La collina dei fanciulli e l’autorizzazione contesa

Creato il 18 febbraio 2013 da Lucia Navone @lucia_navone

I giudici hanno messo sotto chiave quattro milioni e mezzo di beni alla Maestrale Green Energy: il tribunale accoglie l’istanza di alcuni privati per un impianto eolico

“Tira una brutta aria eolica, per le ninfe e i fanciulli che da millenni vivono tra gli ulivi secolari del meraviglioso colle San Giovanni a Giuggianello (in provincia di Lecce): non hanno i timbri in regola”. Così scrivevano Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 28 giugno 2010 a proposito della sentenza del Consiglio di Stato secondo la quale, un posto può anche essere la memoria magica di un popolo ma se non ha le carte in regola, cioè il timbro di un sovrintendente che dice che effettivamente è la culla della memoria storica, non ha diritto a tutele.

E da allora di timbri e di pareri sulla vicenda del parco eolico che doveva essere costruito sulla Collina dei fanciulli se ne sono sprecati fin troppi. Fino ad arrivare ai giorni nostri.

Su disposizione del Tribunale di Lecce è stato disposto venerdì scorso il maxi sequestro di beni e immobili, per un totale di 4 milioni e mezzo di euro, a carico del colosso milanese delle energie rinnovabili Maestrale Green Energy. Il provvedimento, eseguito attraverso la Corte d’Appello di Milano, scaturisce da un’aspra querelle giudiziaria tra la Maestrale Green Energy e la Wind Service di Galatina. La diatriba riguarda la validità dell’autorizzazione regionale ottenuta nel 2008 dall’impresa salentina per la costruzione di un mega impianto eolico sulla Collina dei fanciulli e poi rivenduta per cinque milioni di euro alla società milanese. Autorizzazione che venne impugnata da Italia Nostra, insieme al comune di Giurdignano, l’Unione dei Comuni di Terra d’Oriente (Otranto, Uggiano, Poggiardo, Muro Leccese, Giurdignano) e a cui il Consiglio di Stato rispose che: “a prescindere dal fatto che tali miti e leggende non risultano essere stati individuati da un provvedimento legislativo, non si vede come l’impianto degli aerogeneratori possa interferire su tale patrimonio culturale”.

Italia Nostra impugnò la sentenza dei giudici con un doppio ricorso, il primo in Cassazione, l’altro in Consiglio di Stato ma non ci fu nulla da fare. I giudici nel 2011 confermarono la validità del permesso. L’autorizzazione venne allora ceduta dalla Wind Service alla Maestrale Green Energy con un accordo del valore di cinque milioni di euro. Venne anche pagata un prima tranche di circa 500 mila euro, mentre per la somma residua di quattro milioni e mezzo, vennero fissate delle scadenze, scadenze che, secondo Wind Service, non sono state rispettate.

Maestrale Green Energy (che fa parte del gruppo francesce Theolia), di fronte al cambiamento del quadro normativo di riferimento, decise che il progetto non era più di suo interesse. Da qui la scelta dei venditori di rivolgersi alla giustizia che ha disposto il sequestro di quote societarie, beni mobili e immobili per la cifra equivalente a quella che dovrebbe essere stata pagata, cioè 4,5 milioni di euro.

Nel frattempo, la realizzazione del parco eolico è fermo. Le  ninfee e i fanciulli che come narravano Ovido e Nicandro di Colofone abitano la collina di Giuggianello, a pochi chilometri a sud della strada che da Maglie porta a Otranto, nel Salento,  possono continuare a dormire sonni tranquilli all’ombra degli ulivi.


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