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La collezione nel Settecento

Creato il 12 settembre 2013 da Artesplorando @artesplorando

La collezione nel Settecento

Giovanni Paolo Pannini, la Galleria del cardinale Silvio Valenti Gonzaga

Passiamo dai miti alla mitomania dal '500 al '700, con un altro Gonzaga, per raccontarvi il collezionismo dell'arte. Lui è Valenti Gonzaga e lo incontriamo rappresentato in una tela di Giovanni Paolo Pannini.Valenti è cardinale, amante dell'arte e collezionista raffinato, fondò la Pinacoteca Capitolina e protesse il pittore francese Pierre Subleyras, che ne eseguì il ritratto. Quel Settecento romano era, nella sua esaltazione estetica, aperto a ogni bulimia intellettuale, e perciò ben più libertario di quanto la storiografia anticlericale talvolta intenda restituircelo. I papi avevano sancito nuovi musei, dato vita alla scuola del nudo, creato scenografie folgoranti come quella della fontana di Trevi, insomma erano promotori e collezionisti d'arte. Scrivevano a Voltaire mentre lo mettevano all'indice. Il barocco celebrava in quegli anni la sua stagione più fulgida, e per la prima volta i musicisti avevano diritto a ritratti di marmo come i principi. Lo svolazzo aveva sconvolto le menti e le collezioni.

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