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La Chiesa, la ricchezza e la fame nel mondo…, ecco un’ottima risposta

Creato il 11 novembre 2012 da Uccronline

La Chiesa, la ricchezza e la fame nel mondo…, ecco un’ottima rispostaQuante volte si legge la frase: “Perché la chiesa ostenta tanta ricchezza e oro quando con quella ricchezza che possiede potrebbe sfamare milioni di persone?”. Ecco, per rispondere alle solite banalità anticlericali, di cui sono rimasti vittime anche tanti cattolici, ci serviamo questa volta di un’ottima replica di padre Angelo Bellon apparsa sull’interessante sito web “Amici Domenicani”.  Per chi volesse  approfondire ulteriormente l’argomento, rimandiamo anche a quest’altra risposta.

Ecco la “classica” domanda di una lettrice, Francesca:
«Buon giorno padre, di recente sono stata in vacanza e ad una cattedrale famosa dovevi pagare €4,50 per sederti e sentire la messa, dovevi, se volevi fare l’offerta per accendere una candela, mettere almeno € 70 centesimi (ma Gesù quando predicava chiedeva soldi alle persone che volevano ascoltarlo? non credo). Perché la chiesa ostenta tanta ricchezza e oro quando con quella ricchezza che possiede potrebbe aiutare, sfamare tante persone? (Gesù vestiva di stracci e non indossava oro né viveva in una casa lussuosa). Perché quando ci si sposa bisogna pagare chi suona l’organo, pagare il coro, si devono lasciare i fiori in chiesa e non si possono portare via in quanto il prete ti obbliga a fare così. Se ti vuoi sposare in un’ altra chiesa devi pagare (se Gesù in persona fosse lì presente non penso ci imporrebbe queste cose, ci inviterebbe semmai a fare beneficenza con quei soldi ne si imporrebbe per dei fiori… credo..). Se vuoi che il prete durante la messa dica il nome di un tuo parente defunto devi pagare. Buh. Sottolineo che ci sono delle eccezioni, ad esempio il parroco delle chiesa vicino casa mia ha fatto tante migliorie e lavori alla chiesa con i soldi delle offerte che io sappia mai imposte, non mi sembra conduca una vita lussuoso, o che abbia una grande macchina, e durante l’omelia è un piacere ascoltarlo, sa sempre cosa dire e dice le cose giuste in modo che anche se si dilungasse non ti stancheresti di ascoltarlo. Però anche per lui vale il discorso dei matrimonio o della preghiera in suffragio delle persone defunte»

Padre Angelo ha risposto pazientemente in nove punti chiave:
«Cara Francesca, ho voluto pubblicare questa email anche se è zeppa dei soliti luoghi comuni, in considerazione della tua giovane età e anche perché sei mossa da vero amore per il Signore e per la Chiesa.

1. Ti faccio alcune domande: ma se ad un matrimonio vuoi l’organo, chi lo paga l’organista? E se accendi una candela in Chiesa, chi la compera quella candela? Per un matrimonio viene chiesta o si lascia un’offerta per la chiesa: ti pare una cosa strana? Tu non hai mai chiesto un servizio a diverse persone? E poi: quanto costa un matrimonio per pagare il pranzo agli invitati, per le bomboniere, per mille altre cose superflue solo per allietare la festa? Alla Chiesa, che celebra il matrimonio, talvolta a conti fatti si dà l’un per cento di tutte le spese fatte, e si ha da ridire? Non dico che si debba pagare la benedizione e la grazia santificante che viene data perché sarebbe simonia, ma quanto viene dato attraverso il sacramento è impagabile.
Il popolo che ha fede sa che questo è il momento più grande, più prezioso, più benefico che con quelle nozze si inaugura.
Come vedi, certi discorsi manifestano che di fede non ce n’è!

2. E poi i fiori per chi si portano? Per onorare il Signore, l’immagine di Maria o per portarseli dietro? Ma sono convinto che se uno se li vuole portare via, il sacerdote non ha nessuna difficoltà, anzi… Puoi chiedere alle donne che si dedicano volentieri alle pulizie delle chiese parrocchiali se non ne farebbero volentieri a meno. Sono loro che poi ogni giorno  cambiano l’acqua perché non marciscano in fretta, non mandino cattivo odore, che ad un certo punto li fanno su e li portano via. E stai sicura: fanno tutto gratis.

