Facciata del corpo aggiunto con porticato
La chiesa si trova nel territorio di Sestu, a differenza delle altre chiese presenti nella zona, è giunta intatta fino ai giorni nostri perché continuò ad essere frequentata dagli abitanti del villaggio che continuarono il culto del Santo tornando ogni anno al luogo di origine per la ricorrenza della festa.
San Gemiliano viene festeggiato due volte all’anno, la terza domenica di maggio e la prima domenica di settembre. Entrambe le feste sono legate al calendario agricolo, quella di maggio coincide con la fase della raccolta, mentre quella di settembre prevede la benedizione dei futuri raccolti. Durante tale manifestazione molte famiglie si trasferiscono negli "stali" che sono degli alloggi realizzati con stuoie, frasche e canne, situati all'interno del recinto della chiesa.
Ingresso laterale
La zona di San Gemiliano fu abitata già in epoca pre-nuragica come dimostrano i reperti archeologici ritrovati e i resti di un villaggio.Nella zona di San Gemiliano sono stati rilevati resti di capanne di cultura nuragica, accompagnati da vari frammenti di ceramiche e materiali litici come macinelli a mano, pestelli, percussori e teste di mazze forate.
La romanizzazione del territorio, effettuata per scopi agricoli, è anch’essa testimoniata da vari reperti archeologici che hanno evidenziato le costruzioni dei romani occupate precedentemente dai nuraghi e dalle capanne semilapidee.
Lesene a fisarmonica esterne e monofora
A questo periodo si fa risalire il nome del paese, che, secondo gli studiosi, era una stazione posta al sesto miglio sulla strada che partiva da Cagliari. Stando alla tradizione, in questo luogo fu martirizzato in epoca imperiale Gemiliano (o Emiliano), secondo vescovo di Cagliari, cui fu dedicata la località omonima e la chiesetta costruita intorno al XIII secolo. Secondo la tradizione egli venne lapidato dopo essere stato sorpreso, durante la sua missione, dai soldati del preconsole romano Felice.
Durante il Medioevo Sestu faceva parte della Curadoria del Campidano detta anche Civita e a questo periodo va fatta risalire l’edificazione del primo impianto della chiesa.
Esternamente la chiesa si compone di una facciata dove sono presenti due portali architravati con arco di scarico semicircolare.
Facciata originaria all'interno del portico
La pianta è costituita da un’aula rettangolare che si compone di due navate affiancate aventi due ingressi separati con due absidi.
Veduta absidale
La presenza di due absidi viene dai più interpretata come la testimonianza della presenza nella Sardegna medioevale di due distinti culti cristiani, uno greco e l’altro latino.Nella chiesa di S. Gemiliano la navata e la relativa abside posta a settentrione è maggiore di quella posta a sud. Nel corso dei secoli la chiesa ha subito delle modifiche come quella del XVI sec. che vide l’aggiunta del portico alla facciata originaria, e quella del XVII sec. quando, nel fianco settentrionale della chiesa, venne addossata la sacrestia e l'alloggio per il guardiano.
Porticato laterale
Porticato con veduta verso l'esterno
Entrambe le navate sono voltate a botte; l’imposta della botte è segnata da robuste cornici che s’interrompono in corrispondenza di mensole da cui nascono gli archi “doubleaux” che scaricano la spinta a terra tramite lesene a “fisarmonica”.
Volta a botte impostata sulla cornice
Archi “doubleaux”
Lesena a fisarmonica
Lesena a fisarmonica all'esterno di un'abside
Fabrizio e Giovanna