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La Cina è pericolosa

Creato il 04 luglio 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

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di Giovanni Palladino

Dopo 156 anni come “colonia inglese”, il 1° luglio 1997 Hong Kong (che significa “Porto profumato”) è diventata una “regione autonoma” della Cina in base al principio “un paese, due sistemi” valido sino al 2047. Da una parte il sistema del partito unico, dall’altra il sistema caratterizzato dal diritto inglese (“common law”), da una bassa imposizione fiscale e dal libero (sin troppo!) scambio.

Ma Pechino non vede l’ora di poter avere mani libere sul porto profumato di soldi che nel 1841 aveva 7.500 abitanti e ora ne ha 7,2 milioni con il più alto reddito pro-capite al mondo. Nel 2017 vi saranno le prime elezioni politiche e i candidati saranno scelti dal Partito Comunista. Contro questa regola antidemocratica, la settimana scorsa hanno votato in un referendum – non autorizzato dal governo – oltre 800 mila persone e il giorno dopo hanno partecipato in un corteo di protesta oltre mezzo milione di persone.

“Non vogliamo fare la fine dell’Unione Sovietica” hanno detto a Pechino, ma gli abitanti di Hong Kong (per il 95% di etnia cinese) non vogliono perdere la formula democratica ereditata da Londra. La verità è che il Partito (unico) Comunista ha il terrore che la stessa “formula” possa presto essere reclamata da centinaia di milioni di cinesi rimasti indietro nella corsa verso il benessere o ai quali non piace il capitalismo di Stato.

Nel frattempo il governo cinese è abile nello sfruttare a suo vantaggio gli accordi commerciali con l’estero, mentre sta preparando una “trappola” per il dollaro: da oltre un anno – ed è la prima volta in 30 anni – non compra più titoli del Tesoro Usa, sta diversificando in altre monete (euro, franco svizzero e sterlina) le sue riserve valutarie e soprattutto sta acquistando da anni centinaia di tonnellate di oro come “polizza di assicurazione” contro la probabile prossima caduta del dollaro. Da tempo la Cina è diventata la più grande produttrice di oro al mondo, ha proibito l’esportazione di oro e ha incentivato le famiglie cinesi ad acquistare oro, fra l’altro promuovendo a Hong Kong il più grande mercato mondiale del metallo giallo (ma gestito da poche mani residenti a Pechino).

Come possono difendersi gli Stati Uniti e il mondo occidentale da questa pericolosa strategia? Con la fine della finanziarizzazione dell’economia e con provvedimenti che riportino la fiducia tra gli imprenditori dell’economia reale. Dare maggiore spazio al debito pubblico improduttivo e alla turbo-finanza significa preparare l’ennesimo trionfo dell’oro, questa volta servito su un piatto d’argento ai cinesi.


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