Nel corso dell’ultima riunione di maggioranza si è discusso, tra le altre cose, il tema del degrado ambientale.
Dal “dopo-Olimpiadi” pare sia sensibilmente peggiorato il livello di attenzione circa la pulizia di strade, marciapiedi, piazze e aree giardino.
Il sindaco Piero Fassino si è detto d’accordo a porre sotto controllo il servizio gestito da Amiat, anche ricorrendo a sanzioni. Il contratto di servizio dell’Azienda raccolta rifiuti per il Comune vale circa 180 milioni di euro: una cifra importante.
Il consigliere di Sel, Marco Grimaldi, ha spiegato: “Il mio potrà essere un giudizio soggettivo, ma la città è più sporca. Sarebbe necessario un modo per permettere a ogni torinese di esprimere il suo grado di soddisfazione. E poi luoghi dove segnalare le mancanze del servizio o semplicemente le trasgressione dei cittadini, come le tante discariche abusive che purtroppo ogni tanto incontriamo. Dopo tanti anni sarebbe giusto valutare più oggettivamente il lavoro di Amiat”- e ancora – “Perché non diamo ai quartieri la facoltà di controllo, sia sulla raccolta alla differenziata sia lo stato di pulizia? Perché per le verifiche non si utilizzano anche le guardie ecologiche?”
Quest’oggi i lavoratori Amiat (netturbini e autisti) hanno risposto alle critiche mosse in riunione di maggioranza: “Negli ultimi quattro anni l’azienda ha “perso” trecento dipendenti, soprattutto operai. Un’altra trentina dovrebbe uscire entro fine anno: “Per colmare le gravi lacune che si sono create non servono ulteriori controlli” – e ancora – “C’erano zone fino a qualche anno fa dove, anche in periferia, erano previsti passaggi di pulizia giornalieri. Con la nuova organizzazione i passaggi settimanali sono diminuiti a tre, mentre dove un tempo ne erano previsti tre sono stati ridotti a due. La pulizia quotidiana delle strade è rimasta solo per il centro storico: nelle periferie non esistono più zone dove le strade vengono spazzate tutti i giorni”. A chiarire la situazione, dal punto di vista dei dipendenti Amiat, è stato Gianfranco Rivera del sindacato autonomo Fiadel.
articolo di Emanuele Stalla