Magazine Cultura

La casa dei Trenta Rumori- Diego Monfredini

Creato il 07 febbraio 2014 da Philomela997 @Philomela997

Dialettismi-Videoarte-Poesia

La quantità di premi che ha vinto questo ShortFilm rende inopportuno elencarli.

Per me, la sede della meraviglia non sta nel ritrovarsi improvvisamente dentro una profonda attesa, attraverso il ricordo di un tempo antico, di gioventù e di promessa. Non sta nel ritrovarsi dentro incredibili paesaggi, in una terra che ti sembra perfino di poter odorare. Non sta nella profonda poesia sensibile delle immagini, della musica, delle parole d’amore.

Per me la meraviglia sta nel suono delle voci, nel parlato, in quel dialetto aspro e rugoso che racconta davvero questa storia e che la fa vivere in modo unico. Se la si traducesse, la si parlasse in un’altra lingua, non sarebbe altro che una finzione, una recita incapace di far sognare.

LA CASA DEI TRENTA RUMORI

Scritto e diretto da: Diego Monfredini.
Con: Domenico Sabella, Federica Naso, Rino Sabella, Maria Rosa Cacciatore.
Voci narranti: Faro Como, Gessica Navarra.
Traduzione in siciliano: Faro Como.
Casting: Claudio Colomba.

Original soundtrack: Corrado Confalonieri, Riccardo Parmigiani, Bulent Ozmen.
Original song: “Mirrors” by Caretaker (Corrado Confalonieri, Riccardo Parmigiani).

Versione sottotitolata inglesevimeo.com/35622095

Si ringrazia: ZEPSTUDIO, Cici Film Festival, Filodrammatica Del Golfo.

Sinossi: La casa dei trenta rumori è la culla di un moto perpetuo: l’attesa infinita di un ritorno che deve arrivare per forza dal mare. L’Eterno Ritorno.

Testo di Diego Monfredini. Traduzione in dialetto siciliano a cura di Faro Como.

Lui

Non so quando ma tornerò.  Il mio arrivo sarà inaspettato.

Sarò più grande, vestirò come un uomo.

Se mi guarderai forse non mi riconoscerai.

Allora ti dirò le rincorse nel grano, giù alla casa dei trenta rumori. Quanto sentirsi, averne quasi paura..

E ti dirò l’ ulivo del tuo giardino, quando muovevi per gli arbusti di fichi e guadagnavi di corsa il mare.

Mi aspetterai? Io ti darò i segni per riconoscermi: mille di queste parole che tengo strette tra i denti.

Lei

Non so quando ma tornerai.  Il tuo arrivo sarà inaspettato.

Sarai più grande, vestirai come un uomo.

Se mi guarderai forse non mi riconoscerai.

Allora ti dirò le rincorse nel grano, l’amore dopo i trenta rumori.

E ti dirò l’ odore dei forni, della paglia dura quando appena si taglia..

e l’ombra delle reti al molo, quando eri tu ad aspettare anche una sola parola che arrivasse dal mare..

Troppo tempo ho chiuso tra i denti mille di queste parole: ti aspetto da sempre, e tu forse ritorni ogni volta


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :