La compagnia enter porta in scena, per la prima volta in italia,”el”

Arriva in scena a Roma un altro spettacolo con il talentuoso Antonio Sebastian Nobili, vi lasciamo di seguito il comunicato e l’invito a partecipare per vedere un nostro bravissimo e giovane artista capace di performance molto viscerali e cariche di una forza capace di far vibrare la pelle. 

Buona scelta
IBD
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LA COMPAGNIA ENTER PORTA IN SCENA, PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA,
“EL (CHE GUEVARA)” 
DI EDGARDO DE HABICH
REGIA DI LUCA MILESI
AL TEATRO AGORA’ 80, SALA B, DAL 13 AL 18 NOVEMBRE 2012

CON ANTONIO SEBASTIAN NOBILI, MARIA CONCETTA LIOTTA, ELISA GIOVANETTI, ALBERTO ALBERTINO, UMBERTO BIANCHI, RAFFAELLA ZAPPALA’, LORENZO GUERRIERI, SIMONE CAROSIO

 

Il fascino immortale del “Che” è il protagonista indiscusso dello spettacolo “EL (Che Guevara)” di Edgardo De Habich, il testo portato in scena per la prima volta in Italia dalla Compagnia Enter per la regia di Luca Milesi.

Scritto nell’aprile del 1979 “EL” non intende mitizzare il rivoluzionario più famoso del XX° secolo, ma piuttosto narrare l’immortalità di un modo di essere uomo. Guevara, da combattente, fu ucciso senza giusto processo: in un tempo più remoto, laureato in medicina, aveva deciso di esercitare la professione solo per servire i malati, né per la carriera, né per i soldi.

Raccontare l’uomo dietro la leggenda, il pensiero dietro il guerrigliero, questo l’obiettivo del testo di De Habich, nel 1979 ambasciatore del governo peruviano a L’Avana. In scena Antonio Sebastian Nobili, Maria Concetta Liotta, Elisa Giovanetti, Alberto Albertino, Umberto Bianchi, Raffaella Zappalà, Lorenzo Guerrieri e Simone Carosio.  

Grazie a un curioso meccanismo teatrale De Habich porta in scena, accanto a “EL”, un prete e un colonnello dell’esercito boliviano: li vediamo invadere continuamente il campo, litigare fra loro, prima sobri, poi ubriachi, per colpa di un “Lui” mai nominato e che si intuisce essere qualcuno di molto scomodo. Prete e colonnello, due modi opposti di vedere un’unica realtà, sono indotti a interrogarsi su figure di portata storica o letteraria maggiore, sul Cristo come sul Chisciotte, su Sancho: sono gli episodi stessi della vita del Che a chiamarli in causa. Il colonnello sarà obbligato a riflettere sull’opportunità storica della fucilazione del “compañero”, avvenuta cinque anni prima nella selva boliviana, nella quale “El ” trovò la morte fisica e al contempo l’immortalità del “pensiero”.

Con la collaborazione artistica di TeatroSenzaTempo

Teatro Agorà 80

Via della Penitenza, 33

Tutte le sere ore 21, la domenica ore 18.