Ciclo di Eymerich II
← Nicolas Eymerich, inquisitore
Il corpo e il sangue di Eymerich →
di Valerio Evangelisti
Voto: 9 (su 10)
su aNobii:
Poco più tardi, percorrendo il sentiero di collina tra il castello dei Quart e il fondovalle, Eymerich poté assaporare la piena soddisfazione di essersi liberato dalla scorta.
Da sempre la solitudine era stata il suo conforto, il suo momento di più intima gioia e di libertà interiore.
Nel 1365 il papa Urbano V manda l’inquisitore Eymerich in Valle d’Aosta, dove gira voce sia ancora attiva una comunità di catari.
Nel ventesimo secolo, una misteriosa associazione filonazista chiamata RACHE sembra molto interessata ad una sostanza in grado di modificare il DNA.
Strani mostri dalle membra umane e ferine insieme accomunano le due storie distanti sei secoli.
Eymerich mi piace sempre di più. In questo libro lo troviamo più maturo (ha 45 anni) ma è rimasto sempre lo stesso, sempre fortemente misantropo, sempre disgustato dal contatto fisico, sempre bisognoso di solitudine. In più si aggiunge in questo romanzo un cruccio che lo tormenta fin da bambino: la consapevolezza di una dualità nel suo essere, di avere l’anima come divisa in due.
La parte storica del romanzo, quella riguardante appunto Eymerich, è quella che mi è piaciuta di più. Stavolta le parti “moderne”, sebbene sempre interessanti e a volte anche parecchio inquietanti, mi parevano solo un “ostacolo” al proseguimento delle vicende del mio inquisitore preferito, anche perché invece dei tre piani temporali del romanzo precedente, qui ce ne sono parecchi. La storia di Eymerich infatti si alterna a capitoli chiamati “anelli”, come i componenti di una catena, che si dipanano a partire dal 1937 fino a un ipotetico presente o prossimo futuro. Sono queste le storie “peggiori”, in cui la crudeltà umana dà il peggio di sé, facendo impallidire a confronto le pratiche inquisitorie, che si “limitano” alla tortura e all’esecuzione capitale.
Ancora una volta i nemici di Eymerich sembrano molto meno “cattivi” dell’inquisitore e del suo seguito, ma non si può proprio non tifare per questo enigmatico personaggio. Ho avuto infatti un sacco paura per lui nel finale, ho davvero temuto che l’avessero annientato, tanto che ho letto gli ultimi capitoli tutti d’un fiato, nonostante avessi deciso di centellinare questo libro leggendone un po’ alla volta per farmelo durare fino alla fine dell’anno. Eymerich per fortuna alla fine si è salvato, ma soprattutto ho adorato quando nell’Epilogo ci dimostra come avesse previsto tutto, assicurandosi ogni possibile via d’uscita, per risultare comunque trionfatore, pur uscendo da una penosa sconfitta.
Non ho potuto non dare a questo libro 5 stelline, perché mi è piaciuto più del precedente, a cui avevo dato già un 8 e 1/2. Ero un po’ indecisa, perché, come ho detto, la parte che non riguardava Eymerich mi è piaciuta di meno, ma è stata comunque molto avvincente ed emozionate, per cui mi sono detta che potevo premiare questo libro col massimo delle stelline!
Dammi 3 parole
Passato, futuro: inquietantiInformazioni sul libro
Partecipa a La sfida nascosta, Sfida stellare!, La sfida del protagonista, La sfida a tema! Terza edizione e Sfida… del mistero.
Il segnalibro qui a destra è quello che ho usato durante la lettura, ed è stato realizzato da Savea.
Anno: 1995
Casa Editrice: Mondadori
pagine: 277
Le catene di Eymerich su aNobii
Un po’ di frasi
Homer Loomis osservò oltre la vetrata il corpo massiccio del gesuita disteso sul lettino, trattenuto da cinghie strette al collo, ai polsi, alla vita e alle caviglie. Senza gli occhiali scuri e con la barbetta spettinata il prete sembrava avere perduto ogni energia. Fissava con sguardo spento la dottoressa che, seduta al suo fianco, parlava incessantemente.
[incipit]
Continuarono a cavalcare in direzione del fiume, le cui acque gelide luccicavano nel fondovalle, illuminate da un sole che non scaldava.
[explicit]