3. Ci sono cattedrali enormi con opere d’arte, hanno bisogno di luce, di custodi, di gente che pulisca, che a suo tempo hanno bisogno del rifacimento dei tetti o di altre prestazioni. Tanti visitatori pagano andando in museo. Così non trovo eccessivamente strano che si paghi per entrare in una determinata Chiesa, dove pure ci sono delle persone che puliscono, che tengono in ordine…Tuttavia stai pur certa che dappertutto, quando c’è la Messa, non si paga, a meno che uno non entri per fare il turista. In ogni caso, ai parrocchiani, non si fa mai pagare per entrare in Chiesa a pregare o per andare a Messa.

4. Inoltre se la Chiesa vendesse tutte le opere d’arte, che sono segno della fede e della pietà dei nostri padri, una volta sfamata la gente per qualche giorno avresti risolto il problema? Credi proprio che per risolvere i problemi della povertà del mondo sia necessario spogliare le Chiese? Tra l’altro, sarebbe giusto vendere le opere d’arte? E la sovrintendenza permetterebbe che venissero asportate dalle chiese? Ma poi: queste opere d’arte non sono state fatte per edificare la pietà dei fedeli?

5. Infine, non si chiede affatto l’elemosina per dire il nome del defunto, piuttosto si tratta di celebrare la Messa in suo suffragio e in segno di questo si dice il nome. Ma il nome si potrebbe anche non dire perché ciò che conta è il suffragio, il sacrificio di Cristo che viene applicato per la sua anima per liberarlo dal purgatorio.

6. Il problema non è la ricchezza della Chiesa, ma la fede che manca. Quando si pensa che si debba pagare per dire il nome del defunto durante la Messa, vuol dire che non si sa neanche che cosa sia la Messa? Se uno va in Chiesa solo per sentire il nome del defunto stiamo freschi! Non penso che un giovane rinunci a tutto e si faccia sacerdote semplicemente per dire il nome del defunto!

7. Infine hai la testimonianza del tuo parroco. Credi che sia un’eccezione? Vedi, bisognerebbe lasciar perdere tanti luoghi comuni ed essere più realisti. E poi per risolvere la fame nel mondo: non dico di spogliare le case, ma quante spese superflue si fanno settimanalmente da parte dei più e su queste si sta zitti! San Francesco non ha chiesto agli altri di diventare poveri, ma ha voluto lui farsi povero. Questa è la predica più credibile. Gesù non chiedeva soldi, ma accettava quello che gente gli donava, per questo aveva incaricato Giuda di tenere la cassa. Inoltre in nessuna pagina evangelica è scritto che Gesù vestiva di stracci. Anzi si dice che la sua tunica era senza cuciture, tutta d’un pezzo. Sua madre non l’ha vestito di stracci, ma ha fatto senza dubbio del suo meglio. Guardo nel mio convento e mi domando: dov’è la ricchezza e il lusso ostentato? Nelle famiglie più comuni hanno quello che nel nostro convento non c’è.

8. Inoltre, proprio san Francesco per il culto di Dio, per la celebrazione di sacrificio di Cristo sui nostri altari, per contenere il Corpo e il Sangue del Signore voleva che ci fosse il materiale più prezioso. Che cosa c’è di più prezioso per noi del Corpo del Signore che si offre a Dio come vittima di propiziazione per noi sull’altare?

9. Voglio dire un’ultima cosa: penso alla gente che viene in Chiesa anche tutti i giorni. Nessuno dice: vendiamo questo, vendiamo quell’altro. Anzi vedono le necessità della Chiesa: ci sono gli oratori, le scuole materne, le attività caritative, i campi scuola, i poveri e i mendicanti cui ogni giorno si provvede… Questa gente generosamente dà, non chiede di vendere!
E si attira la benedizione di Dio, il quale non si lascia mai vincere in generosità. Solo quelli che non danno mai niente e che hanno paura di mettere nelle mani di Dio qualcosa dei loro beni sollevano obiezioni e si fanno paladini della povertà evangelica. Ripeto: San Francesco non ha fatto così.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo»


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