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La catena di Sant’Elio

Creato il 18 febbraio 2013 da Scribacchina

Complice il Festival di Sanremo (che confesso senza vergogna di aver seguito – alla mia maniera però, cioè non tutte le sere e non dall’inizio alla fine), sto rispolverando in questi giorni l’opera omnia di Elio e le Storie Tese.

Non so voi, ma io che li ascolto da tempo immemorabile (cioè da quando sono nati) sono rimasta scioccata sentendo annunciare dal palco dell’Ariston che La Terra dei Cachi risale a 17 anni fa.
DICIASSETTE ANNI FA: una notizia che ti fulmina sull’istante, e se non fossi già stravaccato sul divano cercheresti una brandina per stenderti e riprendere conoscenza.
… Ma se era uscito l’altro ieri, quel brano? Certo, lo ricordi perfettamente: tutta Italia era sotto shock. Un brano totalmente out per la media di Sanremo, tanto demenziale quanto intelligente. E si era classificato al secondo posto, sì, il secondo posto, il regno di Toto Cutugno: inconcepibile!
E ancora, le radio invase dal tormentone «Italia sì, Italia no»: musica fuori dagli schemi ma incredibilmente vera, suonata divinamente. Lontana anni luce dalle solite hit composte e suonate a tavolino.

Risentendo i brani di Elio, particolarmente quelli più vecchi, mi sono chiesta: chissà se i giovani del giorno d’oggi, i sedicenni sbarbatelli che si dichiarano grandi fan dell’Elio nazionale, riescono a capire al 100% l’ironia di queste parole radicate in un determinato momento storico e legate a fatti, situazioni e cose delle quali probabilmente non hanno mai sentito parlare.

A questo proposito, mi sono ricordata che ai tempi gli Elii avevano diramato un comunicato dal titolo “3D – C’è vita nella terza dimensione?”. Era una specie di catena di Sant’Antonio: bisognava farne sette copie e distribuirle a colleghi, amici, condomini, pena i soliti sette anni di sciagure. Il comunicato era stato pubblicato da diversi periodici, tra i quali anche il mio – indovinate chi lo fece pubblicare?

;-)

Mi sembrava fosse una cosa simpaticissima, divertentissima, frizzantissima. Rileggendola, noto con stupore che oggi mi lascia un po’ di amaro in bocca.
Non so se anche a voi, vegliardi nati negli anni ’70 come la sottoscritta, farà lo stesso effetto: io ve lo ripropongo.

Elio e le Storie Tese


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