Testimonianze che confermano gli abusi di forza perpetrati dalle forza armate cinesi, per fermare l'ultima protesta dei monaci tibetani nel marzo del 2008. Non solo arresti arbitrari, sevizie, persecuzioni e torture ma anche attacchi armati. A denunciarlo sono le oltre duecento interviste pubblicate nel recente rapporto di Human Rights Watch, organizzazione internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani, “I saw it with my eyes: abuses by Security Forces in Tibet, 2008-2010”.“Decine di testimonianze oculari e fonti del governo stesso mostrano chiaramente la volontà degli ufficiali ad usare la forza contro i manifestanti disarmati”, ha dichiarato Sophie Richardson, responsabile di Human Rights Watch. “Questo rapporto, confuta decisamente la pretesa del governo cinese di dichiarare una gestione della protesta in linea con gli standard legislativi internazionali.”Tutto era sotto controllo. Tutto l'altopiano tibetano bloccato e vietato a giornalisti e turisti stranieri. Così come per internet e le linee telefoniche eliminate o messe sotto controllo; solo un massiccio dispiegamento di forze armate su tutta la zona. Lo stesso governo ha respinto le richieste di indagini indipendenti sulle proteste da parte di organismi internazionali, tra cui quelli dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e dei relatori speciali delle Nazioni Unite.“Hanno fatto irruzione rompendo le porte e gli ingressi dei college e dei dormitori. I soldati erano armati e avevano asce e martelli, così come torce, funi metalliche e manette” - racconta uno dei monaci testimoni - “appena entravano nelle nostre stanze...chiedevano prima i telefoni cellulari che venivano subito confiscati....Alcuni dei monaci arrestati sono stati portati via in manette ed altri legati con delle funi in metallo...Ci hanno ordinato di andarcene molto in fretta...e se non lo avessimo fatto ci avrebbero picchiato. Centinaia e centinaia di monaci sono stati portati via.”Solo a Lhasa, 21 persone sono state uccise, secondo i dati del governo, durante le proteste. Tutti i racconti dimostrano come il diritto internazionale sia stato violato ripetutamente. Il governo continua però ancora a negare ogni cosa.“Più di trenta persone erano stipate in celle di tre o quattro metri quadri – racconta un detenuto - . Non c'era spazio per sedersi e quindi i prigionieri erano costretti a stare quasi tutto il giorno in piedi. Giorno e notte. Non c'erano servizi igienici nelle celle e non si poteva uscire neanche per un secondo. Veniva distribuita una ciotola di riso al giorno. Molti sono stati brutalmente picchiati.”Sono ancora tante le spiegazioni che il governo cinese dovrebbe dare in merito a questi fatti e alle decine di scontri tra la polizia e i manifestanti. Civili disarmati. Ancora tante le spiegazioni sulle centinaia di monaci arrestati ingiustamente, in attesa di giudizio o condannati. Di fatto: scomparsi.© Alessia Arcolaci(Confronti)
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