La casta politica non vuole fare sacrifici: 6 parlamentari siciliani ricorrono contro il taglio del doppio stipendio

Creato il 22 agosto 2011 da Madyur

Il popolo vorrebbe sacrifici dalla politica , quindi il governo ha deciso di fare dei tagli. Tra questi un taglio di 1753 poltrone fra Regione, Province e Comuni. E sotto la mannaia dovrebbe finire anche 40 dorati scranni dell’Assemblea siciliana, che oggi ha 90 membri e indennità da record (20 mila euro mensili lordi).

Alla giunta Lombardo non piace assolutamente la manovra Tremonti-Berlusconi . Impone una riduzione , non per legge ordinaria ( lo Statuto siciliano ha rango costituzionale) , ma come condizione necessaria alla concessione dei fondi statali per il federalismo. Quindi, o la Sicilia riduce i costi della politica o può dimenticarsi del contributo di solidarietà previsto per le Regioni speciali.

“Vogliamo concorrere alla razionalizzazione della spesa ma il principio della perequazione – afferma l’assessore regionale all’Economia Armao – non si tocca. Anche perché è stato riaffermato in una recente sentenza della Corte Costituzionale”. Quindi la Regione Siciliana ha intenzione di rivolgersi alla Consulta contro , secondo loro, una manovra iniqua e dannosa.

Orientamento già condannato da Pd e Udc che fanno parte della maggioranza che sostengono Lombardo. Il timore è che passi l’idea della casta che rifiuta i sacrifici.

Non migliorano la situazione i 6 parlamentari di centrodestra che proprio in questi giorni , noncurante dell’austerity , che fanno grondare il sangue del premier. Hanno fatto ricorso alla Corte dei Conti per non perdere una doppia indennità figlia anch’essa della politica siciliana. Un privilegio a loro dire ingiustamente eliminato : la possibilità di cumulare la pensione da consigliere regionale con lo stipendio da deputato o da senatore.

Una facoltà che era concesso chi aveva svolto il ruolo di consigliere in Sicilia , maturando il diritto al vitalizio prima di essere eletto alla Camera o Palazzo Madama . Alla magistratura contabile si sono rivolti i senatori Calogero Mannino del gruppo misto della Camera, Sebastiano Burgaretta e Giuseppe Firrarello del Pdl, Vladimiro Crisafulli del Pd , Salvo Fleres della Forza del Sud e il deputato pidiellino Alessandro Pagano. Hanno presentato ricorso sulle argomentazioni populistiche che starebbero alla ase delle decisione dell’Ars di sospendere il vitalizio regionale.

Tutti uniti , anche se divisi politicamente , per riavere quella entrata extra – da tre ai seimila euro (lordi) – che andava a irrobustire la busta paga da parlamentare. Portando lo stipendio a ventimila euro netti. Il presidente dell’Ars , va già duro “In questo momento di sacrificio per l’intero Paese un’iniziativa del genere è semplicemente indegna”


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