Come sapete ormai 1 settimana fa ho invitato alcuni amici a casa mia per cena. La presenza di una ragazza vegana e la mia voglia (so fare solo quello) di cucinare qualcosa di napoletano hanno trasformato la cena in veganapoletana.
E così dal primo pomeriggio vai di "paste cresciute" al profumo di rosmarino, vai di acqua sale e farina per preparare pizzette e calzoni. Dietro le risate, dietro il mio rossore legato al calore dei fornelli, dietro quel bicchiere di vino bevuto in compagnia c'è stata davvero soddisfazione. Ma sapete qual è stata la più grande gratificazione? Ricevere complimenti e ringraziamenti a distanza di una settimana.
Prima di questa cena invitai alcuni ex colleghi a casa mia. Hanno mangiato, hanno criticato i piatti preparati (un po' tiepidini) e se ne sono andati. Chi li ha più sentiti?
Riflettevo su certe piccole attenzioni a cui tanto tempo fa davo tantissima importanza, poi non ricevendole mi ero abituato, forse sbagliando, a soprassedere. La vera gentilezza si dimostra anche con un grazie, anche se il cibo preparato non era buono, la vera gentilezza si dimostra tacendo anche se le portate non sono a temperatura ottimale.
Dopo venerdì scorso mi sono reso conto di due cose: la prima è che mi sono circondato di persone che danno per scontato tutto e pensano che un invito a cena equivalga ad andare al ristorante. La seconda è che un semplice grazie mi fa così piacere che in passato ho sbagliato a non dare peso alla cosa quando non mi veniva detta.
Lascio su questo blog questo mio pensiero perchè ci tengo: ringrazio chi mi ha fatto sentire importante, la fatica e il sudore misto ad olio fritto che imperlavano la mia fronte sono stati così ripagati da aver voglia oggi stesso di ripetere una nuova cena.
Amoon