La casa passiva è una abitazione in cui la parola d’ordine è “autosufficienza”. Autosufficienza perché la casa passiva è una sorta di abitazione in cui i consumi energetici sono praticamente nulli, o, per meglio dire, in cui non vi è alcun impatto sull’ambiente, in quanto essa sfrutta le risorse normalmente presenti sul territorio.
Questo tipo di progettazione, ad opera della nuova disciplina in atto, l’architettura sostenibile, prevede, almeno nelle zone italiane – dotate di un clima temperato – soluzioni progettuali che accolgano anche l’esigenza del raffreddamento. In ogni caso, le risorse rinnovabili sfruttate da questa abitazione, sono chiaramente il sole e il vento: gli impianti di riscaldamento sostenibili provengono dai pannelli solari termici, dalla geotermia o dagli impianti a biomassa, mentre gli impianti elettrici funzionano grazie ai pannelli fotovoltaici, o meglio, grazie all’energia eolica (il vento).
Questo modo di produrre energia rende non solo la casa passiva, come abbiamo chiarito all’inizio dell’articolo, “autosufficiente”, ma anche sostenibile: la conclamata autosufficienza è data dal fatto che essa sfrutta le energie normalmente esistenti sul pianeta – e che soprattutto in questo modo diventano rinnovabili, come il sole, il vento e l’acqua – mentre la sostenibilita’ è data dal fatto che l’utilizzo intelligente ed innovativo di queste tecnologie consente di ridurre le emissioni in atmosfera di CO2 e di altri gas inquinanti, letali per il pianeta e non in linea con il programma di sviluppo sostenibile voluto dalla bioedilizia.
