Una moltitudine di pecore sceglie sempre di seguire il pastore a testa bassa: le pecore rappresentano un'allegoria della maggioranza dei giovani di oggi, mentre il pastore, scelto meticolosamente fra coloro che ne possiedono i requisiti minimi dettati dai tempi – bella presenza, ignoranza, melducazione od ineducazione, una certa predisposizione ad infrangere le regole – è il primus inter pares fra le bestie da soma, la volontà decisionale che si cela dietro la proposta di assecondare qualsivoglia iniziativa, purché sia conforme alle mode vigenti.Con ciò si ha la consapevolezza di generalizzare: ma sono le stesse statistiche societarie ad imporre una lettura schematizzante e tristemente deleteria del fenomeno giovanile. Dunque, generalizzare risulta il modo migliore per documentare queste realtà.Ecco un esempio indicativo al fine di comprendere la questione: in una classe scolastica media ci sono uno/due anomalie, ossia i ragazzi seri, studiosi, coerenti e concreti, inevitabilmente emarginati dalla massa modaiola che tende a schernirli poiché, velatamente, li teme; uno/due bulletti pacchiani e rozzi, vestiti all'ultimo grido, la cui banalità è direttamente proporzionale al successo che riscuotono fra i coetanei, che d'ora in poi verranno chiamati “sovrani-imbecilli”; infine, la fazione più triste ed imbelle dell'insieme, quei diciotto/venti indecisi, i partigiani silenziosi ed ossequiosi dei “sovrani-imbecilli” precedentemente citati.Quando il “re-imbecille” propone qualche scemenza – “Ci vediamo stasera, tutti nudi, nel boschetto vicino la scuola”, ad esempio – il corteo dei fessacchiotti che ne compone il seguito esegue prontamente l'ordine.Qual è il problema? Sono 'ggiofani, si devono divertire!Il problema, dando per scontata l'assoluta irrecuperabilità dei “sovrani-imbecilli” – molti di loro finiranno, nella peggiore delle ipotesi, a fare i tronisti di Maria De Filippi, mentre qualcuno di essi, chissà, potrebbe persino diventare ministro della repubblica – è costituito dalla massa volubile dei fessacchiotti. Nella quasi totalità dei casi, essi non hanno né padronanza né convinzione del concetto di divertimento, fanno qualcosa perché qualcuno, apparentemente più astuto o più affascinante di loro, la sta facendo a sua volta; perché, se non la facessero, rischierebbero l'impopolarità o, peggio ancora, gli sfottò; o perché, semplicemente, lo fanno tutti.L'oggetto della disamina, quindi, è il blocco compatto di idioti i quali, una volta sfuggiti alla dittatura scolastica dei “re-imbecilli”, finiranno per acquistare i prodotti propagandati dalla pubblicità, per votare indifferentemente per l'uno o per l'altro candidato sulla base di dettami clientelistici, per guardare partite e reality, spendendo vagonate di euro in sms coi televoti.Esiste un rimedio valido affinché un ragazzo riesca ad evitare di trovarsi nel blocco dei fessacchiotti? Certamente sì.Si parta dal presupposto aristotelico dell'uomo quale “animale-razionale”, cioè dotato di capacità di ragionamento ed, al tempo stesso, esposto alla tempesta degli istinti. Se, prima di agire, ogni individuo tentasse di conciliare gli impulsi con la ragione, ne risulterebbero dei comportamenti coerenti. La coerenza altro non è che la sintesi coscienziosa fra ragione ed istinto, ovvero la grande assente ingiustificata dell'universo giovanile contemporaneo.Ogni decisione andrebbe presa sulla base di un'opportuna riflessione mediata dalla scala di valori che ognuno, relativamente, possiede; inoltre, quando tale decisione rispecchia la libera volontà e il piacere del singolo, oltre a costituire un atto di coerenza, raramente si tratterà di un'azione sgradita o coercitiva.Naturalmente, la coerenza, all'interno di un ambiente ovattato come quello dei giovani di oggi, rischia di apparire impopolare, specie perchè, di norma, quando qualcuno si azzarda a mettere in discussione delle costruzioni fragili ma presentate come solide, quali le logiche di massa del XXI secolo, egli finisce per minare seriamente il reame dei “sovrani-imbecilli”. Chiaramente, una persona coerente, come quegli uno/due ragazzi seri che si trovano, talvolta, all'interno di una classe-tipo odierna, può infischiarsene volentieri di mode, falsi cameratismi, logiche del branco e “sovrani-imbecilli”, preservando la sua dignità e la sua libertà.In definitiva, cari ragazzi, evitare di sputare allo specchio ogni mattina è semplice, se ognuno di voi provvede a creare o a rispolverare una scala di valori (un valore è qualcosa a cui dare priorità, una serie di valori rappresenta la spina dorsale della vostra esistenza), a scegliere con cura le persone importanti della vostra vita (secondo un celebre proverbio meridionale, “accompagnatevi con persone migliori di voi e pagategli le spese”), in modo da difendere costantemente la vostra inalienabile capacità di pensare ed agire senza condizionamenti o indottrinamenti di qualsivoglia natura.Tutto il resto – politiche, religioni, pubblicità, mass-media o “sovrani-imbecilli” – sovente, è solo un cumulo di palliativi volti a sopraffare il libero pensiero del singolo, affinché coloro che comandano – politicamente, economicamente, religiosamente o culturalmente – riescano ad assicurarsi il controllo della volontà collettiva.
