di Antonio Di Pietro. Ormai è chiaro a tutti: in Italia lo stato sociale è stato smantellato e la forbice tra i ricchi e i poveri si è allargata. La classe media, l’ossatura portante della nostra Penisola, è stata spazzata via: gli impiegati, gli insegnanti, la gente comune fa fatica ad arrivare a fine mese e a garantire un futuro ai propri figli. Mentre gli evasori, i corruttori, coloro che detengono patrimoni illecitamente accumulati stanno in cima alla classifica e se la godono. Qualcuno dovrebbe chiedere ai 3milioni 315mila e 580 precari, che guadagnano 836 euro netti al mese, senza più diritti, e soprattutto ai 2 milioni e 499 mila disoccupati, che non hanno più speranza, cosa pensano di Monti. E se stanno seguendo il teatrino della politica che l’informazione di regime sta montando sul “dopo Monti”. Sì perché, come al solito, si parla di formule e alleanze ma si perde di vista il Paese reale. In realtà, il Governo Monti è stato un disastro in piena regola, e mi domando quale cittadino italiano con un poco di sale in zucca possa pensare che anche solo una parte dei componenti di questo esecutivo sia in grado di tornare a governare dopo il 2013. Sarebbe come affidare a un carnefice l’educazione dei propri figli. Ma in realtà il problema vero non è Monti in carne ed ossa, ma il “montismo”, che ha proseguito con le politiche di Berlusconi, portando il Paese sull’orlo del baratro senza risolvere nessuno dei problemi che toccano le tasche degli italiani. Il montismo ha smantellato la classe media che rappresentava l’ossatura sana del nostro Paese e frantumato le possibilità di sopravvivenza delle classi più povere, dei pensionati, dei giovani, dei precari. Ecco perché, noi dell’Italia dei Valori, prima di pensare alle formule o alle coalizioni, pensiamo ad un progetto per il futuro di questo Paese, ai programmi e alle scelte politiche da fare per risollevare le sorti della nostra economia non facendo pagare gli onesti cittadini, ma coloro che hanno fatto fortuna agendo nell’illegalità. Purtroppo, in questo Paese gattopardesco sembra sempre cambiare tutto per poi non cambiare niente. E la paradossale ricandidatura del satrapo Berlusconi è il sintomo evidente dell’anomalia italiana. Io vorrei capire però perché mai gli italiani dovrebbero rivotarlo. Lui 15 anni fa si è presentato ai cittadini dicendo “votate me, che sono bello e ricco, e lo diventerete anche voi”. Poi lui è rimasto bello, si fa per dire, e ricco, ma gli italiani sono diventati più poveri. Ecco perché non bastano i nomi, bisogna sapere cosa è utile fare per il bene dei cittadini italiani. Solidarietà, legalità e sviluppo sono i tre temi su cui una coalizione, secondo noi, deve concentrarsi per fare la differenza. Ed è su questo che invitiamo chi vuole realmente contribuire con noi al cambiamento a partecipare all’incontro programmatico di Vasto del 21, 22 e 23 settembre.
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di Antonio Di Pietro. Ormai è chiaro a tutti: in Italia lo stato sociale è stato smantellato e la forbice tra i ricchi e i poveri si è allargata. La classe media, l’ossatura portante della nostra Penisola, è stata spazzata via: gli impiegati, gli insegnanti, la gente comune fa fatica ad arrivare a fine mese e a garantire un futuro ai propri figli. Mentre gli evasori, i corruttori, coloro che detengono patrimoni illecitamente accumulati stanno in cima alla classifica e se la godono. Qualcuno dovrebbe chiedere ai 3milioni 315mila e 580 precari, che guadagnano 836 euro netti al mese, senza più diritti, e soprattutto ai 2 milioni e 499 mila disoccupati, che non hanno più speranza, cosa pensano di Monti. E se stanno seguendo il teatrino della politica che l’informazione di regime sta montando sul “dopo Monti”. Sì perché, come al solito, si parla di formule e alleanze ma si perde di vista il Paese reale. In realtà, il Governo Monti è stato un disastro in piena regola, e mi domando quale cittadino italiano con un poco di sale in zucca possa pensare che anche solo una parte dei componenti di questo esecutivo sia in grado di tornare a governare dopo il 2013. Sarebbe come affidare a un carnefice l’educazione dei propri figli. Ma in realtà il problema vero non è Monti in carne ed ossa, ma il “montismo”, che ha proseguito con le politiche di Berlusconi, portando il Paese sull’orlo del baratro senza risolvere nessuno dei problemi che toccano le tasche degli italiani. Il montismo ha smantellato la classe media che rappresentava l’ossatura sana del nostro Paese e frantumato le possibilità di sopravvivenza delle classi più povere, dei pensionati, dei giovani, dei precari. Ecco perché, noi dell’Italia dei Valori, prima di pensare alle formule o alle coalizioni, pensiamo ad un progetto per il futuro di questo Paese, ai programmi e alle scelte politiche da fare per risollevare le sorti della nostra economia non facendo pagare gli onesti cittadini, ma coloro che hanno fatto fortuna agendo nell’illegalità. Purtroppo, in questo Paese gattopardesco sembra sempre cambiare tutto per poi non cambiare niente. E la paradossale ricandidatura del satrapo Berlusconi è il sintomo evidente dell’anomalia italiana. Io vorrei capire però perché mai gli italiani dovrebbero rivotarlo. Lui 15 anni fa si è presentato ai cittadini dicendo “votate me, che sono bello e ricco, e lo diventerete anche voi”. Poi lui è rimasto bello, si fa per dire, e ricco, ma gli italiani sono diventati più poveri. Ecco perché non bastano i nomi, bisogna sapere cosa è utile fare per il bene dei cittadini italiani. Solidarietà, legalità e sviluppo sono i tre temi su cui una coalizione, secondo noi, deve concentrarsi per fare la differenza. Ed è su questo che invitiamo chi vuole realmente contribuire con noi al cambiamento a partecipare all’incontro programmatico di Vasto del 21, 22 e 23 settembre.
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