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La chiusura di MiTo Fringe

Creato il 03 luglio 2011 da Masedomani @ma_se_domani

Era troppo bello per durare! Anche per quest’anno MiTo Fringe si congeda da noi. La kermesse chiude i battenti in grande stile anche se, inaspettatamente, con una settimana di anticipo rispetto al programma. La misteriosa cancellazione dei concerti dei prossimi giorni (peraltro in luoghi inconsueti quale piazza Lima) ci ha rattristato non poco, anche perché le motivazioni addotte sono quelle di ordinanza.

La manifestazione “open air”, rara occasione per i milanesi di attraversare piazze, cambiare mezzo pubblico e mangiare un panino con colonna sonora e per i musicisti di esibirsi in pubblico e magari per alcuni (speriamo) di tramutare in carriera una passione, ci mancherà ed introduce il primo suggerimento: fatelo più spesso. La musica riscalda l’anima e ne abbiamo un gran bisogno!

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Apertura dell’ultimo giro di danze in quel di piazza Duomo, anzi al piano -1 di duomo metro, con il classicissimo e appassionato (vedere la gallery per credere!) “Cannobbio Trio”.

Continuo a ritenere gli scambi del metro luogo inadeguato per le sonorità classiche, ma se è l’unica opportunità che possiamo offrire ai musicisti di esibirsi a costi contenuti, ben venga, vorrà dire che ci concentreremo un pochino di più e ci godremo comunque questo interludio, sereno momento di raccoglimento e relax, magari dopo ore di “duro” shopping da primi giorni di saldi nelle vie della moda. I ragazzi (al flauto Marta Tea Cannobbio, Issei Watanabe al violoncello, e Ivana Milanja alla chitarra) ci hanno offerto un’abile ed intesa prova. Accarezzati dalle note e più quieti ci è sorto il timore che questo repertorio non debba cadere nell’oblio, quindi confidiamo che sia stata anche l’occasione per avvicinare i giovani, anzi i giovanissimi, ad accordi che hanno gettato le basi della tanto amata musica moderna.

Il delicato compito di chiudere la stagione è stato (saggiamente) affidato ai Mala Hierba, che sin dai primi accordi ci hanno colpiti e ci hanno fatto percepire la propria abilità. Gruppo definito folk che, di fatto, attinge alla storia della musica popolare dei cinque continenti e ci avvolge con caldi ritmi che ci trasportano lontano, quasi a sentire le onde del mare caraibico o il calore di un sole tutto argentino o ancora le sonorità di un vicolo di New Orleans.

Il pianista Fabrizio Mocata, il chitarrista (Walter Marocchi), il bassista (Carlo Ferrara) ed il batterista (Stefano Lazzari), non ci paiono alle prime armi e le poche informazioni sul web parrebbero darci ragione, così ci domandiamo come mai neppure loro riescano a fare il salto ed emergere. Sapeste quanti curiosi si sono fermati anche solo per qualche istante e si sono trovati smarriti! E così introduco il secondo suggerimento all’organizzazione: comprensibile che non si possano fare volantini ad hoc per ogni musicista che si esibisce ma, dati i repentini e soventi cambi di programma, non sarebbe possibile permettere a chi sale sul palco di presentarsi in 30 secondi? Al momento infatti posso solo sperare (e so di non essere la sola) di aver visto il gruppo in programma il 2 luglio e non uno di quelli dei concerti cancellati 

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Rinnovando i complimenti a chi ha avuto il fegato di salire sul palco e sopportare caldo e rumore dei treni e ringraziando il MiTo che per un mese all’anno diffonde note per la città ora non mi resta che attendere settembre.

 


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