Magazine Diario personale
Premessina:
Volendo scrivere sulla cimaruta dettagliatamente ne uscirebbe sicuramente un saggio breve.Non è mia intenzione, non per il momento almeno, scriverne uno.Quello che mi prefiggevo di fare (e in parte ho fatto col precedente post sullo stesso argomento) era -ed è- fare un pochino di chiarezza sull'argomento, viste le numerose scemenze propalate dai grandi nomi come Grimassi e date da bere alla maggior parte dei lettori acritici come verità assolute.
1.0: Le "grandi scemenze grimassiane"
La prima grande scemenza grimassiana da sfatare è quella che vorrebbe la cimaruta un "segno distintivo e di appartenenza alla Società di Diana", quando invece è un amuleto protettivo volto a tenere lontano proprio le influenze delle presunte streghe, se non (in un successivo momento) proprio queste ultime, almeno nell'uso popolare che se ne faceva (ed è riscontrabile e documentabile storicamente) nelle zone del napoletano e giù di lì (e lui dovrebbe saperlo visto che proviene da famiglia di emigrati partenopei, a dire suo). Fermo restante che il Grimassi potrebbe far parte della Società di Diana almeno quanto mia nonna potrebbe far parte del Ku-Klux-Klan...La seconda grande scemenza grimassiana è una matrevska (matriosca ;-)! ) di castronerie e riguarda l' arbitraria e forzatissima (per farla rientrare nello "schema dianico grimassiano") interpretazione dei "fascini" (i simboletti che pendono dai rami della cimaruta, per capirci).
1.1 Mia nonna è una nazista dell'Illinois...
almeno quanto il Grimassi è strega di tradizione italiana. Voglio dire, uno che fa parte dei rosacrociani di San José (che se i rosa+croce sapessero che è wiccan e si proclama strega LO BUTTEREBBERO FUORI A CALCI NEL DERETANO! Ma siamo a San José...), membro(ne) della Coven di Lady Sara, Reverendo della Prima Chiesa Celtica Wicca e della Chiesa della Rosa di Trinacria: MICA COTICHE!, per quanto mi riguarda è credibile come e quanto Berlusconi che parla a favore del valore etico dell'astinenza sessuale in una conferenza sulla castità!Complimenti alla coerenza, e poi ci meravigliamo di fenomeni italiani alla LILITHCRIS (non sapete chi è? Cliccate qui! E grazie WIKKAPEDIA!).
1.2 Individuazione e interpretazione dei "fascini"
Se interpretiamo la cimaruta come un amuleto di origine etrusca e poi romana (e possiamo farlo basta confrontarlo con uno dei tanti pendagli apotropaici d'epoca pre-romana e romana) i nostri "fascini" non saranno altro che crepundia e la nostra cimaruta un arbor sancta da cui pendono.I crepundia, come è noto ai più, sono dei pendagli d'oro o d'argento che (spesso in numero di sei e guarda caso i rami del nostro amuleto sono 6!), alternati spesso a sonaglini (tintinnabula) venivano messi addosso ai neonati per tener lontane le "Strigi" e il malocchio.Ne parla anche Plauto nel Rudens (vv 1154).
1.3 Velocissima (e non troppo dettagliata) analisi dei crepundia
Proprio nel Rudens, tramite un'interessante botta e risposta, ci fa notare il primo simbolo riscontrabile anche sulla nostra cimaruta: lo spadino (per i maschi e il coltello per le femmine), il cui significato principale, in questo contesto (stiamo riferendolo a un amuleto) è doppiamente apotropaico e profilattico.Doppiamente perché è fatto di ferro, il ferro tiene lontano i "cattivi spiriti", specie (vedasi tradizioni abruzzesi) quelli della "tempesta" (Grimassi avrebbe dovuto pensarci, visto che i/le tempestarii son presenti in Campania...).Anzi facciamo, "triplicemente", considerando l'uso più scontato di "trafittore dell'occhio malevolo".Spesso su quel minuscolo spadino era scritto il nome del padre o del dàimon dell'infante.Questo prima che fosse associato al cultro (coltello rituale destinato ai sacrifici animali) di Hekate prima e di Diana Lucifera poi. Fanno parte dei crepundia anche le mani intrecciate, nel nostro caso (per come ci è pervenuta la simbologia tarda) si tratta di mano-fica la cui simbologia è nota, qui ci limitiamo a ricordarne il perché ovvero era convinzione che i daimonoi fossero creature spirituali asessuate e che, quindi, rifuggissero da qualsiasi allusione sessuale (vedasi lo stesso uso di ciondoli di forma fallica, delle rappresentazioni falliche, dei nani a cavallo di grossi membri, le raffigurazioni di Priapo, per terminare in epoca medievale con gli swallowers, i beard pullers e la raffigurazioni sulle chiese di Sheela na Gig che sono da interpretarsi secondo questa chiave).Gallo e/o serpente rientrano nell'interpretazione "anti-malocchio", fanno parte di quella schiera di animali che vede anche cane, toro, scorpione, civetta, cervo, cigno, elefante, delfino -che potrebbe essere il pesce che talora vi compare- etc. come animali con un potere più forte di quello dell'"occhio cattivo" (è possibile riscontrarli visivamente nei già citati mosaici). Si riteneva che il primo canto del gallo fugasse i demoni della notte, preannunciando il sorgere del Sole, non solo che fosse un grande combattente nonché psicopompo. Il serpente è il protettore delle anime etcetera etcetera...La chiave di ferro è presente per due motivi, la credenza che gli spiriti, le larvae, lo temessero in quanto originato da fulmine e dalla terra e quindi trait d'union tra i due, e per "tenere fuori/lontano" il malocchio.Il cuore è probabilmente in origine una foglia di edera (col cattolicesimo diventa cuore fiammeggiante di Gesù) che per forza e velenosità pareva tener lontane le strigi.La mezza luna crescente come simbolo di forza che non viene mai meno era considerata "benefactor".E infine il fiore a cinque punte non è certo un fiore di ruta che ne ha 4. Potrebbe essere verbena che tiene lontana il malocchio e si legherebbe alla mano-fica (gesto di Venere).
2. Conclusioni
Il sincretismo non è un fenomeno esclusivamente cattocristiano.Facilissimo che alcuni simboli tra i più antichi siano stati prima livellati su quelli ecatei (fiaccola=edera; chiave; mezzaluna) e poi dianici per subire successivamente e grazie al cattolicesimo e agli orafi napoletani le più grosse e fantasiose sovrapposizioni.Ma se nel primo caso - e siamo sempre all'interno dell'amuleto protettivo - sono sovrapposizioni "naturali", nel secondo sono forzature.Del tutto errata e alquanto ingenua (e diciamola tutta, ignorante e stupidotta) l'idea che la cimaruta sia un monile identificativo di una presunta Società di Diana nei termini di quelle identificate da Leland o da Grimassi, che restano degli autori di narrativa e non dei saggisti e tanto meno degli studiosi "seri". Quanto all'ultimo, rientra nella schiera dei furbetti sciocchi e prezzolati che contribuiscono a diffondere delle idee distorte di una realtà antropologica che è ancora viva seppure come "fossile vivente" in alcune zone dell'Italia.
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