Magazine Diario personale
Alla Carlona, cioè.
Quei riempitivi che ci metti quando non sai cosa scrivere, insomma.
(Ma non è il bello dei blog poter scrivere tutto e di più, senza rispettare nessuna tempistica, nessuno schema, nessun tipo di regola stilistica, grammaticale, ortografica, lessicale? Nessun prima, nessun dopo, nessuno svolgimento?)
A.
Com'è che gli amori più belli, alle volte, sono quelli impossibili da vivere?
Quelli che non trovano mai espressione, strada, direzione.
Quelli mai confessati.
Nemmeno a se stessi.
E sono così belli proprio perchè rimangono tali. Inespressi. Repressi. Mai vissuti. Mai tentati. Mai ascoltati.
B.
Non avete paura che qualcuno di importante smetta di occuparsi di voi? Che smetta di farlo, all'improvviso? Semplicemente così, senza motivo. Solo perchè si è stancato.
Ognuno ha bisogno, una mezz'oretta almeno al giorno, di qualcuno che si occupi di lui.
Un abbraccio, un bacio, una lettera, due chiacchiere, uno sguardo, un sorriso complice, una canzone.
Ecco il motivo per cui adoro ascoltare una canzone alla radio: ho la ovvia consapevolezza di essere in un momento di condivisione. So che altre persone stanno ascoltando la stessa canzone, anche se all'interno delle loro vite. Delle loro case o delle loro auto. Ma quella lì, in quel momento.
Ho l'impressione che la radio sappia occuparsi benissimo di noi, in certi momenti.
(Krock per esempio).
C.
Vi è mai capitato di trovarvi indifesi in un vortice mortale di: codici, cataloghi, pezzi, varianti, combinazioni, soluzioni per ogni ambiente, metrature, strutture, imballaggi?
Ecco. Credo abbia origine da qui il mio odio profondo per l' Ikea.
Non so perchè, ma all' Ikea ci devi sempre tornare. Sempre.
Hai dimenticato di sicuro un pezzo.
D.
Esiste una ciclicità per ogni cosa.
Esiste quella che è sinonimo di crescita, di cambiamento, di naturale scorrere delle cose.
E poi, esiste quella che ammazza.
Esempi:
Il cambio dell'armadio.
Il cambio dell'orario.
Il cambio di temperatura.
Il raffreddore.
Il sonno.
La Domenica sera, dalle ore 18.00 pm. In poi.
L'aereo del ritorno.
Il ciclo mestruale.
La fila in seggiovia.
La fila alle poste. Dal medico.
L' affitto da pagare.
La rata della macchina.
Altro esempio di ciclicità che ammazza (l'amore, o il surrogato).
F ama G. Che a sua volta ama L ma non F. F soffre perchè il suo amore non è corrisposto da G e va a consolarsi da T. Quando F e T iniziano a piacersi un po' tanto, allora è il momento in cui G torna da F dicendosi di essersi sbagliata e lascia L. L disperato va da F e gli parla (abbastanza sincero), dicendo che G è una gran stronza, ma F lo sa già. E non se la riprende. T disperata (e un po' invidiosa) va da G e le parla, dicendo che F è un gran stronzo, ma G non le crede. E insiste con F. F alla fine cede al fascino di G (essendo la sua punta iniziale, poi) e dopo un po' succede che F lascia G e torna da T. G disperata... [ to be continued]
E' così che vanno certe faccende. Anche se mi sfugge sempre qualcosa.
Inutile domandarsi troppi perchè. Non si sanno e non si sapranno mai con precisione.
E.
Certi sguardi non te li dimentichi. Creano un solco indelebile nella memoria visiva.
Sguardi di persone lontanissime anche, che non vedi da decenni magari.
Lo sguardo resta quello.
E lo ritrovi identico anche dopo 15 anni. Dopo 20. Dopo una vita.
E' in un qualche modo rassicurante.
F.
Quando incontro un compagno di classe delle elementari (vedi punto precedente) non posso fare a meno di notare i segni del tempo, in quanto mi viene naturale confrontare la sua immagine attuale, per me nuova, a quella di bambino, quale era, che riconosco io.
E di intuire che ci sia un rapporto direttamente proporzionale alla mia. Di immagini.
G.
Se stai troppo lì a pensarci, ti viene paura.
Vai. Vai!
Tipo quando devi fare un tuffo da un trampolino o da una roccia molto alta.
E' peggio stare in alto e guardare giù che buttarsi. Molto peggio.
H.
Ho già raccolto un quantitativo idoneo di stronzate che mi permette di andare a dormire con la coscienza a posto. E chiudere il primo post dedicato a questa cosa qua che mi è venuta in mente stasera.
Comunque, non disperate.
[To be Continued...]
Ps. Sì, è ciclica.
E si chiama "La ciclicità (che ammazza)". Se non si era capito.
E questo è l' Atto I.
Pps.
Sempre per restare in tema di ciclicità che ammazza: Pestare una merda.
Ai più fortunati, capita.
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