A seguito di una denuncia presentata dal Bayern Monaco il mese scorso, la Commissione Europea ha ufficialmente aperto un’inchiesta nei confronti della Spagna per una possibile infrazione della normativa che vieta gli “Aiuti di Stato“.
Secondo il Bayern Monaco, l’aver consentito ai club spagnoli di accumulare un debito fiscale che supera i 750 milioni di Euro (situazione recentemente risolta con un accordo di rientro nel tempo di tali debiti) ha consentito agli stessi club di avere un vantaggio in sede di gestione del parco giocatori, di fatto finanziando gli acquisti dei calciatori attraverso il debito fiscale e non con mezzi propri.
Nel caso in cui l’indagine accertasse che, effettivamente, la situazione viola il Trattato UE si presenterebbero due scenari:
1) sanare l’illecito comportamento, con un rientro rapido del debito (cioè far fallire le squadre di calcio)
oppure
2) l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti della Spagna dinanzi al Tribunale di Giustizia della UE (cosa che, nei fatti, scaricherebbe le conseguenti multe sui contribuenti spagnoli)
Il fatto è ancora più grave se si pensa che la Spagna, fino a 2 anni fa, aveva deciso di considerare i calciatori alla stregua degli artisti e degli scienziati, applicando quindi una tassazione ridotta sui loro compensi per i primi 4 anni di impiego in Spagna. Ciò consentiva di garantire salari più alti, con un costo finale uguale od inferiore a quello di altre nazioni.