Magazine Cultura

LA CITTÀ INVISIBILE - 17 Pacco, doppio pacco e contropaccotto

Creato il 10 maggio 2013 da Ciro_pastore

LA CITTÀ INVISIBILE - 17  Pacco, doppio pacco e contropaccotto LA CITTÀ INVISIBILE - 17 Pacco, doppio pacco e contropaccotto
A Diarcopolis, era tale il clima da “ultimi giorni di Pompei” che ogni situazione, solo apparentemente chiara e limpida, poteva nascondere in realtà esattamente il proprio contrario.
C’era così chi si prodigava per preparare accuratamente il “pacco” ben confezionato, al cui interno ci sarebbe stato il più classico “mattone” della migliore tradizione dei maghi della truffa.
A dire il vero, a Diarcopolis i “preparatori di pacchi” erano distribuiti profusamente in tutti i meandri del Palazzo, e non solo. Burocrates eSindacans, ciascuno per la propria parte e, soprattutto, ciascuno con il proprio obiettivo nascosto, si prodigavano quotidianamente ad impacchettare pacchi e pacchetti. Ovviamente, non tutte le manovre truffaldine andavano a buon fine. Qualche pacco finiva per scoppiare tra le mani del suo stesso preparatore, così come a volte capita al dinamitardo incapace di calcolare con precisione lo scoppio dell’ordigno da egli stesso preparato.
Ma come la lunga tradizione (partenopea?) della truffa insegna, i più abili truffatori sono quelli che sono capaci di ordire raggiri così complicati da essere come delle matrioske dell’imbroglio. Avviene così nel raggiro, cosiddetto del “doppio pacco”. In questo caso, il malcapitato truffato viene raggirato una prima volta, ma una volta accortosi della beffa, se si reca dal truffatore per farsi restituire il danaro, minacciandolo di denunciarlo, ottiene che il truffatore, per tutta risposta, lo ripaga con un altro pacco, questa volta ancor più indigesto e, stavolta, definitivo.
Al vertice della piramide dei truffatori ci sono, poi, i veri fuoriclasse dell’inganno. Si tratta di veri e propri artisti, capaci di metter su delle vere e proprie sceneggiature della truffa. Questi rarissimi esemplari di truffatori sono capaci di architettare truffe così complesse che in gergo si definiscono “contropaccotto”. Una truffa può contenerne un’altra, tanto che il truffato inizialmente può sentirsi il furbo che ha “fottuto” il suo pollo da spennare, salvo accorgersi che il pollo altri non era che un truffatore più furbo di lui che, alla fine del gioco truffaldino, lo fotte inesorabilmente.
A Diarcopolis coesistevano tutte le varie categorie di truffatori: dai più modesti a quelli più raffinati. Ciascuna categoria di truffatori aveva la sua nicchia di mercato, ovverosia la sua platea di stupidi creduloni a cui affibbiare, magari anche più volte, il consuetudinario “pacco”.
Di questi speciali escamotages erano davvero ottimi interpreti molti dei Sindacans; ma anche buona parte dei Burocrates non si sottraevano al gioco del “pacco” da affibbiare al malcapitato di turno.
Se questo era il clima truffaldino generalizzato, era ovvio che Qwerty, da attento e valente analizzatore della realtà che lo circondava, fosse diventato abile a riconoscere, anche nei comportamenti più banali, i prodromi di un raggiro. Era tale il suo occhio clinico che gli risultava a volte troppo facile individuare il truffatore all’opera.
Come quella volta che a Diarcopolis circolava ufficiosamente una mappa delle “casette” che non si tramutava mai in mappa definitiva. La mappa, ovviamente, anche se in via del tutto preliminare, l’aveva divulgata lo stesso vertice diarcopolese, ben sapendo che avrebbe suscitato le reazioni di una parte dei sindacans – soprattutto la fazione conosciuta come i Rossi – i quali avrebbero fatto fuoco e fiamme per ristabilire gli equilibri fra i vari occupanti delle “casette”, visto che i propri tutelati erano stati bistrattati se paragonati a quelli delle altre fazioni. Così, solo apparentemente i vertici sembravano quelli colpiti da tanta ferma reazione (che era arrivata persino a riempire le pagine delle principali gazzette diarcopolesi). In sostanza, però, i Rossi, con la loro sdegnata reazione, inconsapevolmente non facevano altro che contribuire al gioco del doppio pacco, tanto mirabilmente orchestrato proprio da chi così bene li conosceva, visto che per lunghi anni aveva militato nelle loro fila (anche con ampio profitto personale e dei Rossi stessi). Passato dall’altro lato della barricata, sapeva benissimo quali corde toccare e come servirsi della stessa forza del nemico per raggiungere il proprio obiettivo.
Sempre in quei giorni si stava preparando un altro grande colpo, stavolta in stile contropaccotto. Era, ormai, necessario arrivare (prima o poi) alla riqualificationes di una parte delle truppe sedentarie. Tra quelle truppe sedentarie e numerosissime, molti erano pervenuti ad occupare le loro posizioni attraverso un sistema di “ingresso parentale agevolato” a cui aveva, per molti di loro, fatto seguito una rapida, quanto inattesa ed inopportuna scalata verso le tanto agognate posizioni sedentarie. Ebbene, proprio a costoro la riqualificationes sarebbe stata evitata, utilizzando come motivazione esimente la loro natura di “dotti accademici”. Così,  vittime della riqualificationes sarebbero stati soltantoo i vecchi e malandati “parzialmente scolarizzati” che, come era facile intuire, sarebbero finiti per diventare “cornuti e mazziati”.
Il Signore degli Agnelli
leggimi anche su http://golf-gentlemenonlyladiesforbidden.blogspot.com/

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog