La dichiarazione della Camusso che prega il professore di non essere duro (con la manovra economica) perché altrimenti (le) rovina la festa delle dimissioni di Berlusconi, mi ha fatto esplodere in un’amara risata. Il motivo è ovvio: prima hanno fatto di tutto per far dimettere il Cavaliere, nella convinzione che avrebbero fatto il loro porci comodi, e ora piangono le classiche lacrime del coccodrillo quando il loro (quasi ex) eroe aumenta la pressione fiscale e tagliuzza lo Stato sociale. Ma questa – diciamo – è solo un’ipotesi. È anche probabile che il piagnisteo sia solo una battuta da copione e le lacrime siano state artificialmente indotte dalla cipolla di scena. In entrambi i casi, chi ci perde è sempre il popolo, in balìa di questi soggetti il cui unico obiettivo e/o scopo è semplicemente la tutela dei loro interessi, che più o meno corrispondono al controllo sociale delle masse popolari.
Ammettendo però che si tratti di lacrime vere (ma io ci credo davvero poco), vien voglia comunque di ridere, perché evidentemente il sindacato comunista si è fatto male i suoi conti. Non si può trattare con un Governo tecnico, e men che meno con un Governo irresponsabile davanti agli elettori (tra cui ci sono i tesserati della CGIL), piazzato lì apposta per prendere decisioni scomode e impopolari, che certamente colpiranno soprattutto le classi più deboli, le quali sono anche le più popolose, e dunque quelle dalle quali è più semplice prendere i soldi necessari a risanare i danni che le politiche di sinistra hanno causato all’Italia in quasi settant’anni di logica antiliberista e paracomunista.
Ora il Governo Monti (che personalmente aborro) dovrà adottare tutte le misure necessarie. Solo che la necessità – contrariamente a quello che ci dicono – non è la necessità del popolo, bensì è quella di chi chiede questi provvedimenti perché ha investito parecchi milioni di euro in titoli di Stato italiano e vorrebbe avere la garanzia che lo Stato italiano sia in grado di onorare i suoi debiti al momento giusto. Ecco, dunque, il motivo dell’amara medicina. L’Europa è solo il contesto giuridico in cui dovranno essere adottati i pesanti provvedimenti. I vincoli comunitari, stabiliti nei trattati, del resto hanno proprio l’obiettivo di garantire che ogni singolo Stato europeo controlli la propria spesa pubblica e sia in grado di garantire gli investitori stranieri, i fondi sovrani e chi investe in generale nel mercato della Comunità Europea.
Dunque di che si lamenta la sinistra ex-post-comunista e sindacale? Monti è il prodotto delle loro sconclusionate e ideologiche politiche sociali. È il prodotto dei danni causati da una mentalità che ha sempre voluto l’ingessatura dell’economia e del mondo del lavoro. È il risultato delle pastrocchiate di Prodi che ci ha incatenati a una moneta europea (!) che non potevamo obiettivamente reggere, vista la presenza ancora ingombrante dell’ideologia comunista nel nostro dibattito politico ed economico. Monti, in altre parole, lo ha generato la sinistra, e non solo per liberarsi di un Premier eletto democraticamente dal popolo italiano, ma anche per rimediare ai loro disastri. Piangere ora non serve, e certamente ancor meno serve ribellarsi alle inevitabili decisioni che dovrà prendere questo Governo, visto pure il consenso generalizzato del mondo politico.
Un’ultima considerazione la riservo alla battuta della Camusso secondo la quale Monti non dovrebbe rovinar loro la festa per le dimissioni del Cavaliere. Non vedo quale sia il senso di questi festeggiamenti. Potevo capire – e la capirei – la logica del festeggiamento se il Cavaliere fosse stato battuto in un’elezione democratica da un candidato del centrosinistra. Nessuno allora avrebbe avuto da ridire, e benché me ne sarei doluto, trattasi del gioco democratico. Accettandolo se ne accettano le regole e dunque i pro e i contro. Ma un festeggiamento che riguarda le forzate dimissioni di un Premier eletto in favore di un Premier non eletto e imposto dalle caste e dai poteri forti, senza alcuna consultazione popolare, mi sembra semplicemente aberrante e denota lo scarso spirito democratico del sindacalismo di sinistra nel nostro paese, che fa il paio con quello della sinistra politica.
di Martino © 2011 Il Jester