Una moltitudine di pecore sceglie sempre di seguire il pastore a testa bassa: le pecore rappresentano un'allegoria della maggioranza dei giovani di oggi, mentre il pastore, scelto meticolosamente fra coloro che ne possiedono i requisiti minimi dettati dai tempi – bella presenza, ignoranza, melducazione od ineducazione, una certa predisposizione ad infrangere le regole – è il primus inter pares fra le bestie da soma, la volontà decisionale che si cela dietro la proposta di assecondare qualsivoglia iniziativa, purché sia conforme alle mode vigenti.Con ciò si ha la consapevolezza di generalizzare: ma sono le stesse statistiche societarie ad imporre una lettura schematizzante e tristemente deleteria del fenomeno giovanile. Dunque, generalizzare risulta il modo migliore per documentare queste realtà.Ecco un esempio indicativo al fine di comprendere la questione: in una classe scolastica media ci sono uno/due anomalie, ossia i ragazzi seri, studiosi, coerenti e concreti, inevitabilmente emarginati dalla massa modaiola che tende a schernirli poiché, velatamente, li teme; uno/due bulletti pacchiani e rozzi, vestiti all'ultimo grido, la cui banalità è direttamente proporzionale al successo che riscuotono fra i coetanei, che d'ora in poi verranno chiamati “sovrani-imbecilli”; infine, la fazione più triste ed imbelle dell'insieme, quei diciotto/venti indecisi, i partigiani silenziosi ed ossequiosi dei “sovrani-imbecilli” precedentemente citati.Quando il “re-imbecille” propone qualche scemenza – “Ci vediamo stasera, tutti nudi, nel boschetto vicino la scuola”, ad esempio – il corteo dei fessacchiotti che ne compone il seguito esegue prontamente l'ordine.Qual è il problema? Sono 'ggiofani, si devono divertire!Il problema, dando per scontata l'assoluta irrecuperabilità dei “sovrani-imbecilli” – molti di loro finiranno, nella peggiore delle ipotesi, a fare i tronisti di Maria De Filippi, mentre qualcuno di essi, chissà, potrebbe persino diventare ministro della repubblica – è costituito dalla massa volubile dei fessacchiotti. Nella quasi totalità dei casi, essi non hanno né padronanza né convinzione del concetto di divertimento, fanno qualcosa perché qualcuno, apparentemente più astuto o più affascinante di loro, la sta facendo a sua volta; perché, se non la facessero, rischierebbero l'impopolarità o, peggio ancora, gli sfottò; o perché, semplicemente, lo fanno tutti.L'oggetto della disamina, quindi, è il blocco compatto di idioti i quali, una volta sfuggiti alla dittatura scolastica dei “re-imbecilli”, finiranno per acquistare i prodotti propagandati dalla pubblicità, per votare indifferentemente per l'uno o per l'altro candidato sulla base di dettami clientelistici, per guardare partite e reality, spendendo vagonate di euro in sms coi televoti.Esiste un rimedio valido affinché un ragazzo riesca ad evitare di trovarsi nel blocco dei fessacchiotti? Certamente sì.Si parta dal presupposto aristotelico dell'uomo quale “animale-razionale”, cioè dotato di capacità di ragionamento ed, al tempo stesso, esposto alla tempesta degli istinti. Se, prima di agire, ogni individuo tentasse di conciliare gli impulsi con la ragione, ne risulterebbero dei comportamenti coerenti. La coerenza altro non è che la sintesi coscienziosa fra ragione ed istinto, ovvero la grande assente ingiustificata dell'universo giovanile contemporaneo.Ogni decisione andrebbe presa sulla base di un'opportuna riflessione mediata dalla scala di valori che ognuno, relativamente, possiede; inoltre, quando tale decisione rispecchia la libera volontà e il piacere del singolo, oltre a costituire un atto di coerenza, raramente si tratterà di un'azione sgradita o coercitiva.Naturalmente, la coerenza, all'interno di un ambiente ovattato come quello dei giovani di oggi, rischia di apparire impopolare, specie perchè, di norma, quando qualcuno si azzarda a mettere in discussione delle costruzioni fragili ma presentate come solide, quali le logiche di massa del XXI secolo, egli finisce per minare seriamente il reame dei “sovrani-imbecilli”. Chiaramente, una persona coerente, come quegli uno/due ragazzi seri che si trovano, talvolta, all'interno di una classe-tipo odierna, può infischiarsene volentieri di mode, falsi cameratismi, logiche del branco e “sovrani-imbecilli”, preservando la sua dignità e la sua libertà.In definitiva, cari ragazzi, evitare di sputare allo specchio ogni mattina è semplice, se ognuno di voi provvede a creare o a rispolverare una scala di valori (un valore è qualcosa a cui dare priorità, una serie di valori rappresenta la spina dorsale della vostra esistenza), a scegliere con cura le persone importanti della vostra vita (secondo un celebre proverbio meridionale, “accompagnatevi con persone migliori di voi e pagategli le spese”), in modo da difendere costantemente la vostra inalienabile capacità di pensare ed agire senza condizionamenti o indottrinamenti di qualsivoglia natura.Tutto il resto – politiche, religioni, pubblicità, mass-media o “sovrani-imbecilli” – sovente, è solo un cumulo di palliativi volti a sopraffare il libero pensiero del singolo, affinché coloro che comandano – politicamente, economicamente, religiosamente o culturalmente – riescano ad assicurarsi il controllo della volontà collettiva.
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