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I ragazzi scoprono che il cottage , abbandonato da anni è pieno di carcasse di animali , Eric scopre uno strano libro di cui comincia a leggere qualche passo ad alta voce. Lui non sa che cosa ha appena scatenato.
Ma se ne accorgerà ben presto assieme agli altri.....
Difficile per uno come me, fan irriducibile del brand Evil Dead, approcciarsi a questo nuovo film in maniera neutra, cioè senza pregiudizi e senza isterie particolari. Difficile ma non impossibile.
A scanso di equivoci La casa di Fede Alvarez è un ottimo prodotto di genere. Ma il problema è che c'è l'altro e questo film non ha nessuna possibilità di scalzarlo dalla mia scala degli affetti cinematografici.
Un ottimo surrogato, quello si, che, appena tornato a casa mi ha fatto subito venir voglia di andare a vedere l'altro e di reinnamorarmene di nuovo.
Ecco, se solo a un decimo dei giovincelli presenti in sala a gioire per tutti gli eccessi visivi e sostanziali di questo remake ( o reboot? boh!) venisse la voglia di andarsi a rivedere l'originale, allora La casa del 2013 avrà raggiunto un importante obiettivo. Far conoscere alle nuove generazioni uno dei capisaldi del genere horror con cui sono cresciuti i loro padri .
Naturalmente tra i due film ci sono pochi paragoni da fare: se il film di Raimi era fatto con un pugnetto di dollari , il remake conta su un budget di circa 17 milioni di dollari che non sono nulla per gli standard del blockbuster hollywoodiano ma che permettono diverse cosette che il 22enne Raimi all'epoca non aveva potuto permettersi.
L'idea che ho del film di Alvarez è che sia ostentamente vintage anche se è chiaro che ha assimilato la lezione di tutto lo scibile horror venuto dopo l'Evil Dead dell''81.
E se il film di Raimi rappresentava un film di rottura rispetto a tutto il passato proiettandosi verso un nuovo modo di fare horror, quello di Alvarez , pur rappresentando un qualcosa di estremamente diverso rispetto ai canoni estetici odierni, non rappresenta, non può rappresentare una rottura così netta rispetto a quello che si vede sugli schermi odierni. E invece di proiettarsi al futuro si proietta verso un passato glorioso.
Alvarez usa gli stessi ingredienti, inserisce piccoli particolari notati dai puristi della saga come per ingraziarseli e farli sentire importanti perchè molti ( e segnatamente i più giovani ) non li noteranno, rifinisce tutto molto meglio e aggiorna in qualche punto la scarna ossatura della sceneggiatura originale dell'altro film, dotando alcuni personaggi di un background che a conti fatti risulta superfluo, perchè tanto, inutile starci a girare intorno, l'unica cosa che conta è la mattanza che è di lì' a venire.
E sotto questo profilo il film non delude, anzi: in un crescendo di stravasi di sangue e di altri non ben identificati liquami corporei, La casa di Alvarez stimola le sinapsi giuste e regala la sua bella dose di divertimento oltre che a un pugno di sequenze veramente di alto livello.
Il problema è che manca l'effetto sorpresa e che mancano quei sobbalzi anche un po' bastardi che il primo film regalava in grande quantità.
C'è , come dire, meno complicità tra autore e spettatore.
Gli effetti speciali sono tutti rivolti al passato e risaltano per la loro artigianalità in tempi in cui la computer grafica la fa da padrona nel genere.
Raimi ha affermato in un'intervista di essere stato presente costantemente sul set ( in veste di produttore) , di aver lasciato totale libertà creativa ad Alvarez e al suo team, ma credo che vedendo il tutto dalla prospettiva del giovane regista uruguayano, non deve essere stato facile metabolizzare la presenza quotidiana del creatore di questa saga, appollaiato come un avvoltoio su una spalla.
In definitiva La casa del 2013 è una versione extralusso de La casa del 1981, un riaggiornamento che non tradisce lo spirito dell'originale, anzi.
Il nuovo vintage horror.
( VOTO : 7+ / 10 )
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