I ContenutiIl cadavere di una giovane donna giace su una spiaggia del litorale romano.
A portarlo lì è stato Giovanni, pagato dal portiere di notte di un grande albergo per far sparire il corpo - abbandonato in una delle camere - e togliere dai guai un potente politico. È un delitto come tanti altri, a una prima, rapidissima occhiata; ma in realtà Giovanni si è infilato in qualcosa di ben più grande di lui. Anche perché il mattino dopo il cadavere è scomparso.
L'involontario testimone si troverà costretto a scappare, ma non sarà solo. Al suo fianco avrà degli improbabili compagni di disavventura: una vecchia gloria della musica italiana, un paparazzo assetato di scoop, un infermiere dalla battuta pronta e dall'incrollabile sangue freddo. Sulle loro tracce, due killer usciti direttamente da un film di Tarantino.
A ricostruire questa storia dal ritmo martellante penserà l'ispettore Tano Curreri, guidato dall'amore per la giustizia, ma anche dalla speranza che la vita gli regali una seconda possibilità. Come il colpo di vento fresco che non t'aspetti, che spazza via lo sporco della città in una sola notte.
La RecensioneLo spunto della vicenda raccontata da Carla Vistarini con notevole maestria in 'Città sporca' è molto reale, tanto da ricordare molto da vicino un fatto di cronaca risalente agli Cinquanta, l'omicidio di Wilma Montesi.
Nell'aprile del '53 il cadavere di una ragazza viene trovato sulla spiaggia di Torvaianica.
Chiuse indagini in un primo momento come morte accidentale, la vicenda si trasforma in un caso politico per il supposto coinvolgimento di personalità vicine alle alte sfere della politica e della nobiltà romana e il tentativo di insabbiamento da parte di istituzioni e forze dell'ordine.
Il retroscena sarebbe stato di quelli particolarmente pruruginosi: festini e orge a base di sesso, alcol e droga con i rampolli della nobiltà e della politica romane in prima fila, tra questi anche il figlio del ministro DC Attilio Piccioni, finiscono con una vittima, il cui corpo viene 'insabbiato' sul litorale romano dalle parti di Capocotta.
Uno schiaffo al perbenismo ipocrita imperante in quegli anni. E non solo in quelli.
Da questo fatto di cronaca 'Città sporca' si distanzia presto sia per la trama sia per il tono della narrazione.
L'ambiente circostante, però, l'humus rimane lo stesso: una città divisa tra luci e splendori millenari dei fasti di potere e ricchezza e ombre e anfratti di sporcizia, materiale e morale, fatti di malessere, povertà e disperazioni.
I due lati della medaglia sono vicinissimi e l'attenzione del lettore viene indirizzata marcatamente verso gli scenari di borgata, le periferie romane dei palazzi, le terre di nessuno fuori città, fatte di capanni abusivi e spiagge con relitti e resti, umani e non.
Della città eterna non immaginiamo le rovine monumentali dell'Impero, le cupole barocche, i segni del potere contemporaneo durante la lettura, ma, seguendo lo scooter di uno scalcagnato commissario di polizia inurbato dal meridione, novello Ingravallo di gaddiana memoria, le strade buie dei quartieri depressi, i caseggiati popolari anonimi della speculazione edilizia e le paparazzate di starlette e personaggi di dubbia fama.
La trama si sviluppa su vari livelli, attraverso capitoli molto brevi, che alternano i diversi filoni della storia e personaggi che si rincorrono e si incrociano come i fili di un disegno, di cui solo alla fine si realizza l'immagine completa.
Se è vero che alcuni personaggi - pensiamo in particolare alla cantante fuori di testa, Dany Flo, con il cui suicidio, più annunciato che davvero tentato, si apre il thriller - risultano in alcuni aspetti troppo legati a stereotipi di genere, come succede al cattivo per eccellenza, il boss soprannominato 'Suricio', con la sua rozzezza innata che non gli consente di apprezzare il lusso di cui si trova circondato se non come mero simbolo di potere, o alla stessa cantante in calo di popolarità, che nei suoi frequenti accessi d'ira si lascia andare a sequele di epiteti ingiuriosi buoni per le scuole elementari, comunque il ritmo della narrazione e l'abilità con cui l'autrice ne gestisce gli sviluppi con solidità tecnica e maestria espressiva non rallentano il ritmo del racconto.
Alcune evoluzioni della trama risultano prevedibili e anche alcuni aspetti caratteriali, soprattutto di quello che si può considerare un po' il protagonista, il commissario Tano Curreri, impelagato nella burocrazia e nelle lentezze della macchina della giustizia pubblica, ma il dosaggio degli stilemi di genere esprime il giusto equilibrio tra la voglia del lettore di anticipare la trama e il desiderio di suspense che genera il senso di sospensione e la voglia di continuare a leggere, pagina dopo pagina.
Indubbiamente la dimestichezza dell'autrice con testi televisivi e musicali riesce a creare i tempi giusti per la vicenda e lo stile scorrevole alterna con eleganza e naturalezza momenti surreali - per esempio quelli ambientati in una corsia di ospedale, in cui una suora affronta con una pistola due sicari in stile 'blues brothers' - e un registro malinconico - nelle scene che raccontano la storia di un nonno e di suo nipote, il cui ruolo nella storia emerge solo nel finale.
Un buon connubio per un esordio, se possiamo definirlo così, e un noir privo di venature splatter ma non per questo meno ritmato e coinvolgente.
Giudizio: +4stelle+
Articolo di PolyfiloDettagli del libro
- Titolo: Città sporca
- Autore: Carla Vistarini
- Editore: Gruppo Editoriale Mauri Spagnol
- Data di Pubblicazione: 2013
- Collana: Io scrittore
- ISBN-13: 9788867200269
- Pagine: 166
- Formato - Prezzo: ebook - 2,99 euro