere attuati da tutti i paesi: la rappresentazione delle donne bilanciata e non stereotipata nei media insieme all’ aumento della presenza delle donne nei ruoli di potere nei media e attraverso i media. Infatti, dai dati statistici relativi al 2015, raccolti dal team della Padovani, si è notato come solitamente in tv si parli di donne, che non sempre rivestono delle cariche elevate nella scala sociale. Piuttosto, è frequente il riferimento all’ ambito della moda, benessere e salute rispetto al settore politico, economico e in generale dirigenziale.
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