L’uomo dal cuore triste pensò che Pasquale si era dimostrato più fragile e confuso di quanto avesse mai pensato. Forse aveva sempre sbagliato l’angolo di osservazione delle persone, era stato così preso dalla loro splendida diversità da non vedere la loro fragilità. È da questo passaggio, tratto dall’ultimo capitolo, che ho cominciato una breve analisi del bel libro di Pierfrancesco Matarazzo, La certezza del dubbio (Photocity Edizioni, 175 pagine).
I due termini contrapposti – certezza e dubbio – sono la chiave per comprendere appieno l’intensità del romanzo: certezza e dubbio si rincorrono, infatti, di volta in volta quando si è titubanti, quando ci si sa ricredere, quando si riesce ad accettare anche chi differisce dalle certezze che abbiamo e che riteniamo (o almeno ci sembrano) universali. Da Socrate fino a Cartesio, investire di dubbi le presunte verità che ci circondando e che costellano la nostra vita è atto di profonda cultura e onestà intellettuale, oltre che di indiscussa intelligenza. È proprio per Socrate che il dubbio critico si concilia talvolta con la consapevolezza spirituale e con le più alte forme di conoscenza dell’animo umano. Storia di sentimenti, di analisi interiore e di tipologie sociali, La certezza del dubbio è una vicenda a più voci che racconta la vita e le confusioni dei due personaggi principali, la donna con la faccia a punta e l’uomo dal cuore triste, due caratteri molto particolari e, soprattutto, molto ben tratteggiati. La prima legge il mondo e i suoi abitanti attraverso una puntigliosa quanto convulsa catalogazione di oggetti, cose, persone, emozioni (e addirittura sentimenti) e racchiude tutto in cassetti (metaforici e non) che riapre solo quando proprio non può farne a meno. Con buone probabilità, quest’ordine maniacale non è nient’altro che il modo migliore che conosce per tenere a bada la sua emotività e i suoi turbamenti, magari per paura che possano prendere il sopravvento su di lei e sulla sua vita. Il secondo, invece, è un uomo solo e incapace al rifiuto, che vive nell’ansia, che dice sempre di sì a tutti e che non frequenta nessuno a parte alcuni tipi strani come Giovanni, un bibliotecario che chiede l’elemosina, Laura una donna in carriera che non si ferma mai un momento, Daniela, una bimba di diciotto mesi e uno stravagante pasticciere. L’uomo dal cuore triste non sa proprio cosa sia il rifiuto. Da sempre, e con l’approvazione dei genitori, non diceva mai di no a nessuno, come se questo comportamento fosse stato sano e positivo. Attraverso il personaggio, l’autore opera quasi una sorta di analisi genitoriale sulla responsabilità di poter, fin da piccoli, influenzare le personalità di un bambino. Dopo questo romanzo ci si chiede se il nostro stare al mondo sia veramente quello giusto, se le nostre avversioni siano sempre motivate, se le nostre domande siano sempre ben poste.
La certezza del dubbioè un libro che si apre perciò alla comunicazione emotiva interiore, così come all’immaginazione e a forme di comunicazione “altre”. Lo stile è regolare e descrittivo, specie nella prima parte, e la scrittura segue un flusso evocativo e magnetico. La forma di racconto asciutto e ritmato e la narrazione veloce ma minuziosa rendono La certezza del dubbio un romanzo per storia, tecnica, stile e sensazioni moderno e piuttosto nuovo. Il ritmo è scandito da lunghe descrizioni di case, oggetti, situazioni e sentimenti e può apparire, talvolta, un po’ pesante, poco agile. Le vicende dei personaggi principali sono come tenute “incollate” insieme da un sottile filo che agisce da denominatore comune nelle vite di tutti.
Devo ammettere che sono tornata più volte su alcuni passaggi perché, soprattutto in questo periodo della mia vita, mi hanno aiutato a riflettere su situazioni in sospeso che mi assillavano e a capire condizioni di disordine mio interno. In effetti, è proprio questo che dovrebbe fare un buon libro: accompagnare il lettore per mano attraverso il dedalo di circostanze difficili e spesso davvero troppo complicate per poter essere risolte da soli. Un buon libro, molte volte, è di certo meglio di un giro dallo psicologo, di questo ne sono convinta. La certezza del dubbio è unlibro che emana luce e che ha dentro di sé luce, una storia che descrive interiorità ma anche materia: emozioni e sentimenti, ma anche case, luoghi, cassetti, vestiti, facce. Un libro con parecchi contrasti, lessicali come di contenuti: la faccia della donna a punta, per fare un esempio, e il suo spigoloso rigore, in opposizione alla rotondità delle emozioni a cui lei si lascia andare come quando fa l’amore con quell’uomo che in un primo momento la disgusta, ma poi la coinvolge, avvolgendola in un abbraccio amoroso ed erotico intensissimo, così intenso da farla meravigliare di se stessa e farla scappare in bagno a lavarsi subito dopo. La certezza del dubbio opera un’analisi attenta e puntuale sulla personalità degli uomini e sugli atteggiamenti più diversi che può assumere l’essere umano.
I riferimenti alla letteratura – ma anche alla psicologia – sono frequenti: un esempio su tutti, quelli a Kafka e a Thomas Mann. Il lavoro di analisi dei personaggi, come anche del plot e dei contenuti, è accurato e si spinge fino alla considerazione del proprio vissuto (come nel caso della protagonista) come un’infezione. Curiosa la definizione di pagina 46 del sesso scoperto dalla donna con la faccia a punta come un qualcosa di buffo e particolarmente disordinato e, più in generale, il racconto della genesi di un amore che non viene mostrato. Molto bella l’immagine del viso dagli “occhi di latte” della piccola Daniela che evidenzia l’utilizzo di uno stile ricco e la vivace proprietà di linguaggio dell’autore, che sembra talvolta procedere più per immagini che per concetti.
L’autore, Pierfrancesco Matarazzo, pompeiano di nascita e romano d’adozione, è uno che macina idee, riflessioni, letteratura, passioni. È autore innovatore e fuori dagli schemi, creativo, desideroso di conoscere scampoli di vita, avido di esperienza (e forse per questo scrive questi testi cosi emozionanti). In un’intervista ha dichiarato di non poter vivere senza librerie e pasticcerie (a queste ultime ha dedicato il riferimento letterario nel libro, Il Tempio più Dolce, un tempio del gusto molto particolare). La certezza del dubbio è un romanzo intenso e appassionante che si muove tra analisi di personalità, atteggiamenti e diseguaglianze umane. Acuta metafora della condizione umana e carico di valenza universale, è un libro sicuramente inusuale. L’unica certezza di tutto è proprio il dubbio. Bisogna dubitare di chi non ha dubbi, poiché esso è il confine tra ciò che è reale e ciò che non lo è. La vita senza dubbio sarebbe insipida e senza colori, oltre che inutile. Qualcuno potrebbe dire il contrario?
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