Come spesso accade in periodi di siccità in Africa, gli animali della savana sono costretti a percorrere chilometri e chilometri e migrare alla ricerca dell'acqua.E non sempre è detto che poi la trovino.
Così, nella nostra storia, accade che, per sopperire a questo inconveniente, gli animali della savana, riunitisi tutti in consiglio,presieduti dal Re -leone, decidono un giorno che è meglio per loro darsi da fare scavando un pozzo ,il quale potrebbe comunque rivelarsi utile per l'avvenire.
E tutti sono d'accordo e acconsentono a dare il loro contributo, tranne la cerva.
Perché?
Perché la cerva, anche quando l'erba diventa secca, si nutre di germogli di alcuni arbusti e non ha bisogno d'acqua.
E di certo ne ha bisogno meno di quanto ne possa occorrere ad una zebra o ad un elefante.
Nonostante il suo diniego si parte, intanto, al più presto con i lavori del pozzo, sopratutto prima che sopraggiunga improvvisa la siccità.
Ovviamente la cerva sparisce dalla circolazione e nessuno sa dove sia, mentre gli altri invece sfacchinano dalle prime luci del mattino fino al tramonto del sole ,facendo ciascuno la propria parte.
Giorno dopo giorno il lavoro avanza e viene portato a termine in men che si possa immaginare, grazie proprio allo spirito di collaborazione del gruppo.
Il giorno dell'inaugurazione del pozzo, al mattino presto, una iena, al rientro dalla sua consueta"abbuffata" notturna, passando per caso da quelle parti, sente però come una voce, che ripete parole incomprensibili.
E avverte subito gli altri, in particolare l'elefante, il quale, a sua volta, si rivolge al pipistrello, che dorme da sempre a testa in giù lungo le pareti del pozzo, per avere in merito, appunto, un qualche straccio di spiegazione.
Si pensa infatti agli spiriti e alla mala sorte.Disegnando addirittura scenari di terrore.
Ma il pipistrello, che non è sciocco per niente anche se dorme tutta la vita a testa in giù ed è piuttosto disprezzato dagli altri ,perché accusato di vampirismo, chiede all'elefante una corda, cui poi fa un bel nodo scorsoio.
Raccomandando a tutti gli altri animali di tirare bene la corda al suo comando, egli sparisce rapidissimamente lungo le pareti del pozzo e raggiunge la cerva.
Quest'ultima, incuriosita dalla presenza dell'ospite inatteso, solleva la testa per parlargli e il nodo scorsoio, "zac", immantinente le si stringe intorno al suo elegante collo.
Il tiro della corda da parte di tutti consente la risalita della cerva all'aperto, fuori dal pozzo, senza neanche troppa fatica.
A quel punto, lei , la cerva,che sprezzante dice di non essere una schiava e che quindi non deve lavorare come è costretta invece a fare la giraffa,riceve la sua bella punizione.
Ossia cento colpi di frusta sulla schiena.
Si capisce bene ora perché, tra tutti gli animali della savana, la cerva è l'unica che è sempre in allerta e scappa via al minimo gesto.
Da quel momento inoltre anche il pipistrello, per aver pensato in maniera geniale, è stato ampiamente rivalutato dagli amici della savana e tenuto ,dunque, nella giusta considerazione.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)