Da un paio di giorni le aree colpite dal terremoto e le prefetture adiacenti, tra cui Tokyo, stanno subendo dei problemi di rifornimento energetico.
Non so se l’abbiate letto o sentito dalla nostra pacata e sempre affidabile stampa italiana, ma abbiamo un piccolo problema a una centrale.
I razionamenti energetici si potevano gestire in piu’ modalita’. La prima prevedeva dei black-out controllati, in determinate ore del giorno. La seconda prevedeva un razionamento a tappeto, un po’ ovunque, in modo da risparmiare senza incorrere in noiosi black-out. Ad esempio, chiudendo prima i centri commerciali o i supermercati, spegnendo le millemila scale mobili che tappezzano il paese ( in Giappone ogni due gradini c’e’ una scala mobile, a parte nella stazione di Ueno che e’ quella cui arrivi dall’aeroporto con la valigia in mano, ‘tacci loro), o evitando gli sprechi ossessivi di luci e aria condizionata che come si sa da queste parti viene usata a tappeto. E’ che nella Metropoli Tentacolare non si bada(va) a spese.
La terza soluzione, detta anche Soluzione Prius, e’ un ibrido delle altre due, e prevede che Tokyo va in culo al resto del paese. Dunque in centro ci si limita a risparmiucchiare, mentre le prefetture circostanti stanno al buio. Democratico, no? (Questo e’ proprio quello di cui parlavamo ieri, appunto, cioe’ il diverso valore che ha la Metropoli Tentacolare nei confronti del resto del paese). Se non mi credete, eccovi una delle app per iphone piu’ popolari in questi giorni.
Alla faccia del “Tokyo e’ una citta’ morta”. Una delle tecniche per risparmiare energia elettrica e’ stata quella di abolire lo straordinario. Sembra che vi stia prendendo in giro, ma e’ proprio cosi’. Morale: la mattina si va tutti al lavoro, e tra le cinque e le sei si torna tutti a casa. Niente weekend al lavoro, e anzi se uno vuole prendersi ferie e’ libero di farlo, anzi incoraggiato. Una soluzione per il risparmio energetico che si potrebbe definire “alla terrona”: meno lavori, meno consumi, e meno problemi crei al tuo prossimo.
I salaryman avranno finalmente piu’ tempo da trascorrere a casa con le loro famiglie, visto che anche i ristoranti sono chiusi e quindi non e’ che si possa andare a bere fuori coi colleghi ogni sera. Il comune di Tokyo sembra sia intasato dalle telefonate di padri disperati che chiedono lo stato di famiglia per ripassare le generalita’ di moglie e figli, tipo il nome di battesimo o l’eta’.
La cosa piu’ comica in tutto questo e’ che credo sia la prima volta in assoluto che viene fatta una scelta del genere. E’ evidente che la citta’ non e’ pronta a gestire un ritorno in massa di tutti i salaryman, allo stesso tempo. No, perche’ di solito la gente va al lavoro diciamo dalle 7 alle 10 di mattina, e va bene: tre ore di tempo. Ma che tutti escano tra le cinque e le sei di sera, scusate: avete idea di quanti milioni di persone stiamo parlando? Solo la stazione di Shinjuku fa quattro milioni di passeggeri al giorno: avete idea se mezzi si presentano li’ bel belli col loro cappottino nero e la ventiquattrore allo stesso momento? Esatto: l’inferno. Alla faccia della citta’ vuota.
Ieri sera, stazione di Shinagawa, per fare venti gradini ho perso tre treni. Al ritorno dal lavoro avevo comprato un po’ di pomodori e due banane da un fruttivendolo economico vicino all’ufficio, visto che un pomodoro a Tokyo costa 2 euro. Sono tornato a casa con un banana shake e una passata di pomodoro in borsa. Mescolati.
A prima vista comunque sembra tutto normale,
sebbene in Italia i titoli varino tra Apocalisse, Traggedia e Ir’diddio.
A parte qualche dettaglio fuori posto, tipo che c’e’ poca pubblicita’ in giro. O tipo che dal terrazzo, la sera, vedo ristoranti con le insegne spente. Ristoranti che di solito sono aperti 24 ore, naturalmente: perche’ come ben sapete la Metropoli Tentacolare fino a una settimana fa era un posto che non dormiva mai. Fuori da un ristorante, ieri sera, ho visto un gruppo di persone. Ridevano, facevano casino. Chiacchieravano, all’aperto. Si, come degli occidentali qualsiasi. Come fossero stati italiani, per dire. E poi, in treno. C’e’ qualcosa di strano nell’aria, in questi giorni. La gente si guarda in faccia. Ieri una mi ha sorriso, addirittura.
Ma chi non e’ mai stato qui, probabilmente fara’ fatica a capire. Tokyo e’ un posto dove si puo’ girare per giorni in mezzo alla folla senza che nessuno si accorga della tua presenza. I feel like a ghost, si lamentava sempre il mio amico americano. Ma ora no, cari lettori. Forse e’ perche’ abbiamo condiviso qualcosa, o per lo shock. Non lo so. E’ che sembra di essersi svegliati da un sogno, da un’ipnosi che ti prende quando ti immergi nella vita della Metropoli Tentacolare. La gente… ecco: ho trovato la definizione giusta. La gente sembra sveglia.
Ma sono d’accordo: cosi’ com’e’ in questi giorni Tokyo non sembra Tokyo. Forse un po’ morta, certo. Ma forse un po’ piu’ viva anche.