La civetta Marisa - la nascita

Creato il 07 dicembre 2011 da Irvi
Era un pomeriggio come 1000 altri nella foresta di  NONSITROVA , la vita scorreva lente in quel pigro pomeriggio invernale ,Gufi , Barbagianni e Civette trascorrevano il pomeriggi davanti al caminetto ad arrostire marshmallow al cacao e sorseggiando whisky  scozzese  nella massima indolenza. Da quando il gufo Orlando aveva introdotto in città la cioccolata tutti i rapaci avevano acquistato una marcia in più ed erano sempre  erano allegri e spensierati.D’latro canto ,le civette, anima femminile della foresta si dilettavano a preparare dolci e sfogliatelle ripiene di nutella per figli e mariti. In via degli abeti maestosi al numero 32 , abitava la famiglia Artigli, una chiassosa famiglia di  6 civette. Il Signor”Artigli” aveva sperato molto nella nascita di un erede maschio ma la sua piumata signora aveva invece sfornato 4 belle femmine . Le 4 civettine artigli erano allegre, estroverse , mietevano grandi successi sociali ,erano amate e apprezzate da tutti gli scapoloni di NONSITROVA . Tutte tranne una . Una delle 4 sorelle era un po’ strana. La civetta Marisa era la più piccola di tutte e aveva lo strano vizio  di sparire ogni notte per tornare solo alle prime luci dell’alba. Rincasava , sempre di ottimo umore , ben pettinata , ben nutrita e molto stanca.  La signora “Artigli ”non si dava pace e tentava con ogni mezzo di avere risposte chiare dalla figlia : “Marisa!Se non mi dici dove hai passato la notte ti chiudo a chiave nel nido e non ti faccio più uscire! PARLA!“ Ma la Marisa ignorava i rimproveri della mamma , e ogni volta inventava una nuova balla. “Sono uscita a caccia con Nestore , il mio amico barbagianni! “,“ Sono stata tutta la sera a casa dell’allocco Arturo e abbiamo guardato quella trasmissione sui volatili” e ancora “ Tranquilla mamma, sono stata tutta la notte il gufo Orlando a mangiare Ferrero Roche alla pasticceria del  paese!”La  signora Artigli non si fidava. Nella sua mente  si andava facendo strada una teoria che non osava confessare nemmeno a se stessa. Se Marisa fosse stata come la sua bisnonna? Da quando nonna Marisa senior era passata a miglior vita , nessuna civetta aveva più avuto la strana dote della nonna ,tanto che la maggior parte dei rapaci di NONSITROVA aveva finito per dimenticare. Ma il comportamento della Baby Marisa era sospetto . La signora Artigli aveva tentato di pedinarla ma Marisa se ne era sempre accorta e ogni volta aveva cambiato strada e aveva fatto ritorno verso casa. Ma una mattina Marisa commise un errore. A prime luci dell’alba si presentò sulla porta di casa con  un nastrino di organza rosa di organza legato al collo. Le urla della mamma non si fecero attendere:  “Ora mi dici chi ti ha dato questa sciarpina rosa  o giuro sul mio petto piumato che ti incateno al nido fin quando non diventi maggiorenne!”Marisa provò ad inventare qualche balla ma nessuna credibile, e si vide costretta a  confessare.“Va bene mamma, te lo dico” ,sussurrò con gli occhioni bassi . “Sono stata tutta la notte sul davanzale di una bambina, una bambina mora che abita nella grande casa colonica qui vicino. “La signora Artigli, seppur con sgomento aveva capito tutto, stava per interrompere Marisa, ma lei proseguì con il suo racconto. “Mamma io la vado a trovare tutte le notti perché lei  ha paura del buio , se io resto sul suo davanzale lei si sente sicura e dorme.Mamma non so spiegartelo, non riesco a farne a meno , devo stare li con lei, ormai mi aspetta ogni notte , e ogni notte mi lascia qualche regalino , stasera per esempio mi ha dato questa sciarpina rosa” La mamma si accuccio accanto a Marisa e si rassegno alla triste evidenza. “Marisa, io capisco. O per meglio dire, IO SO.”Marisa la guardò con i suoi grandi occhi gialli  e ascoltò attentamente. “Vedi Marisa , tu hai la stessa dote della tua bis-nonna , di cui curiosamente porti il nome. E’ una strana eredità della nostra famiglia.  Tu hai ereditato questo dono da lei , così come lei l’aveva ereditato dalla sua bisnonna .Io non ho mai avuto e credevo che fosse solo una leggenda ma evidentemente non è così.TU SEI UNA CIVETTA CUSTODE.  Custodisci il sonno dei bambini che hanno paura del buio e che decidono di fidarsi di te. Il tuo compito, al quale non puoi sottrarti , e quello di vegliare i bambini spaventati ,ma attenzione , loro devono vederti!!!Gli adulti non sono abituati a queste cose e non capirebbero , questo sarà il tuo scopo per la vita. Sei certa di voler dedicare la tua vita ai bambini impauriti?Marisa ci pensò un attimo e disse che si, non aveva dubbi, era fiera di essere una Civetta custode e avrebbe sempre vegliato sul sonno di tutti i bambini . Sorrise alla mamma e l’abbracciò per l’ultima volta . Si librò in volo e si preparò ad una lunga vita circondata dai bambini e bambine di tutto il  mondo, bambini che , grazie a lei , non avrebbero più avuto paura. Marisa non sarebbe mai più tornata a NONSITROVA  e ne avrebbe combinate di belle in giro per mondo….Ma come ben sapete,questa è un ‘altra storia.
Note a margine : Se stasera , quando entrate nella vostra cameretta avete paura del buio, guardate sul davanzale. Se vedete un ‘ombra , o un riflesso… non abbiate paura. E’ la civetta Marisa che custodisce il vostro sonno . Dormite sereni, lei sarà li con voi fin quando avrete bisogno di lei.
Riferimento immagine: Il disegno è di Alessandro Zecca illustratore che illustrò la mia fiaba per il concorso un prato di Fiabe.

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