Un Internet café in Cina
Secondo un rapporto pubblicato dal China Internet Network Information Center (CNNIC) il numero di cinesi che navigano sul web è aumentato a 457 milioni con la fine del 2010, 73,3 milioni in più rispetto all’anno precedente.
Per intenderci il numero complessivo di internauti cinesi è superiore alla popolazione complessiva degli Stati Uniti, del Canada e del Messico. Di questi 303 milioni si connettono attraverso il cellulare. Nelle stime dichiarate dai ricercatori ciascun utente spende in media 18,3 ore su Internet alla settimana. In particolare le persone esprimono le proprie richieste e chiedono aiuto attraverso i blog. Ad esempio molti bambini, i cui genitori sono stati arrestati perchè firmatari di petizioni contro il governo, postano il proprio numero di telefono sui blog in modo da attirare l’attenzione dei giornalisti.
La diffusione dei microblog è di considerevole importanza, spiega Zhou Xiaozheng, direttore del centro di ricerca di Sociologia e Diritto dell’Università cinese di Renminm, in quanto permette ai cittadini cinesi di interagire, creando così l’opinione pubblica. Certo, molti interventi di denuncia sono cancellati o bannati, ciononostante il numero di internauti aumenta esponenzialmente.
Vero è che, rispetto al 2009, il numero di domini web è diminuito del 41%. Liu Yong, giornalista del Business Review Magazine, chiarisce che ciò è dovuto «all’intensificazione degli sforzi delle agenzie governative di controllare la rete». Ma i siti Internet ad essere stati eliminati sono maggiormente quelli piccoli e scarsamente redditizi. Secondo Yong questo fenomeno mostra che «i più grandi portali web dominano l’industria, per il vantaggio competitivo che li caratterizza. La creazione di una coalizione è la politica che i piccoli siti web dovrebbero perseguire».
La censura in Cina
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